Il motorsport può davvero influenzare le auto elettriche, come affermato dal direttore del settore di Cupra? Il vero potenziale e gli ostacoli
Il motorsport è molto di più di uno spettacolo, è una delle chiavi della transizione dell’automotive. Cupra ha esordito nell’ultima edizione della Formula-E, con scarso successo. Tuttavia, Xavi Serra, direttore della sezione motorsport, in un’intervista a Automotive Daily ha sottolineato che la competizione rappresenta un “laboratorio dal vivo per le auto stradali elettriche. È davvero così?
IL MOTORSPORT ACCELERA LA TRANSIZIONE
La risposta alla domanda è: “Non solo”. Il motorsport si distingue da sempre per la capacità di innovazione. Un elemento favorito dalle elevate performance di prodotto che caratterizzano il settore e la reputazione internazionale dei brand storici che lo compongono. Infatti, le aziende che producono auto da competizione investono ingenti risorse per testare e sviluppare nuovi componenti, materiali, carburanti e alimentazioni. Una filiera composta da 200 aziende, che fatturano 2 miliardi di euro di ricavi all’anno e impiegano circa 8.000 persone, secondo gli ultimi dati di Anfia. L’ipercompetitività che caratterizza il settore limita fortemente i vantaggi che derivano dai processi innovativi e spinge le case produttrici alla ricerca continua di nuove tecnologie.
Intensificare il trasferimento di competenze e tecnologie potrebbe portare i vantaggi più evidenti nel settore dei carburanti del futuro, al centro di un’accesa discussione tra gli Stati membri dell’Unione Europea. In quest’ottica, il motorsport rappresenta una piattaforma per sviluppare i combustibili green e le alimentazioni carbon neutral testandone le performance in ogni circostanza. Parliamo di elettrico, biocarburanti, e-fuel ma anche idrogeno. Consolidare e incrementare le sinergie con l’industria di massa porterebbe giovamento a entrambe le filiere. Un’affermazione ancora più valida oggi, che il futuro dell’automotive sembra sempre più incerto.
IL MOTORSPORT AIUTA E-FUEL E CARBURANTI ALTERNATIVI
Il motorsport può favorire la diffusione dei carburanti green, la Formula 1 guiderà questa transizione, grazie al carburante climaticamente neutrale che sta sviluppando. In prima fila ci sono gli e-fuel, definiti da molti “champagne dei carburanti”. Infatti, attualmente questi combustibili si producono in basse quantità e sono molto più costosi rispetto a quelli fossili. Tuttavia, anche in questo frangente le automobili sportive potrebbe venire in aiuto delle vetture di massa. Saudi Aramco, principale sponsor della F1 e azienda con la maggiore capitalizzazione del settore, possiede tutti i mezzi per favorire lo sviluppo dei carburanti sintetici. Di conseguenza, può investire nella produzione e vendita di e-fuel anche se attualmente rappresenta un business in perdita, compensando in parte con i proventi della vendita di combustibili fossili.
La Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) ha già deciso di puntare su sostenibilità e innovazione, come sottolinea l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Innov-E di I-Com, intitolato “L’innovazione energetica bussola del cambiamento”. A partire dal 2026 tutte le vetture che correranno nelle gare FIA saranno mosse da combustibili 100% green, rendendo le competizioni un banco di prova per carburanti e tecnologie a zero emissioni.
GLI OSTACOLI
Oggi le potenzialità del motorsport sono ancora inespresse. Una situazione che, a lungo andare, rischia di far perdere competitività al settore. Infatti, i dati mostrano che questa filiera è ancora poco valorizzata dal punto di vista di posizionamento sul mercato, dinamiche produttive, evoluzione e sviluppo del business in relazione agli altri settori industriali. Quantificare il mercato e il potenziale dei processi di innovazione è il primo passo per sfruttare pienamente questa eccellenza del Made in Italy e favorirne la crescita. Il secondo step è mettere in campo politiche incentrate sull’innovazione in grado di incentivare le aggregazioni di aziende e la globalizzazione. Inoltre, secondo Anfia, servirebbero maggiori certezze sui regolamenti sportivi e aiuti concreti da parte di Regioni e Governo per supportare le filiere locali.
Così facendo, le imprese del motorsport godrebbero di maggiore benessere e sarebbero spinte a collaborare di più con altri settori produttivi. Sinergie che possono riguardare direttamente il capitale, ma anche l’internazionalizzazione del brand.