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Il Fmi bacchetta l’Italia su reti e rinnovabili: cosa ci chiedono i tecnici del Fondo

Accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, adattarsi ai cambiamenti climatici e investire in infrastrutture energetiche resilienti secondo il Fmi sono essenziali per ridurre l’impatto degli eventi meteorologici estremi e la dipendenza dalle importazioni di energia.

Accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, adattarsi ai cambiamenti climatici e investire in infrastrutture energetiche resilienti sono essenziali per ridurre l’impatto degli eventi meteorologici estremi e la dipendenza dalle importazioni di energia. Così il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) al termine della missione in Italia guidata da Lone Christiansen e composta da Thomas Elkjaer, Gee Hee Hong, Yueling Huang, Alain Kabundi e Sylwia Nowak.

RISCHI LEGATI AL CLIMA E LA SICUREZZA ENERGETICA “SONO MACROCRITICI PER L’ITALIA”

I rischi legati al clima e la sicurezza energetica “sono macrocritici per l’Italia, data la dipendenza dall’agricoltura, dal turismo e dall’approvvigionamento energetico estero”. Il Piano Nazionale Energia e Clima 2024 “fornisce una base strategica, ma sono necessarie azioni più ambiziose per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030 e migliorare la sicurezza energetica”.

RAFFORZAMENTO RETI, ESPANSIONE STOCCAGGI E SEMPLIFICAZIONI AUTORIZZATIVE FONDAMENTALI PER INTEGRARE LE RINNOVABILI

“Il rafforzamento dell’infrastruttura di rete, l’espansione della capacità di stoccaggio e la semplificazione delle procedure di autorizzazione sono fondamentali per sostenere l’integrazione delle energie rinnovabili”, ha sottolineato il Fmi.

UNA MAGGIORE INTEGRAZIONE NEI MERCATI ELETTRICI DELL’UE AUMENTEREBBE LA RESILIENZA, RIDURREBBE LA VOLATILITÀ DEI PREZZI

“Una maggiore integrazione nei mercati elettrici dell’UE aumenterebbe la resilienza, ridurrebbe la volatilità dei prezzi e migliorerebbe l’efficienza dell’uso delle energie rinnovabili”, ha aggiunto il Fondo monetario internazionale.

INFLAZIONE ALL’1,7% GRAZIE A PREZZI ENERGIA PIÙ BASSI

Più in generale “l’accresciuta incertezza ha smorzato le prospettive economiche a breve termine, mentre si prevede che la debole crescita della produttività e il rapido invecchiamento della popolazione continueranno a gravare sulle prospettive di crescita. Si prevede che l’attuazione tempestiva ed efficace dei progetti Pnrr sosterrà l’attività economica a breve termine, mentre le tensioni commerciali probabilmente rappresenteranno un notevole freno. Di conseguenza, il World Economic Outlook (WEO) di aprile 2025 prevedeva una crescita moderata allo 0,4% nel 2025, prima di aumentare temporaneamente allo 0,8% l’anno prossimo, in un contesto di picco degli investimenti correlati al NRRP e di ricadute commerciali positive derivanti da maggiori investimenti in Germania. Si prevede che l’inflazione complessiva si attesterà in media all’1,7% quest’anno, grazie ai prezzi dell’energia più bassi e alla moderata crescita salariale, prima di convergere verso l’obiettivo del 2% della BCE nel 2026”.

GLI SHOCK LEGATI AL CLIMA, INCLUSI GLI EVENTI METEOROLOGICI ESTREMI, POTREBBERO INOLTRE FRENARE LA CRESCITA E LIMITARE ULTERIORMENTE IL MARGINE DI MANOVRA FISCALE.

Le prospettive sono soggette a notevoli incertezze e rischi. Sul fronte positivo, il risultato preliminare più forte del previsto per il primo trimestre presenta lievi rischi al rialzo per le previsioni WEO di aprile 2025. Un’accelerazione della crescita globale più rapida del previsto, maggiori guadagni di produttività derivanti da investimenti pubblici e riforme e una maggiore integrazione dell’UE potrebbero sostenere ulteriormente investimenti, esportazioni e produttività. Tuttavia, i rischi al ribasso rimangono significativi, tra cui l’escalation delle tensioni commerciali, l’intensificarsi dei conflitti regionali e un ulteriore inasprimento delle condizioni finanziarie globali. Gli shock legati al clima, inclusi gli eventi meteorologici estremi, potrebbero inoltre frenare la crescita e limitare ulteriormente il margine di manovra fiscale. Con l’avanzare della digitalizzazione, le minacce informatiche potrebbero diventare più pervasive e destabilizzanti, in particolare per il sistema finanziario. Un’attuazione ritardata o inefficiente del Pnrr potrebbe minare la crescita”, ha concluso il Fmi.

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