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Consumi Petroliferi

Il caro benzina sveglia i partiti. Tutti contro le speculazioni

Cosa succede ai prezzi del carburante e come sta reagendo il mondo della politica italiana alla fine della terza settimana di guerra ucraina

Diciannovesimo giorno di guerra. L’avanzata russa in ucraina non si arresta e, anzi, comincia a toccare i centri occidentali del paese. L’Europa e l’Occidente tutto continua a minacciare Putin e la sua aggressività con sanzioni sempre più pesanti e invio di armi a Zelensky.

L’UE DISCUTE SULLE IMPORT DA MOSCA

Ma il dibattito comunitario è sempre più acceso, oltre che sul fronte economico-militare, anche sul lato energetico. Anche a Bruxelles, la posizione italiana espressa già da giorni dal premier Draghi e dal ministro per la transizione ecologica Cingolani sembra essere la più forte su un tetto al caro benzina. Le discussioni sono in corso ma, come specifica oggi Federico Fubini sul Corriere, porre un limite ai prezzi delle importazioni dalla Russia rischierebbe di provocare un taglio all’offerta di materia prima.

Ciò che è certo, per ora, sono gli aumenti dei costi di rifornimento a livello internazionale.

IN ITALIA IL CARO BENZINA INFIAMMA I PARTITI

La posizione più forte, sia a livello continentale sia internamente, rimane quella italiana. Il ministro Cingolani ha parlato di una “truffa colossale”, riferendosi alla presunta speculazione sui prezzi del carburante. Il capo del MiTE ha poi corretto il tiro specificando il riferimento al prezzo del greggio e del gas. Ma nel frattempo i partiti hanno preso forti posizioni.

Questo perché “in Italia si potrebbe pagare almeno il 5% di meno circa se alle tensioni sui mercati internazionali non fossero corrisposti comportamenti di operatori nel Paese che, numeri alla mano, sembrano opportunistici e speculativi” scrive ancora Fubini.

Da qui le ipotesi avanzate dalle forze politiche. Il richiamo unanime è a un forte intervento del governo Draghi. Sul tavolo c’è il taglio delle accise che unisce Lega, Pd e Forza Italia. “I senatori M5S aggiungono alla richiesta di taglio delle accise anche «una tassazione degli extraprofitti delle compagnie e un price-cap» sulla benzina. Fratelli d’Italia suggerisce di usare l’extragettito di Iva incassato a marzo dallo Stato – pari, secondo Assopetroli e Assoenergia, a 200 milioni per calmierare i prezzi, oltre a introdurre uno scontrino parlante per i carburanti con le tasse in una voce separata” scrive Valentina Conte su Repubblica.

UN PROBLEMA DA RISOLVERE

“Cosa si può fare, dunque?” si chiede in conclusione di una lunga e dura analisi Carlo Cottarelli, oggi sulla Stampa. Un’idea per agire sui prezzi è che “lo Stato può metterci i soldi dei contribuenti. Lo ha fatto e probabilmente lo farà. Ma prima dovrebbe assicurarsi che quei denari (ci sono svariati miliardi in gioco) non vadano ad aumentare i profitti di imprese che hanno semplicemente la fortuna di operare in un mercato in cui il prezzo è regolato “a maggior tutela”” conclude il presidente dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani.

LA POSIZIONE DI CONFINDUSTRIA BRINDISI

“I costi di benzina e gasolio al distributore hanno raggiunto i massimi storici in questi giorni. Il vantaggio non è solo per i distributori, ma anche per lo Stato che con l’aumento dei prezzi ottiene un maggior gettito fiscale, grazie all’IVA pagata sui prezzi dei carburanti. Solo nell’ultima settimana l’extra gettito è pari a circa 45 milioni di euro in più ai prezzi attuali, rispetto alla seconda settimana di febbraio. Lo Stato ha la possibilità di utilizzare questo tesoretto per sostenere famiglie ed imprese e, in aggiunta, può sterilizzare per qualche mese l’IVA sui carburanti per ridurne in via immediata il prezzo, dando respiro ai bilanci di famiglie e imprese”.

Lo sostiene il Presidente di Confindustria Brindisi Gabriele Menotti Lippolis nel commentare i rialzi dei prezzi di benzina e gasolio. Secondo il presidente, “oltre al conflitto, che è la principale ragione di questi aumenti, si è avuta soprattutto negli ultimi giorni una speculazione inaccettabile da parte di chi fissa i prezzi al dettaglio dei carburanti. Un atteggiamento che non è spiegato dalle dinamiche più recenti dei prezzi delle materie prime energetiche, in calo rispetto ai picchi dei giorni scorsi”.

“Inoltre, c’è da considerare anche che il costo del carburante venduto in questi giorni è stato fissato almeno un mese fa, quando i prezzi del petrolio erano più bassi di circa il 40%” dice ancora.

CHI CI GUADAGNA E CHI NO CON QUESTI PREZZI

“A ben vedere – sostiene Lippolis – lo Stato è uno dei pochi che ci guadagna. È un aspetto che non è stato ancora affrontato nel dibattito pubblico, ma deve essere tenuto in considerazione”. “Questi aumenti – sostiene ancora Menotti Lippolis – hanno contribuito a peggiorare ulteriormente la situazione economica di famiglie e imprese, i cui bilanci sono già stati fortemente intaccati dagli aumenti dei prezzi dell’energia e dell’inflazione nei mesi scorsi. Solo sulle imprese l’extra costo dovuto alla bolletta energetica (a parità di domanda) è di quasi 40 miliardi di euro, quattro volte in più di quanto pagato nel 2019.

COME RIPARARE AL CARO BENZINA

“E allora lo Stato- conclude Lippolis- può, anzi deve, utilizzare il tesoretto che si sta accumulando con l’extra gettito ottenuto dalla vendita dei carburanti per alimentare nuove misure a sostegno dei bilanci familiari e industriali e, in via immediata, sterilizzare l’IVA sui carburanti, in modo da ridurre il prezzo di vendita da subito. Una riduzione del prezzo di vendita dei carburanti significa per le famiglie un risparmio immediato e per le imprese un supporto decisivo a favore della liquidità, visto che sono costrette ad anticipare il costo dell’IVA pagata sui consumi di carburanti sostenendo rischi elevati in termini di cash flow che possono portare anche a fermare l’attività”.

“Una manovra di questo tipo darebbe un segnale positivo agli operatori. Il rischio di una politica miope è che il diffuso malcontento diventi protesta, come quella degli autotrasportatori, e determini ulteriore blocco delle attività, avviando una spirale negativa che accentui la già drammatica situazione in cui versano milioni di famiglie oggi”.

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