Un disegno di legge al Senato ratifica l’intesa per il nuovo parco agrivoltaico che godrà di immunità diplomatica. Un passo che rafforza l’alleanza green tra Roma e la Santa Sede.
Italia e Santa Sede hanno siglato un accordo per la realizzazione di un grande impianto agrivoltaico nella tenuta di proprietà del Vaticano a Santa Maria di Galeria, vicino a Roma. Il progetto, che godrà di immunità diplomatiche e di uno status speciale, mira a soddisfare il fabbisogno energetico dello Stato della Città del Vaticano con fonti rinnovabili, ma l’energia in eccesso sarà immessa nella rete italiana. Esclusi, però, incentivi o altri benefici statali.
L’intesa è al centro del disegno di legge di ratifica A.S. 1622, presentato al Senato l’11 agosto e ora all’esame della Commissione Affari Esteri e Difesa. Il provvedimento, come illustrato in una Nota di sintesi del Servizio Studi del Senato, definisce il quadro giuridico per la costruzione dell’impianto, la sua connessione alla rete italiana e i rapporti tra i due Stati.
UN IMPIANTO STRATEGICO DAL DOPPIO VALORE
L’iniziativa, avviata dalla Santa Sede a giugno 2024, ha un duplice obiettivo: da un lato, garantire l’approvvigionamento di energia pulita per il Vaticano e le istituzioni ad esso collegate; dall’altro, promuovere un modello di agrivoltaico che integra la produzione di energia solare con le attività agricole e zootecniche, tutelando l’uso del suolo. I pannelli, infatti, saranno installati su strutture elevate per consentire il passaggio dei macchinari e la coltivazione del terreno.
La relazione illustrativa del provvedimento sottolinea come l’iniziativa vaticana sia stata “immediatamente condivisa” dall’Italia, in quanto coerente con gli impegni di entrambi gli Stati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima e con gli obiettivi italiani di indipendenza energetica e valorizzazione delle rinnovabili.
UNO STATUS SPECIALE SULL’ESEMPIO DEI PATTI LATERANENSI
L’accordo, composto da 5 articoli, definisce un quadro giuridico d’eccezione per il nuovo impianto.
Immunità e Tutele: All’impianto agrivoltaico e a tutte le sue infrastrutture connesse verrà applicata la disciplina prevista dagli articoli 15 e 16 dei Patti Lateranensi. Questo significa che godrà delle immunità tipiche delle sedi diplomatiche, dell’esenzione da tributi e dall’esproprio per pubblica utilità.
Nessun Incentivo: L’accordo esclude esplicitamente che l’impianto possa beneficiare di incentivazioni o altri benefici previsti dalla legislazione italiana per impianti della stessa natura.
GESTIONE DELL’ENERGIA E UN ORGANISMO PARITETICO
L’energia prodotta sarà immessa nella rete elettrica italiana senza oneri o adempimenti fiscali per la parte vaticana. Lo Stato della Città del Vaticano avrà il diritto di prelevare l’energia necessaria per il proprio fabbisogno e per quello degli immobili extraterritoriali (come le basiliche e i palazzi pontifici). L’energia in eccesso, invece, “resti nella disposizione dello Stato italiano”.
Per governare l’applicazione dell’accordo, verrà istituito un organismo paritetico composto da rappresentanti delle due parti. Questo organo sovrintenderà all’immissione dell’energia in rete, definirà le modalità di contabilizzazione degli scambi, risolverà questioni pratiche e individuerà possibili utilizzi a scopo sociale delle eccedenze, anche a beneficio delle comunità limitrofe all’impianto.
IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITÀ E L’ITER DI RATIFICA
Le autorità vaticane si sono impegnate a realizzare l’impianto nel “massimo rispetto possibile della terra”, preservando l’uso agricolo del suolo e tutelando il patrimonio culturale e paesaggistico dell’area.
Il disegno di legge di ratifica, presentato dal governo, dovrà ora ottenere il parere favorevole di numerose commissioni parlamentari (Affari Costituzionali, