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Idrogeno

Idrogeno dagli imballaggi in plastica nell’accordo Eni-Corepla

L’intesa, che è stata firmata da Giuseppe Ricci, Eni Chief Refining & Marketing Officer, e da Antonio Ciotti, Presidente di Corepla, definisce la costituzione di un gruppo di lavoro congiunto che nei prossimi sei mesi valuterà l’avvio di progetti di ricerca

Eni e Corepla, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica, hanno sottoscritto un accordo finalizzato ad avviare progetti di ricerca per produrre idrogeno dai rifiuti di imballaggi in plastica non riciclabili.

AL VIA GRUPPO DI LAVORO CONGIUNTO PER VALUTARE L’AVVIO DI PROGETTI DI RICERCA

eniL’intesa, che è stata firmata da Giuseppe Ricci, Eni Chief Refining & Marketing Officer, e da Antonio Ciotti, Presidente di Corepla, definisce la costituzione di un gruppo di lavoro congiunto che nei prossimi sei mesi valuterà l’avvio di progetti di ricerca per produrre idrogeno e biocarburanti di alta qualità da rifiuti plastici. Il gruppo di lavoro analizzerà le evoluzioni che il mercato degli imballaggi non meccanicamente riciclabili avrà nei prossimi anni e studierà le tipologie di rifiuti utilizzabili per sviluppare un virtuoso e innovativo processo di economia circolare e massimizzare l’avvio a recupero, in linea con le nuove direttive europee.

L’OBIETTIVO È UTILIZZARE IL COSIDDETTO PLASMIX OGGI DESTINATO QUASI ESCLUSIVAMENTE AL RECUPERO ENERGETICO

Con la raccolta differenziata, gli imballaggi in plastica vengono infatti selezionati e avviati al riciclo per essere reimpiegati, prevalentemente attraverso la trasformazione in scaglie e granuli, per poi divenire materia prima utile a creare nuovi prodotti. Non tutto, però, può essere riciclato: il cosiddetto plasmix, un insieme di imballaggi post-consumo costituito da plastiche eterogenee che oggi non trovano sbocco nel mercato del riciclo, viene quasi esclusivamente destinato a recupero energetico e in piccola percentuale in discarica. Grazie all’intesa sottoscritta potrebbe essere invece riciclato e trasformato in una nuova materia prima.

ENI RAFFORZA E SVILUPPA IL PROPRIO PERCORSO STRATEGICO DI APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

Con questo accordo Eni rafforza e sviluppa il proprio percorso strategico di applicazione dei principi dell’economia circolare al business, grazie alla ricerca e alle tecnologie sviluppate. Grazie al brevetto Ecofining™ dal 2014 produce a Porto Marghera, e a breve anche a Gela, biocarburanti di alta qualità da oli alimentari usati e di frittura, grassi animali e altri scarti non edibili attraverso un processo in cui l’idrogeno è un componente essenziale per neutralizzare l’ossigeno degli oli vegetali e convertire i trigliceridi in isoparaffine e paraffine, annullando del tutto la presenza di zolfo, azoto e poliaromatici nel biocarburante. Un altro importante tassello dell’economia circolare di Eni è il “Waste to fuel”: un impianto pilota è stato realizzato a Gela per testare la produzione di bio olio e bio metano dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), i cui risultati saranno fondamentali per la annunciata realizzazione su scala industriale di impianti a Ravenna, a Porto Marghera e in prospettiva in altri siti industriali dismessi in Italia e anche all’estero.

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