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Gas, cosa farà l’Italia prima del vertice dei ministri Energia UE

L’attuale governo non sembra intenzionato a prendere provvedimenti che prevedano uno scostamento di bilancio

Tetto o non tetto. O, se vogliamo dirla all’inglese, price cap or not. L’Europa non ha ancora deciso se introdurre un tetto al prezzo del gas. Nei prossimi giorni si svolgerà una riunione tecnica, ma una decisione potrà essere presa solo nel prossimo vertice dei ministri dell’Energia, in programma a metà settembre a Bruxelles. Le decisioni, però, potrebbero essere prese non prima del 6-7 ottobre, quando a Praga si riunirà il Consiglio Europeo.

L’esito del summit dipenderà dalla capacità dei rappresentanti europei di trovare un compromesso politico tra quei Paesi – tra cui l’Italia – che vorrebbero imporre un price cap e quelli che invece preferirebbero evitare. Uno dei primi Paesi ad aver imposto un veto è l’Olanda, che sta traendo benefici dalla crisi in atto.

IL PREZZO DEL GAS IN OLANDA E I SOSPETTI DI UNA SPECULAZIONE

In sei mesi in Olanda i prezzi del gas sono schizzati, crescendo di oltre il 1000% rispetto allo scorso anno. Ad Amsterdam, poi, si trova la borsa energetica, il punto di riferimento a livello europeo per fissare i prezzi dei nuovi contratti. L’ultima quotazione, intorno ai 340 euro al megawattora, per quasi tutti gli osservatori non ha riscontri sul mercato reale, cioè l’offerta non è così scarsa da giustificare l’impennata. Si tratterebbe quindi di speculazione, attuata soprattutto da fondi internazionali con contratti futures e derivati.

Ecco spiegato il motivo per cui l’Olanda non sembra disposta a rinunciare a questa sua situazione di vantaggio, dicendo con forza “no” alla possibilità di un price cap sul gas.

LA SITUAZIONE GAS IN ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia, per contrastare gli effetti della crisi energetica l’attuale governo in carica potrebbe licenziare presto un nuovo decreto legge. Una misura che – secondo quanto è filtrato in questi giorni da Palazzo Chigi – avrebbe però un carattere provvisorio, in attesa che ad occuparsi dettagliatamente del caro-bollette sarà il nuovo governo che uscirà fuori dalle elezioni del prossimo 25 settembre.

LA STRATEGIA DEL GOVERNO

L’ultimo aumento del prezzo del gas – che ha toccato la quota record di 339 euro a megawattora – ha inevitabilmente coinvolto i partiti politici: Lega e Azione ad esempio chiedono un intervento urgente del governo. Anche se un nuovo decreto sul caro-bollette sembrerebbe la soluzione più immediata, l’attuale governo non è intenzionato a prendere provvedimenti che prevedano uno scostamento di bilancio. Quindi, almeno per ora, nessun piano gas da 30 miliardi, come chiesto da Matteo Salvini; come detto, sarà il prossimo governo a scegliere e attuare le misure necessarie sul fronte energetico.

L’esecutivo, infatti, solo una volta quantificato l’ammontare delle entrate tributarie di agosto potrebbe emettere un nuovo decreto legge contro il caro-bollette, utilizzando però i fondi attualmente disponibili, senza ricorrere ad ulteriore debito.

Considerata la serietà dell’attuale situazione energetica del Paese, Draghi potrebbe intervenire rapidamente con un provvedimento più corposo, come gli viene chiesto da Salvini e Calenda. Il premier però sembra essere irremovibile sulla sua decisione di affrontare l’emergenza gas senza ricorrere ad uno scostamento di bilancio.

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