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Piano Mattei

Gas ancora protagonista della transizione. La posizione di Confindustria Energia, Federmetano e Ebs

Cosa ne pensano le associazioni e cosa hanno detto in commissione Attività produttive alla Camera durante le audizioni sulle prospettive di attuazione e adeguamento della Sen tal Piano nazionale Energia e clima per il 2030.

Nel giorno in cui il Fondo monetario internazionale lancia l’allarme contro il cambiamento climatico che “resta una minaccia per la salute e le vite umane in molti paesi, ma anche un minaccia per l’attività economica”, in commissione Attività produttive alla Camera vanno in scena una serie di audizioni sulle prospettive di attuazione e adeguamento della Sen tal Piano nazionale Energia e clima per il 2030. Protagonisti questa volta Confindustria Energia – che valutato in 100 miliardi in 10 anni i costi per raggiungere i target del Pniec – Federmetano – che ha chiesto una serie di incentivi per il ricambio del parco circolante delle autovetture – e l’associazione Energia da biomasse solide (EBS)

SVILUPPARE NUOVA CAPACITÀ DI PRODUZIONE A GAS PER ASSICURARE IL PHASE OUT DEL CARBONE E NUOVE PARTNERSHIP TRA GAS E RINNOVABILI

“Considerando che la dipendenza dalle fonti fossili e dalla loro importazione è elevata non solo oggi – che è al 74% nel 2018 – ma continuerà ad esserlo anche nel 2030, diventa fondamentale uscire dalla contrapposizione tra fonti fossili e rinnovabili adottando una strategia inclusiva, di sistema, alla quale, grazie al mix fossile-rinnovabili, si possano traguardare tutti gli obiettivi assicurando l’affidabilità del sistema, minimizzando i costi e salvaguardando la competitività e l’occupazione del paese. Ciò significa lo sviluppo di nuova capacità di produzione a gas per assicurare il phase out del carbone, nuove partnership tra gas e rinnovabili, riduzione della dipendenza energetica attraverso anche la valorizzazione delle risorse nazionali, consentire il repowering e il revamping degli impianti Fer esistenti, salvaguardare tutti gli asset esistenti anche quelli fossili che permettono oggi di sostenere il sistema e dovranno farlo per un lungo periodo e spingere al massimo sull’efficienza energetica soprattutto nel settore edilizio”, ha evidenziato il manager.

PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DEL PNIEC SERVONO OLTRE 100 MILIARDI DI INVESTIMENTI IN UN DECENNIO

“È fondamentale parlare di infrastrutture per realizzare il Pniec. Non stiamo parlando solo di produzione ma anche di distribuzione e in un periodo di transizione come quello che ci aspetta, è ancora più importante che le infrastrutture energetiche vengano adeguate per assicurare le forniture”, ha ammesso Ricci sostenendo che per raggiungere gli obiettivi del Pniec servono oltre 100 miliardi di investimenti in un decennio. “Se non dovessimo fare questi investimenti, o farli solo in parte o in ritardo gli obiettivi del Pniec sarebbero vani”. Ricci ha poi parlato dei “rischi’ di un aumento eccessivo dei consumi di energia elettrica: “Se li aumentiamo troppo e non riusciamo a starci dietro con la produzione rinnovabile”, anche a causa dei ritardi delle autorizzazioni degli impianti, “rischiamo di non riuscire ad attuare il phase out dal carbone”. Gli iter autorizzativi “durano spesso troppi anni – ha chiosato Ricci -. Occorre quindi rivedere questo processo per snellire e facilitare la realizzazione di infrastrutture”.

NORME BLOCCANO OPPORTUNITÀ ECONOMIA CIRCOLARE

“L’economia circolare è una grande opportunità per un paese povero di materie prima ma gravato da rifiuti dove è possibile trasformare una minaccia in opportunità”. Ma “le barriere”, soprattutto normative, “rendono irrealizzabile questa opportunità”. Serve, dunque, anche in questo settore “quadro regolatorio per facilitare gli investimenti in nuove tecnologie”, ha aggiunto Ricci.

