Advertisement Skip to content
Cambiamento Climatico

Cambiamento climatico, ecco come la Corte dei conti francese fa le pulci a Edf

Secondo il rapporto pubblico 2024, gli operatori di quelle che rappresentano le due principali fonti di energia elettrica (nucleare e idroelettrico) devono ancora intensificare gli sforzi per adattarsi al cambiamento climatico

La Corte dei Conti della Francia avvisa Edf sul cambiamento climatico. Secondo la relazione annuale 2024 appena pubblicata, occorrono maggiori sforzi per adattarsi al cambiamento climatico. Un’emergenza che riguarda tutti, Italia compresa.

COSA HA SCRITTO LA CDC FRANCESE SU EDF E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Ciò che bisogna fare è “identificare e misurare i costi di adattamento” al cambiamento climatico, sia in termini di funzionamento che di investimenti. Un monito per gli operatori energetici, anche se hanno già “ampiamente integrato” la questione “nelle loro linee guida e standard di sicurezza”. La Repubblica d’Oltralpe, infatti, si alimenta per lo più con energia prodotta da nucleare e idroelettrico: nel 2023 queste due fonti hanno rappresentato circa il 73% e alimentandosi ad acqua, ciò pone un tema strettamente legato al climate change, vivendo in un epoca in cui i fenomeni di siccità sono tutt’altro che rari.

Come ricorda il Monde,  il colosso Edf deve guardarsi bene da questo rapporto perché “con il progetto Adapt, lanciato nel 2021, il gruppo statale intende modellare il Paese per il 2050. I suoi cinquantasei reattori attualmente in funzione hanno un’età media di 38 anni; sta studiando la possibilità di estenderli a 60 anni o più. Alcune centrali sono già protette da una diga, come quella di Gravelines, in previsione dell’innalzamento del livello delle acque”. Nel piano di Edf ci sono poi sei nuovi reattori da realizzare al 2050, più altri otto da realizzare successivamente. Ma il colosso produce anche energia idroelettrica, per il 70% del fabbisogno nazionale. Per la CdC, dunque, occorre “identificare e misurare i costi di adattamento al cambiamento climatico, sia in termini di funzionamento che di investimenti”. Ma i moniti si rivolgono anche all’esecutivo: “Migliorare l’affidabilità delle misurazioni dell’estrazione e del consumo di acqua da parte delle centrali nucleari”. Il quotidiano progressista ricorda, in proposito, l’improvviso aggiornamento delle statistiche del governo: “il consumo di acqua per le centrali è ora stimato al 12% del volume di acqua consumato ogni anno nella Francia continentale, anziché al 31%”.

L’emergenza climate change c’è. “Gli ultimi studi di EDF suggeriscono che il tasso di indisponibilità aumenterà di tre o quattro volte da qui al 2050”, avverte il rapporto della CdC.

CLIMA, NUCLEARE E IDROELETTRICO: LA SITUAZIONE IN ITALIA

Quanto al cambiamento climatico in Italia, a fine febbraio Ispra ha registrato che il fenomeno “è in atto ed è destinato a continuare: le temperature sono in aumento, l’andamento delle precipitazioni sta variando, ghiaccio e neve si stanno sciogliendo e il livello del mare si sta innalzando”. Un’emergenza globale ma anche nazionale, perché “negli ultimi trenta anni (1991–2020)” il nostro Paese ha registrato “valori di anomalia della temperatura media spesso superiori a quello medio globale sulla terraferma. Il 2022 risulta essere l’anno più caldo di tutta la serie dal 1961, con una marcata anomalia della temperatura media di +1,23 °C rispetto alla media climatologica 1991–2020, superiore di +0,58 °C rispetto al precedente record assoluto del 2018 e di +1,0 °C rispetto al valore del 2021”.

Quanto alle due fonti energetiche oggetto della relazione della CdC francese, secondo i dati Terna nel 2023 l’Italia ha consumato energia da idroelettrico per 39,832.5 GWh, recuperando parecchio terreno perso nel 2022 a causa di ingenti fenomeni siccitosi. Ma sulla materia idroelettrica persiste un problema legato alle concessioni ancora da risolvere. “Il recente DL Energia ha rappresentato l’occasione per riflettere su un intervento legislativo volto a prevedere che Regioni e Province Autonome possano optare per una procedura di rimodulazione della durata dei contratti di concessione, a fronte dell’impegno del concessionario ad attuare un piano pluriennale di investimenti, con evidenti benefici in termini energetici ed ambientali”, ha spiegato di recente Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

Quanto al nucleare, invece, il dibattito italiano prosegue da settembre promette passi avanti nella ricerca sui piccoli reattori modulari. “A giugno l’Italia avrà una propria roadmap per il nucleare”, ha promesso sul tema il ministro Pichetto.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su