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Gas, la visione di Snam al 2050: l’Italia hub d’Europa con biometano e idrogeno

La domanda di gas al 2050 resterà stabile a 600 TWh, ma sarà coperta da molecole green. La rete esistente sarà l’asset strategico per la transizione e per l’export.
L’Italia si candida a diventare il grande hub energetico d’Europa, con una domanda di gas che al 2050 resterà robusta e pari a circa 600 TWh, ma che sarà soddisfatta da un mix rivoluzionario di molecole decarbonizzate: gas naturale con cattura della CO₂, biometano, idrogeno e derivati. In questo scenario, il nostro Paese non sarà più un semplice terminale di destinazione, ma una piattaforma strategica per l’esportazione di energia verso il cuore del continente. È la visione strategica che emerge dalla nuova nota tecnica di Snam, “Prospettive di Sviluppo delle Molecole Decarbonizzate per il 2050”.

IL FUTURO È NELLE MOLECOLE DECARBONIZZATE

Il documento di Snam chiarisce un punto fondamentale: l’elettrificazione non sarà l’unica via per la decarbonizzazione. Le molecole “svolgeranno un ruolo strategico”, si legge nelle conclusioni, soprattutto nei settori più difficili da convertire all’elettrico come l’industria “hard-to-abate”, il riscaldamento residenziale e i trasporti pesanti. La domanda complessiva di gas rimarrà quindi sostanzialmente invariata rispetto a oggi, ma a cambiare sarà la sua composizione, con una quota crescente di gas rinnovabili e low-carbon.

L’ITALIA DIVENTA IL GATEWAY ENERGETICO D’EUROPA

La trasformazione più radicale riguarda il ruolo geopolitico dell’Italia. Sfruttando la sua robusta e capillare infrastruttura, già interconnessa con i mercati europei e mediterranei, il Paese è destinato a diventare il principale “gateway del gas europeo”. Le stime indicano un potenziale di esportazione verso i Paesi dell’Est Europa tra i 150 e i 200 TWh al 2050, volumi necessari per sostituire definitivamente il gas russo. La rete attuale si configura quindi come “un elemento abilitante per l’integrazione dei diversi vettori energetici e come leva strategica per rafforzare l’indipendenza energetica del Paese”.

BIOMETANO, LA GRANDE SCOMMESSA NAZIONALE

Una delle colonne portanti di questa rivoluzione sarà il biometano, definito un “vettore strategico”. Grazie alla sua piena compatibilità con le reti esistenti, l’Italia può puntare su una solida produzione interna, valorizzando scarti agricoli, rifiuti organici (FORSU) ed effluenti zootecnici. Lo sviluppo di questo settore, che ha già visto una crescita esponenziale da 9 a 440 milioni di metri cubi tra il 2017 e il 2024, è cruciale. Anche se l’obiettivo di 5 miliardi di metri cubi al 2030 del PNIEC appare “ancora distante”, la filiera ha il potenziale per coprire una quota importante del fabbisogno nazionale.

IDROGENO, LA SFIDA DELL’IMPORT E DELLA PRODUZIONE

L’approvvigionamento di idrogeno si baserà su una duplice strategia: produzione nazionale e importazioni. La produzione domestica di idrogeno verde, stimata a 18 TWh al 2040, sarà concentrata nel Sud Italia per la maggiore disponibilità di rinnovabili. Tuttavia, per coprire l’intera domanda (tra 68 e 92 TWh al 2040) saranno necessarie massicce importazioni (tra 50 e 73 TWh). In questo scenario, progetti come l’Italian Hydrogen Backbone e il corridoio europeo SoutH2Corridor diventano cruciali per fare dell’Italia un “gateway energetico nel Mediterraneo”.

IL RUOLO CHIAVE DELLA CCS E DEGLI STOCCAGGI GAS

Per decarbonizzare il gas naturale e le industrie pesanti, la tecnologia di cattura e stoccaggio della CO₂ (CCUS) assume un “ruolo fondamentale”. Il progetto Ravenna CCS, sviluppato da Eni e Snam, è la prima, grande iniziativa in tal senso, con l’obiettivo di stoccare fino a 4 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno entro il 2030. Un’indagine di mercato ha già rivelato un interesse da parte delle industrie per volumi pari a 27 Mton/anno. Parallelamente, gli stoccaggi di gas (con una capacità di 18,5 miliardi di metri cubi) si confermano un’infrastruttura “fondamentale per la sicurezza energetica e la gestione efficiente del sistema”, garantendo flessibilità stagionale e stabilità dei prezzi.

IL GAS NATURALE, PONTE VERSO IL FUTURO

Nel percorso verso il 2050, il gas naturale manterrà un ruolo chiave come “abilitatore” della transizione. La crisi russo-ucraina ha già innescato una trasformazione strutturale dei flussi, con un crollo delle importazioni da Tarvisio (-80% tra il 2022 e il 2023) e un ruolo sempre più centrale del gas proveniente da Sud (Algeria e Azerbaijan) e del GNL. Questa diversificazione, unita alla valorizzazione della produzione nazionale, “contribuirà ad accrescere la flessibilità del sistema, favorendo una più solida sicurezza energetica”.

 

05_SNAM_Prospettive di sviluppo molecole 2050

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