LA MOBILITÀ SOSTENIBILE VA BASATA SU UN MIX DI PRAGMATISMO E L’INCLUSIVITÀ E NEUTRALITÀ TECNOLOGICA

“Il modello di mobilità va basato sul pragmatismo e l’inclusività, non c’è un’unica soluzione ma vanno perseguite tutte in parallelo. Questo tema va affrontato non solo guardando alla decarbonizzazione ma anche la congestione delle grandi città. Ovvio che per muoversi verso una mobilità sostenibile i primi interventi sono quelli della mobilità condivisa e dello svecchiamento del parco veicolare italiano che è uno dei più vecchi d’Europa. Sarà poi fondamentale assicurare nelle decisioni, la neutralità tecnologica, altrimenti rischiamo di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica da una soluzione a un’altra. Siamo convinti che tutte le tecnologie possano ancora dare molto”. rifornimento

SERVE UN TAVOLO PERMANENTE O UNA CABINA DI REGIA CHE SEGUA L’EVOLUZIONE DEL PIANO

“Auspichiamo un tavolo permanente o una cabina di regia che segua l’evoluzione del piano e dove gli stakholder possano portare il loro contributo in modo inclusivo e non di contrapposizione perché la sfida è molto importante e nessuno può vincere da solo”, ha concluso Ricci.

FEDERMETANO: SERVONO INCENTIVI PER ACQUISTO EURO 6 CON ROTTAMAZIONE DELLE PIU’ INQUINANTI

In un documento illustrato in aula da Licia Balboni, presidente di Federmetano, l’associazione ritiene “necessario agevolare in modo continuativo il ricambio del parco circolante delle autovetture M1 (che nel 2018 era composto per il 36% da autovetture da Euro 0 a Euro 3) come pure dei mezzi adibiti al trasporto merci (da N1 a N3), con incentivi all’acquisto di un auto euro 6 prioritariamente alimentate a metano/gpl/ibrida /elettrica abbinati alla rottamazione di un veicolo da euro 0 a euro 3 con alimentazione diesel o benzina” nell’ambito comunque “di un principio di neutralità tecnologica” in modo da poter “sfruttare appieno tutte le soluzioni disponibili tenendo conto del rispettivo grado di maturità, rapporto costi-benefici e potenziali vantaggi nei singoli ambiti di utilizzo”. Non solo. Secondo la presidente di Federmetano il target di 1,1 miliardi di m3 al 2030 di biometano da utilizzare nei trasporti “è riduttivo rispetto alle potenzialità del settore”. Per questo “non concordiamo con l’ipotesi prevista nel Pniec di introduzione delle quote obbligatorie di immissione in consumo di biocarburanti eventualmente anche per il metano. Riteniamo che il gas naturale debba continuare a essere escluso da questo meccanismo in quanto ecologicamente più virtuoso rispetto a benzina e gasolio”. Inoltre, “il gas naturale compresso (Cng) è una soluzione già implementata e pronta all’uso anche per la distribuzione del biometano per autotrazione: sono in esercizio 1.370 distributori, di cui 47 presenti sulla rete autostradale”.

EBS: DA BIOMASSE IMPORTANTE CONTRIBUTO AL PNIEC

Andrea Bigai, in rappresentanza di Ebs, ha sottolineato il fortissimo contributo occupazionale del settore delle biomasse sia diretto che indiretto, il valore aggiunto a livello locale e il contributo fiscale degli impianti. Nel documento depositato in Commissione l’associazione fa cenno al Position Paper sulle agro energie elaborato dal ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e dal Crea, insieme a Coldiretti, Confagricoltura e Cia. “Scopo del commento è quello di dare il giusto risalto al contributo delle biomasse di origine agricola nel Piano nazionale Energia – Clima e meglio focalizzare gli adempimenti relativi al recepimento della direttiva RED II sulle energie rinnovabili. Il Ministro Centinaio ha segnalato la necessità di promuovere ulteriormente le bioenergie, che rappresentano una realtà fondamentale per il futuro dell’agricoltura italiana”. Viene segnalata, inoltre, “l’opportunità di mantenere gli attuali livelli di produzione al 2030 (20 TWh) attraverso la previsione di politiche e misure di sostegno che tengano conto della capacità delle biomasse di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, attraverso l’assorbimento della CO2”.

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