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Shale

Il gas a buon mercato sta uccidendo il carbone negli Stati Uniti

Rystad Energy prevede che la produzione di energia elettrica alimentata a gas naturale raggiungerà una quota record del 38% dell’energia elettrica totale prodotta negli Stati Uniti nel 2019. Si tratta di quasi due volte e mezzo il livello del 2008.

Malgrado la politica pro-carbone del presidente Donald Trump, anche gli Stati Uniti stanno lentamente sostituendo questa fonte energetica con gas e rinnovabili. È quanto emerge da un nuovo studio di Rystad Energy

IL GAS NATURALE A BASSO COSTO STA GUIDANDO I CAMBIAMENTI NEGLI USA

trumpNegli Stati Uniti sono in aumento nuove capacità di energia rinnovabile da fonte solare ed eolica, e aprile 2019 ha segnato il primo mese in cui nel paese è stata generata più elettricità da fonti rinnovabili che dal carbone. Tuttavia, il crescente settore delle rinnovabili, da solo, non è interamente responsabile del pensionamento delle centrali a carbone e della moratoria sulla costruzione di nuovi impianti di questo tipo. “L’industria statunitense del carbone è in gravi difficoltà. La scomparsa del carbone come combustibile di elezione per generare energia elettrica è dovuta principalmente all’aumento del gas naturale a basso costo e delle fonti di energia non rinnovabili”, ha affermato Steve Hulton, responsabile della ricerca sul carbone di Rystad Energy. “La forte crescita della produzione di shale gas statunitense ha più che dimezzato il costo medio del combustibile per i produttori di elettricità statunitensi dal 2008 al 2019, portando a sua volta a un notevole aumento della produzione di energia elettrica alimentata a gas”, ha aggiunto Carlos Torres-Diaz, responsabile della ricerca di mercato del gas di Rystad Energy.

ELETTRICITÀ DA GAS PER IL 38% DEL TOTALE NEL 2019

Rystad Energy prevede che la produzione di energia elettrica alimentata a gas naturale raggiungerà una quota record del 38% dell’energia elettrica totale prodotta negli Stati Uniti nel 2019. Si tratta di quasi due volte e mezzo il livello del 2008.

COSTO MEDIO DEL GAS SCESO DEL 60% IN UN DECENNIO

“Il passaggio dal carbone al gas è stato in gran parte innescato dalla semplice economia del costo del combustibile. La riduzione dei prezzi del gas è la diretta conseguenza del calo dei costi di produzione e dell’aumento dei volumi di estrazione di shale gas negli Stati Uniti”, ha osservato Torres-Diaz. Il costo medio del gas naturale per i produttori di elettricità statunitensi è sceso di quasi il 60% nell’ultimo decennio, mentre il costo del carbone è rimasto relativamente stabile.

IN FORTE CALO LE EMISSIONI DI CO2 GRAZIE AL GAS

Nonostante gli Stati Uniti non abbiano un programma federale di fissazione dei prezzi del carbonio come in Europa, il passaggio dal carbone alla produzione di energia elettrica a gas e la crescita delle rinnovabili ha portato a una riduzione delle emissioni di anidride carbonica nel settore energetico. Le emissioni di Co2 derivanti dal consumo energetico delle centrali elettriche sono diminuite in parallelo con la produzione di energia elettrica a carbone, passando da un livello di 2,5 miliardi di tonnellate nel 2007 a 1,8 miliardi di tonnellate nel 2017.

MALGRADO PAROLE TRUMP CARBONE IN PICCHIATA CARBONE-cina

“L’amministrazione Trump ha condotto una forte campagna elettorale sulla promessa di rilanciare il settore carbonifero statunitense, ma il pensionamento delle centrali a carbone e la chiusura delle miniere sono proseguiti”, ha osservato Hulton. “Anche con la messa a punto nel giugno 2019 della nuova norma Affordable Clean Energy, che abbassa i costi di conformità per i gestori delle centrali a carbone, riteniamo che la dinamica degli investimenti – in particolare il gas a basso costo – rimane e continuerà a plasmare gli investimenti nel settore energetico”.

PROSPETTIVE PESSIME PER L’INDUSTRIA DEL CARBONE

Le prospettive per l’industria statunitense del carbone sono dunque pessime secondo Rysta Energy. Con la previsione di un’offerta interna di carbone che quest’anno dovrebbe scendere a 40 anni, gli operatori faticano a rimanere in attività. Infatti, due delle più grandi miniere del paese sono state chiuse a luglio, quando il proprietario ha presentato istanza di fallimento. Nel 2018, i forti prezzi sul mercato internazionale del carbone trasportato via mare hanno consentito ai produttori statunitensi di aumentare significativamente le esportazioni, attenuando l’impatto del peggioramento della domanda interna. Tuttavia, le esportazioni statunitensi nel primo trimestre del 2019 sono diminuite del 15% rispetto al trimestre precedente. “Gli Stati Uniti rimangono un produttore di carbone ad alto costo per l’esportazione. E con i prezzi internazionali del carbone in calo, combinati con le deboli prospettive della domanda in Europa, l’opportunità di rendere redditizie le vendite all’estero per molti produttori sta chiudendo rapidamente”, ha osservato Hulton.

PREZZI GAS BASSI ANCORA A LUNGO

Rystad Energy prevede che i prezzi del gas naturale statunitense rimarranno molto bassi per i prossimi due anni, data la continua crescita della produzione di gas e le strozzature infrastrutturali che limiteranno le esportazioni. “Con il prezzo all’Henry Hub che dovrebbe rimanere sotto i 3 dollari per MMBtu almeno fino al 2021 e un margine limitato per la riduzione dei costi nell’industria estrattiva del carbone, la domanda di gas del settore energetico dovrebbe rimanere forte, dipingendo una prospettiva cupa per i minatori ma con un impatto positivo sull’ambiente”, ha aggiunto Torres-Diaz.

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