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geotermia

Il ruolo della geotermia nell’indipendenza energetica dell’Italia al 2050

Oggi, durante il convegno “Indipendenza energetica dal 2050 – Il contributo della geotermia” organizzato alla Camera dal responsabile Dipartimento Energia di Forza Italia, Luca Squeri, esponenti del settore energetico e delle istituzioni hanno discusso del futuro dell’energia geotermica nel nostro Paese

“Indipendenza Energetica, il contributo della Geotermia”. È questo il nome del convegno, organizzato dal responsabile Dipartimento Energia di Forza Italia, Luca Squeri, che si è svolto nella mattinata di oggi nella Sala Regina della Camera dei Deputati. Ad aprire i saluti del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a cui sono seguiti gli interventi di Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, presidenti dei gruppi Forza Italia in Camera e Senato.

All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, l’ad di Saipem, Alessandro Puliti, l’ad di RSE, Franco Cotana, l’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, e il presidente dell’Unione Geologi Italiani, Bruno della Vedova.

TAJANI: VOGLIAMO RENDERLA COMPONENTE CHIAVE DI TRANSIZIONE ENERGETICA

“In Italia il costo dell’energia è tra i più cari d’Europa, e ciò vale per le famiglie e per le imprese. Nel 2024 gli energivori italiani stanno pagando l’elettricità mediamente 110 €/MW, rispetto ai 40 €/MW della Francia, i 60 della Germania e i 62 della Spagna. Per questo dobbiamo lavorare ad un mercato unico europeo per l’energia e al disaccoppiamento dei prezzi rispetto ai costi di generazione”. Così il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

“Se vogliamo evitare la desertificazione industriale – ha aggiunto Tajani – non possiamo perder l’acciaio, l’alluminio, il cemento, i fertilizzanti e altri prodotti strategici. In questo contesto, la geotermia può dare un grande contributo. È una fonte rinnovabile che sfrutta il calore naturale della Terra, e questo calore può essere utilizzato per la produzione di elettricità, ma anche per il termico, quindi per il riscaldamento degli edifici e per i processi industriali. Inoltre, la geotermia è la fonte rinnovabile con la minor dipendenza dalle materie prime critiche. L’Italia è uno dei Paesi pionieri nello sfruttamento dell’energia geotermica grazie alle sue particolari condizioni geologiche, che includono regioni con elevata attività geotermica, come la Toscana. Potremmo aumentare in modo significativo la nostra capacità geotermica sfruttando nuove aree e guardando alle tecnologie avanzate oggi disponibili. Il governo si sta muovendo nella direzione di un progressivo aumento dell’apporto di energia da questa fonte. Il piano nazionale prevede infatti un aumento delle capacitò geotermiche entro il 2030, con l’obiettivo di rendere la geotermia una componente chiave della transizione energetica italiana insieme alle fonti rinnovabili”.

BARELLI (FI): SU GEOTERMIA ITALIA IN PRIMA LINEA NEL MONDO

Paolo Barelli, presidente del gruppo Forza Italia alla Camera, ha spiegato che “tutto il tema della riconversione energetica e ambientale si poggia su fattori di grande spessore per la nostra società. Abbiamo la necessità che la conversione energetica si poggi su obiettivi raggiungibili. L’attuale situazione energetica ci costringe a dare risposte rapide, e il nostro gruppo di Forza Italia dimostra una grande attenzione al tema dell’energia. La geotermia vede già l’Italia in prima linea nel mondo, e le caratteristiche del nostro Paese possono garantire un ulteriore sviluppo benefico nell’ottica raggiungimento dell’indipendenza energetica, che è l’obiettivo che ci poniamo”.

GASPARRI: PER INDIPENDENZA ENERGETICA SERVE PERCORSO REALISTICO

Per Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Forza Italia al Senato, “la geotermia è una componente importante. In alcuni territori rappresenta una risorsa storica per l’alimentazione delle reti elettriche. L’obiettivo finale è l’indipendenza energetica, che si raggiunge col nucleare, con la geotermia, con le risorse fossili – finché potranno essere utilizzate – e con il realismo. Dobbiamo costruire un percorso realistico”.

PULITI (SAIPEM): CI ATTREZZIAMO PER RISPONDERE A FUTURA DOMANDA

“Chi conosce Saipem generalmente non la associa alla geotermia; noi invece, essendo anche una soscietà di perforazione, siamo un grande player del settore. Fin dagli Anni 70 abbiamo lavorato sulla geotermia, e in Italia e all’estero si contano almeno una settantina di progetti a cui abbiamo partecipato”, ha dichiarato Alessandro Puliti, amministratore delegato di Saipem.

