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auto emissioni

Si chiude (per il momento) il braccio di ferro tra Ue e produttori di auto per le norme sulle emissioni di CO2

Il regolamento modificato prevede che il rispetto degli obiettivi specifici per le emissioni dei costruttori di auto per il triennio 2025, 2026 e 2027 sarà valutato sulla base della media delle prestazioni di ciascun costruttore nei 3 anni, anziché annualmente

Il Consiglio dell’Unione europea oggi ha adottato una modifica mirata al regolamento sulle norme in materia di emissioni di CO2 per le nuove autovetture e i nuovi furgoni, volta a garantire ai costruttori di auto la flessibilità necessaria per raggiungere i loro obiettivi di emissione per il 2025.

Si tratta dell’ultima fase della procedura decisionale. Il regolamento modificato prevede che il rispetto degli obiettivi specifici per le emissioni dei costruttori di automobili per il triennio 2025, 2026 e 2027 sarà valutato sulla base della media delle prestazioni di ciascun costruttore nei 3 anni, anziché annualmente.

Già lo scorso 8 maggio l’industria europea dell’auto era riuscita ad indebolire le norme Ue sulle emissioni di CO2, con il Parlamento europeo che ha approvato l’iniziativa con 458 eurodeputati a favore, 101 contrari e 14 astenuti. Gli sforzi verdi di Bruxelles si erano infatti scontrati con la crescente resistenza dei produttori.

LA PROPOSTA PER RIDURRE LE EMISSIONI DEL 15% ENTRO IL 2025

L’idea originale era di obbligare le case automobilistiche europee a ridurre le emissioni del 15% entro il 2025 rispetto al valore di riferimento del 2021. I produttori che non avessero raggiunto l’obiettivo avrebbero dovuto pagare 95 euro per ogni grammo di CO2/km emesso oltre il limite per veicolo non conforme venduto. L’industria ha avvertito che la sanzione potrebbe arrivare a 15 miliardi di euro.

Gli attivisti per il clima le lamentele del settore ritenevano eccessive e sostenevano che i produttori auto sarebbero riusciti a raggiungere l’obiettivo. La Commissione europea, però, ha ceduto sotto la pressione degli stessi produttori, che si sono lamentati del fatto che le normative ecologiche, i costi del passaggio alle auto elettriche e la crescente minaccia rappresentata dai concorrenti cinesi rendessero fondamentale adottare delle misure per salvare il settore.

Ad aprile Bruxelles ha presentato un emendamento per calcolare la media delle emissioni delle case automobilistiche su un periodo di 3 anni, anziché basarle esclusivamente sul 2025. Una modifica che rende gli obiettivi molto più facili da raggiungere per i produttori ritardatari che non avessero venduto abbastanza auto elettriche.

LE EMISSIONI IN COMUNE E IL DIVIETO SULLE AUTO ENDOTERMICHE

La normativa sulle emissioni di CO2 consente alle case auto di mettere in comune le proprie emissioni. Ciò comporta quindi che un produttore che non raggiunge i suoi obiettivi di emissione potrà pagare un produttore che li supera. Difficilmente questa sarà l’ultima battaglia per rendere più ecologico il settore automobilistico.

La misura di riduzione delle emissioni fa parte di uno sforzo più ampio che porterà, entro il 2035, al divieto di vendita di nuove auto con motore a combustione interna. Molti produttori automobilistici, eurodeputati e governi dei Paesi Ue vorrebbero chiedono la revoca del divieto o un suo indebolimento. La Commissione ha già fatto qualche passo indietro, decidendo di anticipare la revisione della normativa alla fine di quest’anno anziché al 2026.

IL NETWORK FOR SUSTAINABLE MOBILITY CHIEDE REGOLAMENTI SU EMISSIONI CO2 TECNOLOGICAMENTE NEUTRALI

Il Network for Sustainable Mobility ha comunicato di accogliere “con favore la tempestiva approvazione della revisione mirata degli standard sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri. Questo intervento dimostra una lodevole determinazione politica nel fornire un margine di flessibilità a breve termine al settore dell’automotive europeo. Ma sia chiaro: un sollievo temporaneo non deve distogliere l’attenzione dalla sfida sistemica e più profonda, cioè l’errato presupposto secondo cui la decarbonizzazione possa essere raggiunta esclusivamente attraverso l’elettrificazione”.

Questa convinzione, prosegue il Network, “non solo è superata, ma è anche pericolosamente limitante. L’Europa non può permettersi una strategia basata su una sola tecnologia. Serve un percorso ambizioso, inclusivo e tecnologicamente sovrano, che valorizzi tutto il potenziale delle soluzioni climaticamente neutrali, compresi i carburanti rinnovabili sostenibili.

Chiediamo perciò alla Commissione europea di dimostrare coraggio e mantenere le promesse:

  • Confermare l’impegno assunto nel Piano d’azione per l’automotive anticipando la clausola di revisione degli standard sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri al terzo/quarto trimestre del 2025 — come promesso.
  • Promuovere un quadro normativo davvero tecnologicamente neutrale, che permetta un contributo dall’innovazione dei veicoli e dalle soluzioni a base di nuovi carburanti per la riduzione delle emissioni.
  • Presentare un rapporto di revisione lungimirante che fotografi l’intero spettro delle realtà tecnologiche e di mercato. Questo documento dovrà aprire la strada a una revisione normativa che riconosca il ruolo essenziale dei carburanti CO2 neutral  — come i biocarburanti sostenibili e gli e-fuels — nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione della CO2 da parte delle case automobilistiche”.

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