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Idrogeno

Idrogeno, quali sono le sfide e le prospettive secondo le aziende

I progetti hanno bisogno di Finalizzare l’investimento entro il 2022 per raggiungere i primi obiettivi previsti da Bruxelles. L’ idrogeno verde è come gli “smartphone pre-2007”, afferma la Bank of America.

L’implementazione dell’idrogeno rinnovabile e la neutralità della Co2 rimangono a portata di mano, ma la politica e gli investimenti dovranno andare di pari passo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Ne sono convinti gli stakeholder di settore che ne hanno discusso alla prima conferenza annuale Platts Hydrogen Markets Europe organizzata da S&P Global Platts.

COSA DICE ENGIE

Secondo il CEO della business unit idrogeno di Engie, Michele Azalbert, “l’idrogeno avrà un ruolo chiave nei settori in cui la Co2 è difficile da eliminare e nella mobilità dove l’elettrificazione non può essere la soluzione, ma le sfide rimangono. La questione chiave ora è come implementare e dove dirigere i sussidi – ha detto Azalbert -. C’è un’enorme quantità di denaro che deve essere investita nei prossimi anni”.

IL PENSIERO DI AIR LIQUIDE

L’uso dell’idrogeno potrebbe essere percepito in tutti i settori, non solo in Europa ma in tutto il mondo, ha detto il vicepresidente della linea di global business dell’energia a idrogeno di Air Liquide, Pierre Etienne Franc. Secondo il suo pensiero “gli investimenti e le strategie dovrebbero essere abbinate alle norme di sicurezza globale, come la miscelazione dell’idrogeno nella rete del gas e ad altre questioni simili – ha spiegato Franc -. Dalla comunità globale, abbiamo bisogno di regole chiare che spingano in avanti. “Abbiamo bisogno di condizioni di parità per l’idrogeno pulito e verde, se otterremo quel consenso, allora l’idrogeno diventerà l’energia principale per il futuro”.

PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI UE LE DECISIONI DI INVESTIMENTO VANNO PRESE ENTRO IL 2022

Azalbert ha ricordato gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea che prevede di aumentare la capacità degli elettrolizzatori a 6 GW per produrre 1 milione di metri cubi di idrogeno verde entro il 2024 e a 40 GW, per realizzare 10 milioni di metri cubi, entro il 2030. I progetti su larga scala dovranno, tuttavia, essere avviati almeno due anni prima di questa data. “Costruire gli impianti a idrogeno e gestire i permessi richiede due anni – ha ammesso -. Se vogliamo essere pronti entro il 2024, dobbiamo prendere la decisione di investire entro il 2022. E’ quasi domani”.

Il ruolo di Engie ma anche di altri stakeholder di settore, sarebbe duplice: integrare i diversi strati della catena del valore, insieme allo sviluppo del progetto, compresa la produzione rinnovabile, la dissalazione dell’acqua e la ricerca di soluzioni di stoccaggio. Gli sviluppatori di progetti avrebbero bisogno di trovare dei clienti per l’idrogeno, e allo stesso tempo di raccogliere sussidi per colmare il divario di prezzo tra l’idrogeno rinnovabile (verde) e l’idrogeno prodotto in modo convenzionale da combustibili fossili (grigio), ha detto Azalbert.

LE SFIDE DA RISOLVERE

Dal punto di vista dei volumi, ma anche dal punto di vista dell’abbattimento di Co2, la strategia della Commissione europea ha ancora delle domande a cui rispondere, ha detto il responsabile degli scenari energetici di Platts Analytics, Roman Kramarchuk. “Si tratta in particolare del massiccio assorbimento della produzione di idrogeno rinnovabile”.

I responsabili politici, secondo il suo giudizio, dovrebbero dare più indicazioni su dove dovrebbe andare a finire quella limitata quantità di combustibile che l’Ue ha intenzione di produrre: che sia verso l’abbattimento del carbonio nei settori dell’acciaio o dei trasporti, o verso l’iniezione nella rete del gas.

“Se non verrà definito l’approccio per il modo in cui l’idrogeno arriverà all’utente finale, ciò rappresenterà una carenza chiave per l’implementazione dell’idrogeno stesso – ha chiarito -. Se non si riesce a far arrivare l’idrogeno all’utente finale dove può decarbonizzarsi in modo relativamente economico, il combustibile sarà messo in discussione nel lungo periodo”.

ALTRO NODO I COSTI DEL TRASPORTO

Kramarchuk ha anche sottolineato che l’ambizione della Commissione Ue di importare idrogeno rinnovabile, in particolare dal Nord Africa, dipenderà molto dai costi di trasporto che rimarranno una preoccupazione fondamentale. “Questo sarà il punto critico quando cercheremo di raggiungere un mercato globale”, ha ammesso.

L’IDROGENO VERDE È COME GLI “SMARTPHONE PRE-2007” SECONDO BANK OF AMERICA.

Intanto, secondo gli analisti di Bank of America il mercato dell’idrogeno potrebbe valere più di 11 trilioni entro il 2050, con il settore delle energie rinnovabili e dei servizi di pubblica utilità tra quelli destinati a beneficiarne maggiormente. Gli analisti banca hanno paragonato questo combustibile agli smartphone prima del 2007 e Internet prima dell’era delle dot-com.

Già all’inizio di questo mese, gli analisti di Goldman Sachs avevano affermato che il mercato dell’idrogeno verde potrebbe valere 10 trilioni di euro entro il 2050, suddiviso tra Asia, Stati Uniti ed Europa.

Gli analisti di Bank of America hanno fatto eco a questi sentiment rialzisti, prevedendo che il combustibile potrebbe generare 2,5 trilioni di dollari ricavi diretti e 11 trilioni di potenziali infrastrutturali indiretto, tra cui produzione, stoccaggio e attrezzature, entro il 2050.

Inoltre, hanno affermato che l’idrogeno verde potrebbe essere “la chiave nella lotta contro il riscaldamento globale” e fornire fino al 24% del nostro fabbisogno energetico entro il 2050.

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