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Idroelettrica

Quali sono i veri costi dell’idroelettrico

Uno studio condotto dalla Michigan State University mette a nudo tutti i costi ambientali, sociali ed economici di una fonte meno “green” di quanto si possa immaginare

La costruzione di dighe comporta costi ambientali e sociali più elevati di quanto precedentemente stimato. È quanto suggerisce uno studio citato da Phys.org e condotto da ricercatori della Michigan State University pubblicato su “Proceedings of National Academy of Sciences” (PNAS).

ECCO I COSTI DI CUI NON SI TIENE CONTO NEI PROGETTI

rinnovabiliSecondo lo studio dell’Università del Michigan “quando viene costruita una grande diga, il risultato è una perdita a valle di molte specie ittiche importanti per le popolazioni fluviali. I costi dei progetti di queste enormi infrastrutture non tengono conto delle perdite economiche e sociali” a cui possono andare incontro “le comunità che devono, ad esempio, guadagnarsi da vivere magari per i prossimi 15 o 20 anni malgrado le riduzioni degli stock ittici”, ha spiegato il principale autore dello studio Emilio Moran che è anche visiting professor dell’Università di Campinas, nello stato di San Paulo, in Brasile. Non solo. I grandi progetti idroelettrici non tengono conto di alcuni elementi di impatto ambientale come la deforestazione e la perdita di biodiversità o delle conseguenze sociali come lo spostamento di migliaia di persone da determinate aree con notevoli danni anche economici. Infine non vengono prese adeguatamente in considerazione, secondo lo studio, i cambiamenti climatici che una simile infrastruttura può provocare nel territorio, in termini di minore quantità di acqua disponibile determinata dalle necessità di stoccaggio e generazione dell’elettricità.

NEI PAESI SVILUPPATI NON SI COSTRUISCONO PIÙ DIGHE

Propri per questi motivi, osserva lo studio, molti paesi sviluppati hanno smesso di costruire grandi dighe e sono passati a impianti idroelettrici più piccoli. Al contrario paesi in via di sviluppo come il Brasile stanno ancora investendo nella costruzione di grandi dighe. “Noi sosteniamo che la costruzione di grandi dighe nei paesi in via di sviluppo debba sempre essere preceduta da una valutazione minuziosa del loro costo reale, compreso l’impatto ambientale e sociale che hanno”, ha osservato Moran.

I COSTI SOCIALI DELLE DIGHE NON ATTIRANO L’ATTENZIONE DEL GRANDE PUBBLICO

La scoperta dei costi ambientali delle grandi centrali idroelettriche non è un elemento nuovo, ma non sembra attirare l’attenzione del grande pubblico come avviene invece per altre forme di produzione di energia elettrica. L’Union of Concerned Scientists, ad esempio, cita un articolo sugli impatti ambientali e sociali della diga più grande del mondo, quella delle Tre Gole, in Cina. La sua costruzione ha comportato l’inondazione di un’enorme regione, la distruzione di interi ecosistemi, danneggiamenti degli habitat della fauna selvatica e reso necessario il trasferimento di intere comunità dalla zona. Il numero totale di persone sfollate a causa del progetto è stato di 1,13 milioni.

ANCHE IL COSTO DI DECOMMISSIONING NON VIENE PRESO IN CONSIDERAZIONE rinnovabili

Inoltre, prosegue lo studio, le dighe non durano per sempre. Hanno bisogno di essere ‘pensionate’ e smantellate e anche questo ha un costo finanziario elevato. “Il costo della rimozione di una diga una volta terminata la sua vita utile è estremamente alto, e dovrebbe essere preso in considerazione nel calcolo del costo totale di un nuovo sviluppo idroelettrico – osserva Moran -. Se il costo di rimozione dovesse essere incluso, molte dighe non verrebbero costruite. Sarebbe molto più costoso produrre un chilowattora di elettricità attraverso un complesso idroelettrico con una vita utile di 30-50 anni, come quelli in costruzione in Brasile”.

L’IDROELETTRICO E’ LA PRINCIPALE FONTE RINNOVABILE AL MONDO

Secondo gli autori dello studio, l’energia idroelettrica è la principale fonte di energia rinnovabile in tutto il mondo, pari al 71% del totale nel 2016. I paesi sviluppati in Nord America e in Europa hanno costruito migliaia di dighe tra il 1920 e il 1970, fino a quando i migliori siti non erano già stati sviluppati e le preoccupazioni ambientali e sociali rendevano inaccettabili i costi. Molti grandi sviluppi idroelettrici in questi paesi sono ormai giunti a fine vita ed sempre più alto il numero di dighe che vengono dismesse rispetto a quelle costruite. Solo negli Stati Uniti sono state smantellate 546 dighe tra il 2006 e il 2014.

DALLO SCOPO SOCIALE ALLA PRODUZIONE ELETTRICA TOUT COURT

Secondo Moran, le prime dighe furono costruite nel Nord America e in Europa per fornire energia alle aree rurali e fornire acqua per i sistemi di irrigazione. “Questi progetti avevano uno scopo sociale”, ha detto. Al contrario, le dighe ora in costruzione lungo i fiumi del bacino amazzonico in Sud America, sul fiume Congo in Africa e sul fiume Mekong nel sud-est asiatico sono principalmente progettate per fornire energia aire imprese, senza alcun beneficio per le comunità locali. Alcuni casi emblematici citati nel rapporto riguardano proprio il Brasile: nel bacino amazzonico, dove sono state progettate 147 dighe in un’area di 6 milioni di km², di cui 65 in Brasile, gli sviluppi idroelettrici hanno interessato popolazioni di pesci e dinamiche in una regione con circa 2.320 specie ittiche. Il numero di pesci nelle Tocantins, che defluisce nell’Atlantico vicino alla foce dell’Amazzonia, è diminuito del 25% dopo che le dighe sono state installate lungo il fiume. Nell’area della diga di Tucuruí, sempre nell’Amazzonia brasiliana, il pescato è diminuito del 60% quasi immediatamente dopo la costruzione della diga e oltre 100.000 persone che vivono a valle sono state colpite economicamente dalla perdita del pescato e da un calo delle rese nel settore agricolo.

mare rinnovabiliLE ALTERNATIVE ALLE DIGHE

Un’alternativa alle dighe tradizionali raccomandata dagli autori è la tecnologia delle turbine sommerse o in-stream, nota anche come “zero head” perché non è richiesto alcun dislivello. Questa soluzione potrebbe fornire energia costante alle comunità fluviali a basso costo ed è molto più rispettosa dell’ambiente. Inoltre, non comporta lo spostamento degli abitanti locali o altri costi sociali delle dighe. “Questa tecnologia potrebbe essere utilizzata in tutto il Brasile ovunque ci siano corsi d’acqua relativamente piccoli con tassi di scarico superiori a 1 metro cubo al secondo, ha detto Moran -. Piccole turbine possono anche essere installate vicino alle dighe per integrare la produzione di energia ed eliminare la necessità di costruirne altre”.

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