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Gas

Il gas è ancora la fonte del futuro?

La crescita della domanda di gas è minacciata in tutti i mercati chiave. E la pressione aumenterà soprattutto a causa delle fonti di energia alternative che stanno diventando sempre più economiche.

Il gas, considerato il ponte naturale tra il combustibile fossile attualmente presente e l’energia rinnovabile, ha ancora un futuro come fonte di energia? La domanda nasce spontanea se si considera, ad esempio, che un colosso come BP ha annunciato che ridurrà la produzione di petrolio e gas del 40% entro il 2030 come parte della strategia per tagliare le emissioni di carbonio. Nonostante l’impronta emissiva sia molto bassa, il gas naturale è minacciato non solo dai fondamentali, ma anche dalle tendenze che influenzano le politiche energetiche.

L’ESEMPIO DEL GREEN NEW DEAL EUROPEO. L’ANALISI DI WOODMAC

Il Green New Deal europeo è forse il miglior esempio di queste tendenze e del loro effetto sulla futura domanda di combustibili fossili, compreso il gas naturale. L’accordo è piuttosto ambizioso e mira a ridurre le emissioni tra il 50 e il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 e il 100% entro il 2050. Secondo gli analisti di Wood Mackenzie guidati da Massimo Di Odoardo, ciò comporterà la perdita di circa 45 miliardi di metri cubi di domanda di gas naturale, ovvero il 12% della domanda annuale attuale, entro il 2040.

LA DOMANDA ARRIVERA’ DAI TRASPORTI

Attualmente l’Europa consuma circa 500 miliardi di metri cubi di gas naturale. Questo dato è già inferiore al picco della domanda di gas nel continente, che si è verificato un decennio fa, quando la domanda era del 10% in più, osserva il presidente e capo analista di Wood Mac, Simon Flowers. C’è però una buona notizia: la nuova domanda di gas arriverà dal trasporto marittimo, grazie alla nuova regolamentazione delle emissioni dell’Organizzazione Marittima Internazionale, e dal trasporto su strada, in particolare quello pubblico, che ha mostrato interesse nell’utilizzare il gas naturale compresso.

L’EUROPA STA COMUNQUE COSTRUENDO TERMINAL GNL E NORD STREAM 2

È pur vero, tuttavia, che l’Europa sta costruendo nuovi terminali di importazione per il gas naturale liquefatto. L’Europa prevede, infatti, di aumentare le importazioni di questo combustibile per diversificare l’offerta di gas. E la più grande economia europea, la Germania, è decisa a completare il gasdotto Nord Stream 2, che raddoppierà la capacità di esportazione di Gazprom proprio a beneficio del fabbisogno energetico della Germania. Sembra quindi che l’Europa si stia preparando a una maggiore domanda di gas e non minore.

MA VUOLE ANCHE DIVENTARE LEADER NELL’IDROGENO

Per quanto ciò sia vero, l’Europa si sta anche preparando a diventare leader nella produzione di idrogeno pulito come alternativa ai combustibili fossili. L’idrogeno pulito viene prodotto per elettrolisi utilizzando l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili come l’eolico o il solare. Il piano è ambizioso: da 1 GW di capacità di elettrolisi dell’idrogeno pulito attualmente, l’UEe prevede di passare a 6 GW in soli quattro anni, aumentandoli a 40 GW entro il 2030, il che si traduce in una produzione annua di dieci milioni di tonnellate. In altre parole, qualunque sia la crescita della domanda di gas sulla carta, per l’Europa sarà limitata.

L’ASIA VERO MOTORE DI SVILUPPO DELLA DOMANDA DI GAS NEL MONDO MA CI SONO PROBLEMI

Al di là dell’Europa c’è però l’Asia, il più grande motore di crescita della domanda di gas del mondo. L’Asia importa 340 miliardi di metri cubi di equivalente gas in Gnl, secondo Wood Mac, e queste importazioni sono destinate a raddoppiare entro il 2040. Questa è certamente una buona notizia per gli esportatori. Ma non è tutto.
“I mercati dell’Asia in via di sviluppo hanno un enorme potenziale, ma la crescita del gas è tutt’altro che assicurata – scrive Flowers di WoodMac -. Molti Paesi mancano di infrastrutture, e l’accessibilità economica è una sfida in cui il gas importato deve competere con il carbone nazionale. L’India ne è un esempio. Il gas ha una quota di mercato di appena il 6%, ben al di sotto dell’obiettivo governativo del 15%, e sta lottando per competere con il carbone e la rapida diffusione delle energie rinnovabili”.

GLI USA HANNO REGISTRATO LA MAGGIORE CRESCITA DELLA DOMANDA DI GAS NEL 2019

È interessante notare che l’Asia non è stata la regione con la maggiore crescita della domanda di gas l’anno scorso, secondo l’ultima Statistical Review of World Energy di BP. Sono stati gli Stati Uniti, dove la domanda è cresciuta di 27 miliardi di metri cubi. In Asia, la domanda è cresciuta di 24 miliardi di metri cubi l’anno scorso. BP ha osservato nel suo rapporto che la crescita totale della domanda globale di gas nel 2019 è stata più debole rispetto alla media decennale e nettamente inferiore al tasso di crescita registrato appena un anno prima. E quest’anno, con la pandemia di Covid-19, si può immaginare che la domanda di gas ne uscirà danneggiata.

MA LA CRESCITA USA NON DURERA’

Ma guardando al futuro, gli Stati Uniti possono continuare a sostenere una solida crescita della domanda di gas? Non secondo gli analisti di Wood Mac. La crescita della domanda sarà sempre più debole nei prossimi anni, man mano che il mercato si saturerà di tecnologie concorrenti come il solare. Secondo l’Energy Information Administration, nel 2021, il consumo di gas da parte degli utenti commerciali e residenziali negli Stati Uniti aumenterà dell’1,6%. Quest’anno, tuttavia, il consumo diminuirà del 6,8 per cento a partire dal 2019 a causa di Covid-19 e dei blocchi.

LA MINACCIA DELLE ENERGIE ALTERNATIVE

Insomma, la crescita della domanda di gas è minacciata in tutti i mercati chiave. E la pressione aumenterà gradualmente nel corso degli anni e persino dei decenni anche e soprattutto a causa delle fonti di energia alternative che stanno diventando sempre più economiche.

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