La resistenza agli aumenti dei prezzi non è stata uniforme all’interno del mercato tedesco del gas, né specifica del settore. Anche all’interno di settori ad alta intensità di gas come quello chimico, si sono potute osservare differenze nell’impatto sulle aziende. Cosa dice lo studio del The Oxford Institute of Energy Studies
Una analisi condotta dal The Oxford Institute of Energy Studies esamina la posizione unica della Germania come maggiore consumatore di gas del continente e il suo ruolo emergente come hub di importazione e trasporto, sia da nord-sud che da ovest-est. Anche la domanda tedesca di gas industriale è significativamente più elevata in termini di percentuale della domanda totale, pari al 35% prima della crisi rispetto a una media del 20% nell’UE. Il documento esamina gli impatti contrastanti che il rally del prezzo del gas ha avuto sugli industriali tedeschi, in particolare nel settore chimico. Ciò spiega le diverse strategie osservate tra le aziende in questo settore. Si concentra un’attenzione particolare su BASF come caso di studio, la più grande azienda chimica in Europa e che ha investito pesantemente in joint venture russe, nonché nel suo portafoglio internazionale negli Stati Uniti e in Asia.
IL MERCATO TEDESCO DEL GAS
Essendo la più grande economia industriale d’Europa e, prima della guerra in Ucraina, fortemente dipendente dalle esportazioni di gas russo, la Germania è stata pesantemente colpita dall’interruzione del gas russo nel 2022. Dopo aver superato l’inverno 2022-2023 senza alcuna carenza di offerta, le prospettive del mercato tedesco del gas per l’inverno 2023/24 sono più certe, anche se il contesto macro si è oscurato, con il PIL in lieve contrazione dal quarto trimestre del 2022.
Secondo quanto evidenzia l’OIES, la disponibilità di GNL importato attraverso tre nuovi terminali del Baltico, gli elevati livelli di stoccaggio autunnali e l’aspettativa che la domanda industriale tedesca sarà inferiore a quella dell’inverno 2022/23 significa che il rischio di prezzo, piuttosto che il rischio di offerta, è più importante. La crisi ucraina nel 2022 ha sottolineato il ruolo svolto dal gas russo importato a prezzi moderati nel sostenere l’industria tedesca, nonostante il crescente elenco di ostacoli che l’economia tedesca deve affrontare, tra cui una manodopera meno competitiva, una pesante regolamentazione ambientale e altre burocrazie governative.
L’analisi realizzata dall’OIES sottolinea che il consumo di gas in Germania nel 2022 è diminuito di oltre il 13% rispetto al 2021 un calo inferiore all’obiettivo di meno 20%, ma in linea con la tendenza generale europea, che ha mostrato un calo di circa il 13%. Mentre i settori dell’industria e del teleriscaldamento hanno ridotto fortemente il consumo di gas, altri settori, come quello residenziale e commerciale, hanno registrato un calo minore. Il settore dell’energia elettrica ha ridotto la domanda in misura leggermente inferiore rispetto alla media generale, il che è in qualche modo sorprendente, dal momento che ci si aspettava che la riduzione della domanda da parte di questo settore fosse una delle principali leve per la riduzione della domanda, cosa che si è verificata in altri Paesi europei.
INDUSTRIA TEDESCA: LA SITUAZIONE NEL 2023
Secondo le statistiche e le altre fonti disponibili, l’industria tedesca è riuscita a evitare qualsiasi riduzione fisica della fornitura di gas durante lo scorso inverno. La ricerca condotta dal The Oxford Institute of Energy Studies analizza la situazione settoriale e include un breve caso di studio di BASF, l’azienda chimica leader a livello mondiale. In termini di metodologia, l’analisi si basa su risorse disponibili al pubblico, come comunicati stampa, articoli di giornale e relazioni annuali delle società quotate in borsa.
Secondo quanto evidenzia l’analisi, infatti, nonostante gli avvertimenti dei politici tedeschi sulla possibilità di una carenza di forniture di gas durante l’inverno 2022/23, non si sono verificate interruzioni fisiche, un risultato confermato dalle dichiarazioni delle autorità tedesche e supportato dall’analisi dei rapporti e delle interviste delle aziende. Mentre il gas come parametro di input diretto, sia per la produzione di energia elettrica o calore, sia come materia prima diretta, non ha subito interruzioni, alcune aziende hanno riferito di aver avuto problemi fisici nell’approvvigionamento di alcuni prodotti “legati al gas”.
Anche se non si sono verificate interruzioni fisiche (una delle principali preoccupazioni di molti operatori di mercato e del governo tedesco), i prezzi del gas naturale sono rimasti una delle principali preoccupazioni per molte aziende tedesche. Secondo la ricerca condotta dall’OIES, in totale, si è visto che 12 società sono state principalmente colpite dalla crisi del gas, di cui nove appartengono esclusivamente o in gran parte al settore chimico.
CRISI SCONGIURATA, PER ORA
Secondo l’analisi dell’OIES, la maggior parte delle aziende (soprattutto PMI e/o industrie non energivore) non sono state pesantemente colpite dagli aumenti dei prezzi all’ingrosso. Ciò è dovuto a contratti di fornitura a lungo termine con prezzi fissi per diversi anni o, anche se i prezzi sono stati aumentati entro la fine dell’anno, alla quota trascurabile dei costi energetici nei costi di produzione totali.
Alcune aziende, però, sono state pesantemente colpite dagli aumenti dei prezzi dell’energia. Ciò riguarda soprattutto le industrie su larga scala e ad alta intensità energetica, poiché queste si approvvigionano di gas direttamente sui mercati all’ingrosso, o almeno hanno contratti di fornitura con una certa indicizzazione ai prezzi all’ingrosso. Gli effetti sui prezzi sono ancora più importanti nelle industrie in cui il gas viene utilizzato non solo come fonte di energia, ma anche come materia prima. -Tuttavia, anche all’interno di questo gruppo di aziende si osservano alcune differenze. Mentre alcune sono state in grado di trasferire gli aumenti del prezzo dell’energia ai clienti (e in alcuni casi l’aumento del prezzo dei prodotti finali è stato addirittura superiore all’aumento del costo dell’energia), altre non lo hanno fatto.
Infine, la resistenza agli aumenti dei prezzi non è stata uniforme all’interno dell’industria tedesca, né specifica del settore. Anche all’interno di settori ad alta intensità di gas come quello chimico, si sono potute osservare differenze nell’impatto sulle aziende. I fattori di differenziazione includono lo specifico portafoglio di prodotti delle aziende, le strategie di approvvigionamento energetico o il rapporto con gli operatori russi del gas.