I dati GIE evidenziano un livello di riempimento inferiore rispetto all’anno scorso nonostante il clima mite. Bruxelles monitora i target di sicurezza mentre il prezzo al TTF resta stabile a 27,6 euro.
Il livello di gas naturale presente negli impianti di stoccaggio sotterraneo dislocati in tutto il continente europeo è sceso alla soglia psicologica del 69,61%, segnando una netta contrazione rispetto al 78,8% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dagli ultimi rilevamenti forniti da Gas Infrastructure Europe (GIE), che fotografano una stagione invernale caratterizzata da un intenso utilizzo delle riserve strategiche.
Dall’inizio ufficiale della stagione di riscaldamento, fissato convenzionalmente al 13 ottobre, i Paesi membri dell’Unione Europea hanno effettuato prelievi complessivi per circa 18 miliardi di metri cubi di gas, portando i volumi attualmente stoccati a quota 77,5 miliardi di metri cubi. In questo scenario continentale in flessione, l’Italia si distingue per una maggiore resilienza, mantenendo i propri stoccaggi a un livello dell’80,81%.
GLI OBIETTIVI UE E IL DISALLINEAMENTO NEI VOLUMI DI INIEZIONE
La situazione attuale pone l’attenzione sui rigidi protocolli di sicurezza energetica stabiliti da Bruxelles. La Commissione Europea, infatti, richiede tassativamente agli Stati membri di garantire un livello di riempimento delle strutture UGS pari al 90% nel periodo compreso tra il 1° ottobre e il 1° dicembre di ogni anno. Sebbene sia concessa una flessibilità tecnica del 10% per far fronte a condizioni di riempimento particolarmente complesse, i dati mostrano un gap strutturale: l’iniezione netta negli impianti europei all’inizio del semestre autunno-inverno si è fermata a soli 54,7 miliardi di metri cubi, contro i 61 miliardi di metri cubi che sarebbero stati necessari per soddisfare pienamente lo standard di riempimento ottimale.
L’INCIDENZA DEL FATTORE CLIMATICO E DELLE RINNOVABILI
Un elemento determinante nel rallentare il tasso di erosione delle riserve nel mese di dicembre è stato il clima. Le previsioni meteorologiche per la settimana in corso indicano il persistere di temperature miti in gran parte d’Europa, fattore che ha contenuto la domanda residenziale. Parallelamente, il mix energetico europeo ha beneficiato di un contributo rilevante, seppur in lieve calo, delle fonti rinnovabili: la quota di energia eolica nella produzione elettrica dell’UE, che a novembre si era attestata su una media del 20%, è scesa intorno al 18% nel mese di dicembre. Nonostante il prelievo netto dagli stoccaggi superi i 14 miliardi di metri cubi (bcm), le condizioni atmosferiche favorevoli stanno agendo da calmiere sulla velocità di svuotamento dei depositi.
PREZZI STABILI E QUOTAZIONI DI MERCATO
Le dinamiche dei volumi non sembrano al momento generare tensioni speculative sui mercati finanziari dell’energia. Al Ttf di Amsterdam, hub cruciale per il trading del gas naturale, le quotazioni rimangono pressoché inalterate. A metà pomeriggio, i contratti futures vengono scambiati a 27,6 euro al megawattora, segnalando un mercato che, per ora, non prezza rischi immediati di approvvigionamento.


