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Libia

Il capo della NOC rifiuta di lasciare il suo posto, la Libia è nel caos

L’attuale capo, Sanalla, mette ha dubbi su come il Governo di Unità Nazionale abbia utilizzato i proventi del petrolio della NOC, pari a circa 34 miliardi di dollari

Il settore petrolifero libico stanotte è precipitato ulteriormente nel caos, quando il Governo di Unità Nazionale ha messo un nuovo capo a guida della National Oil Corporation (NOC) e l’attuale capo in carica, Mustafa Sanalla, ha messo in dubbio la sua autorità.

La situazione fuori dal quartier generale della NOC era tesa, con gruppi armati sul posto. Il personale della NOC ha lanciato una chiamata alle armi ai libici per proteggere l’edificio come un “dovere nazionale”. Sanalla ha lasciato il quartier generale, che resta sotto il controllo NOC, e il GUN ha affermato che il nuovo capo nominato, Farhat Ben Gudara, ha assunto la guida.

In un discorso televisivo prima della sua partenza, Sanalla ha denunciato la legittimità del GUN, uno dei due governi della Libia: “Non hai la capacità di prendere decisioni”, ha detto Sanalla rivolgendosi direttamente al leader de GUN, Abdelhamid Dbeibeh. “Il mandato del tuo governo è terminato. È un governo provvisorio dall’ottobre 2021 e il parlamento ha approvato un voto di sfiducia”. Sanalla ha accusato il GUN di sconvolgere i mercati petroliferi e di aver negoziato accordi con gli Emirati Arabi Uniti, che in passato hanno sostenuto l’esercito nazionale libico insorto contro Tripoli e la NOC.

I BLOCCHI PETROLIFERI E LA DECISIONE SUL CDA DELLA NOC

All’inizio di questa settimana Dbeibeh ha proposto di rimescolare il consiglio di amministrazione della NOC e sostituire Sanalla, che si trovava all’estero. La mossa deve essere mediata da un comitato di consegna nominato dal GUN e arriva mentre i blocchi attuati dalla seconda metà di aprile hanno bloccato la maggior parte della produzione del greggio libico. Secondo Argus la produzione a giugno è stata in media di appena 600.000 barili al giorno, con le esportazioni che hanno toccato il minimo in 20 mesi.

Da allora la NOC ha revocato le restrizioni di forza maggiore nei porti di Marsa el-Hariga e Zueitina, ma alcuni manifestanti collegati alla Guardia degli impianti petroliferi orientali (Petroleum Facilities Guard – PFG) hanno affermato che si opporranno. La PFG in genere protegge le risorse della NOC, ma le fazioni si sono alleate con gli interessi regionali contro l’azienda statale.

Sanalla ha messo in dubbio come il GUN abbia utilizzato i proventi del petrolio della NOC, pari a circa 165 miliardi di dinari libici (34 miliardi di dollari). Le entrate eque e trasparenti della distribuzione, insieme al passaggio di potere dal GUN al rivale Government of National Stability (GNS) e al licenziamento dello stesso Sanalla sono state tra le richieste dei manifestanti di porre fine ai blocchi petroliferi.  Le finanze della NOC attualmente vanno alla banca centrale libica e poi al GUN. La società ora potrebbe decidere di reindirizzare i fondi al GNS.

IL RUOLO STRATEGICO DELLA NOC E LE RICHIESTE DEGLI USA

Uno stallo prolungato tra GUN e NOC potrebbe portare alla creazione di un’altra NOC. La compagnia con sede a Tripoli ha dovuto strappare la gestione delle attività petrolifere e del gas della Libia a un rivale, sulla scia della deposizione di Muammar Gheddafi.

L’organo legislativo della Camera dei rappresentanti orientale della Libia, che sostiene il GNS, ha affermato che il petrolio e il gas dovranno essere neutrali e ha condannato il GUN per “ulteriori divisioni politiche”.

L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland, ha affermato che la NOC “è vitale per la stabilità e la prosperità della Libia ed è rimasta politicamente indipendente e tecnicamente competente sotto la guida di Mustafa Sanalla”. Gli Stati Uniti hanno chiesto un meccanismo trasparente per controllare le entrate libiche.

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