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Elettriche

Auto elettriche: numeri e scenari

Che cosa ha scritto il Financial Times sulle auto elettriche fra dati e prospettive

Il quotidiano ha commissionato una raccolta dati sulla produzione di auto elettriche e sulla sua competitività rispetto ai modelli a benzina e gasolio. Il risultato è un interessante punto di partenza per proseguire la discussione sul tema della mobilità del futuro e della sua economia.

L’ANALISI DEL FINANCIAL TIMES

Secondo la prestigiosa testata economica la produzione di automobili elettriche rimarrà significativamente più costosa per le case di produzione europee rispetto ai modelli a combustione tradizionale per almeno un decennio. L’affermazione è sostenuta da dati raccolti dalla società di consulenza Oliver Wyman per lo stesso FT, secondo i quali il costo totale della produzione di un veicolo a zero emissioni calerà di oltre un quinto entro il 2030 arrivando a 16 000 dollari.

Sebbene il risultato sia comunque considerevole, si tratta comunque di una differenza del 9% rispetto a modelli a benzina o diesel, il tutto nonostante la previsione di un calo del prezzo delle batterie nei prossimi anni, proseguendo un trend già in corso negli ultimi anni ed individuato, fra i vari, anche da BloombergNEF: secondo il proprio sondaggio il prezzo delle batterie nel 2019 ha visto un calo del 13%. Rispetto al 2010, quando le batterie avevano un prezzo di oltre 1100 dollari per kilowattora, si è arrivati ad un prezzo di 156 dollari per kilowattora nel 2019 e si prevede che per il 2023 si raggiungerà un prezzo medio vicino ai 100 dollari per kilowattora.

I PROBLEMI DEI PRODUTTORI

Il tema principale a cui bisogna far fronte quando si parla della produzione di auto elettriche non è dunque il costo di produzione dei componenti, batterie in primis, bensì i margini di profitto: secondo McKinsey&Co la maggior parte dei produttori non ricava profitti dalla vendita di auto elettriche e spesso hanno difficoltà a rientrare nei costi di produzione esclusivamente attraverso il prezzo di vendita. Tale meccanismo porta i produttori a perdere, anziché guadagnare, per quasi ciascuna auto elettrica venduta.

Su questo fronte il FT ha cercato di fornire un quadro per il futuro mettendo in guardia sui rischi provenienti dal calo dei margini di profitto per le aziende produttrici, le quali nei prossimi decenni potranno ricavare un guadagno dalla vendita di auto elettriche ma con margini più bassi rispetto ai modelli tradizionali, come affermato da Simon Schnurrer per Oliver Wyman. Le novità principali si vedranno dopo il 2030, quando il costo di produzione delle auto elettriche diverrà più competitivo rispetto ai modelli tradizionali anche per il fatto che queste ultime diventeranno più costose da produrre, oltre all’implementazione di tecnologie più avanzate per le batterie e la produzione di auto elettriche. Anche McKinsey&Co prevede un passaggio da un’economia in perdita per le auto elettriche ad una in attivo, con un’industria che prosegue nella produzione di veicoli elettrici anche per via delle sempre più stringenti norme sulle emissioni e per l’ambiente – soprattutto in Europa – e che vedrà in seguito migliorare le condizioni di business.

POSSIBILI SUGGERIMENTI

Fra le strategie che McKinsey individua per ridurre il costo delle auto elettriche con la tecnologia attuale vi è la semplificazione del design dei modelli in vendita, rimuovendo elementi non necessari ed aggiuntivi per poter ridurre il costo di produzione del singolo veicolo. Un ulteriore stratagemma può essere un maggiore adattamento delle auto elettriche alla mobilità urbana adeguando il raggio di autonomia alle necessità effettive della guida in città. Secondo McKinsey&Co numerosi consumatori lamentano un’autonomia insufficiente o eccessiva dei modelli offerti, portando ad un utilizzo non ottimale delle capacità della batteria e, di conseguenza, a costi che possono essere risparmia tramite una sua riduzione. Inoltre, una maggiore collaborazione fra gli operatori può permettere l’ottimizzazione degli investimenti in ricerca e sviluppo ed altri costi fissi che possono essere ridotti a fronte di una mantenuta, se non incrementata, efficienza.

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