Advertisement vai al contenuto principale
Mozambico

Gli Stati Uniti potrebbero spedire più GNL in Europa?

Le esportazioni statunitensi attualmente sono limitate dalla capacità di liquefazione del Paese e da un’interruzione presso l’impianto di Freeport LNG

Gli Stati Uniti, il principale produttore mondiale di gas naturale, vogliono inviare più GNL in Europa per aiutare i loro alleati a rompere la loro dipendenza dal gas russo, dopo che Mosca ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio scorso.

Le esportazioni statunitensi però sono limitate dalla capacità di liquefazione del Paese e da un’interruzione in corso presso l’impianto di Freeport LNG, dopo che, a giugno, il secondo più grande impianto di esportazione di GNL degli Stati Uniti è stato colpito da un incendio.

La Russia, un tempo il più grande fornitore di gas d’Europa, quest’anno ha già tagliato le esportazioni per vari motivi, tra cui la chiusura di gasdotti vicino alle zone di battaglia in Ucraina e le controversie con i clienti che si rifiutano di pagare il gas in rubli.

Il fornitore di dati Refinitiv ha affermato che la Russia da metà giugno ha esportato circa 3,7 miliardi di piedi cubi al giorno (bcfd) di gas sulle tre linee principali in Germania: Nord Stream 1 (Russia-Germania), Yamal (Russia-Bielorussia-Polonia-Germania) e sulla rotta Russia-Ucraina-Slovacchia-Repubblica Ceca-Germania.

Un valore in calo rispetto ai circa 6,5 bcfd di inizio giugno e più che dimezzato rispetto alla media di 9,4 bcfd di luglio 2021. Le esportazioni russe probabilmente diminuiranno ulteriormente quando il Nord Stream 1 chiuderà per manutenzione, da oggi al 21 luglio. Alcuni sul mercato temono che il gasdotto possa non tornare operativo in tempo.

La Russia, il secondo fornitore di gas al mondo, nel 2021 ha prodotto circa 67,9 bcfd ed esportato 24,4 bcfd, la maggior parte dei quali (circa 15,0 bcfd) è andata all’Unione Europea.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, il gas russo nel 2021 ha rappresentato circa il 45% delle importazioni UE e quasi il 40% del suo consumo totale, pari a circa 39 bcfd.

Un miliardo di piedi cubi è abbastanza gas per circa cinque milioni di case degli Stati Uniti per un giorno.

QUANTO GAS ESPORTANO GLI STATI UNITI?

Secondo le proiezioni dell’Energy Information Administration (EIA) gli Stati Uniti nel 2022 produrranno circa 96,5 bcfd di gas ed esporteranno circa 11,9 bcfd come GNL. La previsione dell’EIA è stata fatta però prima della chiusura dell’impianto GNL di Freeport, in Texas, l’8 giugno scorso.

Freeport LNG ha stimato che l’impianto – che prima della chiusura consumava circa 2 bcfd di gas – potrebbe riprendere le operazioni entro ottobre. Alcuni analisti, tuttavia, ritengono che l’interruzione durerà più a lungo.

Nel 2021 gli Stati Uniti hanno esportato la cifra record di 9,8 bcfd di gas come GNL, di cui 3,3 bcfd (il 34%) in Europa. Nel 2021 la maggior parte del GNL statunitense è andato in Asia perché i prezzi erano in media di 18 dollari per milione di unità termiche britanniche (mmBtu) contro i 16 dollari dell’Europa.

Finora, nel 2022, gli Stati Uniti hanno esportato circa 11,0 bcfd di gas GNL, con 7,5 bcfd (il 68%) che è andato in Europa, dove i prezzi sono stati in media di 33 dollari per mmBtu contro i 29 dollari dell’Asia.

QUANTO ALTRO GAS POSSONO ESPORTARE?

Gli Stati Uniti potranno esportare più gas, ma ci vorrà del tempo. I sette grandi impianti di GNL degli Stati Uniti, incluso Freeport LNG, attualmente hanno una capacità di esportazione di circa 13,6 bcfd. Più avanti, nel corso del 2022, quando le ultime unità dell’impianto di Calcasieu Pass di Venture Global LNG in Louisiana entreranno in servizio, la quota salirà a 13,8 bcfd.

Nel 2023 la capacità di esportazione di GNL degli Stati Uniti potrebbe raggiungere i 14,2 bcfd, se il progetto New Fortress Energy Fast GNL nel Golfo del Messico riceverà i permessi ed entrasse in servizio, come previsto.

CHI ALTRI PUÒ SOSTITUIRE LE FORNITURE RUSSE?

L’Europa può aumentare le forniture di gas aumentando la produzione interna, importando più carburante per i gasdotti da Paesi come l’Azerbaigian e la Norvegia e importando più GNL.

Secondo i dati Refinitiv, finora nel 2022 l’Europa ha già aumentato le importazioni di GNL dai circa 10,7 bcfd del 2021, ad una media di 17,4 bcfd.

Se la maggior parte di quel GNL aggiuntivo proveniva dagli Stati Uniti, molti altri Paesi hanno incrementato le esportazioni durante la prima metà di quest’anno, tra cui Guinea Equatoriale, Egitto, Camerun, Papua Nuova Guinea, Malesia, Australia, Norvegia, Oman e Perù.

Alcune di queste esportazioni di GNL, tuttavia, non sono andate in Europa ma in altre parti del mondo, per sostituire i carichi che sono stati dirottati verso l’Europa.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su