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PONTE SULLO STRETTO

Governo accelera procedure VIA e strizza l’occhio a Ponte sullo Stretto e Diga di Genova per raggiungere obiettivi Nato

Un emendamento al DL Infrastrutture semplifica le valutazioni ambientali per progetti a scopo di difesa nazionale, mentre si alzano polemiche sulla possibilità di includere il Ponte sullo Stretto e altre opere nelle spese militari.

Il Governo fa sul serio e vuole a tutti costi raggiungere gli obiettivi Nato del 5% delle spese militari. A conferma di ciò è stato approvato un emendamento al Dl Infrastrutture che introduce una misura di semplificazione in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA) per i progetti infrastrutturali, aventi quale unico obiettivo la difesa nazionale.

VIA ACCELERATE PER LA DIFESA NAZIONALE

L’emendamento approvato prevede tempi ridotti a 30 giorni per l’adozione del decreto del Ministro dell’Ambiente che esonera dalla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) i progetti “aventi quale unico obiettivo la difesa nazionale”.

IL PONTE E LE SPESE NATO: UN BINOMIO DISCUSSO

La novità deliberata dalla riunione congiunta delle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera potrebbe rappresentare il via libera definitivo alla realizzazione di due importanti opere che l’esecutivo starebbe pensando di conteggiare proprio nell’ambito dei fondi Nato. Le due opere sarebbero il Ponte sullo Stretto di Messina e la Diga Forenea di Genova.
Secondo quanto riportato qualche settimana fa da Il Fatto Quotidiano, il Governo starebbe infatti valutando la possibilità di inserire il Ponte sullo Stretto tra le spese finanziabili nell’ambito del rafforzamento del contributo europeo alla Nato, insieme a carabinieri, fiamme gialle e servizi meteo. Anche la nuova diga foranea del porto di Genova rientrerebbe in questa logica. L’obiettivo sarebbe raggiungere il 5% del PIL destinato alle spese militari entro il 2035, quota che può includere infrastrutture a valenza anche militare per un 1,5%.

“DEFINIZIONE AMBIGUA” E RISCHI PER L’AMBIENTE

L’emendamento ha suscitato forti critiche da parte della Cgil. Il segretario confederale Gesmundo ha definito ieri la descrizione di “difesa nazionale” come “ambigua e arbitraria, che può facilmente essere estesa ad opere civili o infrastrutturali, come nel caso del Ponte”. La Cgil teme “un disegno normativo che punta a silenziare ogni opposizione, a limitare la partecipazione dei territori, a cancellare la tutela ambientale in nome di un modello di sviluppo autoritario”.

“GENOVA DIVENTA OBIETTIVO MILITARE”: LA POLEMICA SULLA DIGA

Anche la decisione di includere la nuova diga foranea del porto di Genova tra le infrastrutture a valenza militare ha sollevato polemiche. Il deputato M5S Roberto Traversi e il senatore M5S Luca Pirondini hanno annunciato un’interrogazione parlamentare, denunciando il rischio che “Genova rischia di diventare un obiettivo sensibile dal punto di vista militare” si legge sempre sul Fatto Quotidiano.

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