“Abbiamo contribuito alla realizzazione di almeno 40 pozzi geotermici in tutto il mondo – ha aggiunto Puliti – e abbiamo continuato a lavorare attivamente nella geotermia fino al 2018. Ora, da circa un paio di anni, nell’ambito delle iniziative che le aziende come la nostra devono intraprendere nel percorso della transizione energetica, stiamo riscoprendo la geotermia e ci stiamo riappropriando del nostro know-how. Lo stiamo facendo non solo internamente, ma unendo le forze con tutte le società e gli enti che hanno questo know-how. Ci stiamo attrezzando al meglio per essere pronti alla domanda che ci aspettiamo e ai clienti che ci chiederanno di realizzare progetti geotermici”.

COTANA (RSE): GEOTERMIA HA GRANDI POTENZIALITÀ DI SVILUPPO

“La geotermia – ha affermato Franco Cotana, amministratore delegato di RSE – è un settore importante per l’Italia perché può contribuire all’indipendenza energetica. Per le sue caratteristiche, essendo un’energia rinnovabile e programmabile, può contribuire a stabilizzare le oscillazioni delle fonti non programmabili, come l’eolico e il fotovoltaico”. RSE, ha aggiunto Cotana, “è impegnata da anni nel mettere a disposizione degli operatori e delle industrie tutti i dati che servono a sviluppare i progetti. Crediamo infatti che nel settore geotermico ci siano grandi potenzialità di sviluppo, ad esempio sulle pompe di calore. L’aumento dell’energia elettrica come vettore energetico consentirà, anche nel settore del riscaldamento e del raffrescamento, uno sviluppo importante”.

DELLA VEDOVA (UG)I: LA NOSTRA ECONOMIA HA BISOGNO DELLA GEOTERMIA

“L’Unione Geotermica Italiana – ha spiegato Bruno Della Vedova, presidente dell’associazione – da 25 anni si sta impegnando sulla ricerca, sviluppo e messa a terra della geotermia a 360 gradi. Nel febbraio 2023 abbiamo presentato al ministro il Piano nazionale d’azione per la geotermia, insieme all’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano, la Piattaforma nazionale geotermia, coordinata dal Consiglio Nazionale dei Geologi, e lo European Geothermal Energy Council, che è l’istituzione europea che coordina la messa a terra di questi progetti”.

“La nostra economia – ha aggiunto Della Vedova – ha bisogno della geotermia: stiamo consumando 120 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all’anno: un quarto di questo consumo va per la produzione di energia elettrica, un quarto per i trasporti e metà per gli usi termici. Gli usi termici sono il core principale degli anni a venire. La geotermia può dare un contributo a tuti questi settori”.

BERNABEI (ENEL): GEOTERMIA FORNISCE ALL’ITALIA 6 TWH L’ANNO

Salvatore Bernabei, amministratore delegato di Enel Green Power, ha ricordato che “dal 1913, anno della prima centrale geotermoelettrica, oggi siamo arrivati a circa 900 MW installati, che ci rendono leader mondiale. Abbiamo poi un know-how accumulato nel tempo che ci consente di gestire 500 pozzi. Gestire 500 pozzi – ha aggiunto – significa anche coltivarli. Una volta che abbiamo dei pozzi e dei vapordotti, poi bisogna gestirli, e mantenere la produzione negli anni è una cosa che non tuti sanno fare, serve una grande competenza. Noi vogliamo mettere questa competenza a servizio dell’Italia, perché indipendenza energetica significa poter contare su una fonte stabile, su una generazione di oltre 8.000 ore equivalenti l’anno, un contributo energetico per il Paese di 6 TWh, oltre al risparmio di 3 milioni di tonnellate di CO2, che corrispondono a 1,4 milioni di auto decarbonizzate”.

PICHETTO: GEOTERMICO POTREBBE COPRIRE 25% DI CONSUMI TERMICI FINALI

Infine, ha preso la parola il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “L’energia geotermica – ha dichiarato il ministro – ha compiuto 120 anni ed è un elemento di produzione a zero emissioni, con le nuove tecnologie, ci permette di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e utilizza il calore che abbiamo naturalmente dal globo terrestre. Avere la possibilità di una produzione energetica di 6 Twh è rilevante a livello Paese. Nelle ipotesi di scenario contenute nel PNIEC – ha aggiunto Pichetto – si prevede che l’Italia riesca a valorizzare circa il 2% dl potenziale presente nei primi 5.000 metri di profondità, che potrebbe determinare una contribuzione in termini di produzione elettrica pari al 10% al 2050. Il 10% significa tra i 60 e i 70 Twh, un valore rilevante, ma anche al 25% degli attuali consumi termici finali, riducendo i consumi di gas a livello nazionale. Il geotermico può essere parte integrante dell’accelerazione della transizione energetica”.

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