Secondo l’ex ministro delle Finanze olandese, “anche se riducessimo tutto qui in Europa, ma non riuscissimo a coinvolgere gli altri, affronteremmo comunque tutti i problemi che stiamo affrontando attualmente”
La Terra si sta riscaldando, ma il panorama geopolitico si sta congelando. È questa l’immagine dipinta dal commissario Ue al Clima, Wopke Hoekstra. Donald Trump, grande fautore dei combustibili fossili e scettico del cambiamento climatico, è tornato. In tutta Europa l’estrema destra sta sorgendo e, a Bruxelles, la famiglia politica di centrodestra di Hoekstra sta mettendo in discussione le ambizioni climatiche dell’Unione europea.
“Siamo entrati in un inverno geopolitico”, ha detto Hoekstra a Politico durante un’intervista nel suo ufficio nella sede centrale della Commissione europea a Berlaymont, descrivendo “dei tempi geopolitici tremendamente difficili che negli anni che abbiamo davanti a noi peggioreranno, prima di migliorare”.
LA MISSIONE DI HOEKSTRA DURANTE IL SUO MANDATO IN EUROPA
Hoekstra non è un volto nuovo a Bruxelles, avendo assunto l’incarico di responsabile Ue per il Clima nel 2023. Di recente, però, è stato riconfermato per il suo ruolo nella Commissione, iniziando un nuovo mandato il 1° dicembre scorso. Per il commissario olandese – che supervisiona i negoziati internazionali sul clima per l’Ue, come parte del suo lavoro – i prossimi anni probabilmente saranno un difficile viaggio, dal momento che dovrà convincere il resto del mondo ad accelerare gli sforzi per ridurre le emissioni che riscaldano il pianeta.
“Stiamo facendo progressi nell’affrontare il cambiamento climatico e nell’implementare delle misure, ma l’Europa da sola non può salvare la situazione”, ha spiegato Hoekstra, che ha aggiunto: “il modo in cui funziona il riscaldamento della Terra è che il cambiamento climatico è indiscriminato: non importa dove la CO2 viene pompata nell’aria, colpisce l’intero pianeta”.
LE RELAZIONI TRA L’EUROPA E GLI STATI UNITI DI TRUMP
Durante la sua campagna presidenziale, Trump ha promesso di smantellare la legge sul clima del presidente Joe Biden, di pompare più combustibili fossili e di far uscire nuovamente gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. Dato che gli USA sono la seconda fonte di emissioni di carbonio al mondo, la posta in gioco è enorme.
Hoekstra non si è di lasciato coinvolgere nel commentare la futura amministrazione statunitense, poiché Bruxelles vuole prima mostrarsi accondiscendente con il presidente in arrivo, anziché affrontarlo di petto. Quando si tratta di affrontare il cambiamento climatico, però, Hoekstra è consapevole che l’Europa non può farcela da sola, poiché le emissioni Ue rappresentano solo il 6% dell’inquinamento globale. “Anche se riducessimo tutto qui da noi, ma non riuscissimo a coinvolgere gli altri, affronteremmo comunque tutti i problemi che stiamo affrontando attualmente. La diplomazia e l’applicazione di carota e bastone e incentivare gli altri a fare di più sono essenziali”, ha spiegato Hoekstra, senza chiarire cosa costituirebbe il “bastone”.
TUTTI I PAESI DEVONO FARE LA LORO PARTE
Un limite che l’Ue sta per imporre al mondo è la tassa sul carbonio alla frontiera, che imporrà agli importatori un’imposta sui beni ad alta intensità di emissioni a partire dal 2026. La mossa ha suscitato forti critiche da parte di Paesi come Brasile, India, Cina e Sudafrica, che hanno anche cercato di discutere la questione al vertice sul clima COP29 del mese scorso in Azerbaigian.
Per quanto riguarda la diplomazia climatica globale, Hoekstra ha insistito sul fatto che l’Ue dovrà coinvolgere tutti i principali emettitori, che si tratti della Cina, dei sauditi o degli Stati Uniti di Trump. Notando che i Paesi del G20 sono responsabili della stragrande maggioranza delle emissioni che riscaldano il pianeta, il commissario europeo ha detto che è essenziale che aumentino le loro ambizioni climatiche prima del vertice COP30 del prossimo anno in Brasile. “L’intero gruppo, inclusi gli europei, deve fare un passo avanti. Non sposteremo l’ago, se proviamo a scaricare il problema su altri Paesi che hanno emissioni pro capite ben al di sotto della media… tutti devono collaborare”, ha chiarito Hoekstra.
L’EUROPA DOVRÀ MEDIARE TRA GLI OBIETTIVI CLIMATICI E LE ESIGENZE DELL’INDUSTRIA
Allo stesso tempo, l’ex ministro delle Finanze e degli Esteri vuole anche far quadrare il cerchio tra gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Unione europea e le esigenze dell’industria di restare competitiva di fronte alla concorrenza cinese e americana. Hoekstra ha detto che Bruxelles nei prossimi cinque anni dev’essere “molto più esplicita nel combinare la transizione verde con un clima aziendale sostenibile”. Secondo lui, l’Ue “deve assicurarsi che l’industria pesante non solo non possa sopravvivere, ma possa lottare sul suolo europeo, dobbiamo dare molto più spazio alla tecnologia pulita e trasformare questo in un caso aziendale positivo. Dobbiamo creare un vero ponte tra clima e business”.
Proprio per questo motivo, ha sottolineato, Bruxelles deve restare sulla buona strada per i suoi obiettivi climatici: “molte aziende chiedono prevedibilità e mantenimento della rotta, piuttosto che cambiare le regole del gioco semplicemente perché non riescono a farcela. Soprattutto l’industria pesante ha dei cicli di investimento molto lunghi, a volte decennali, e in questo caso non si viene aiutati dai politici, che hanno l’abitudine di cambiare idea di continuo”.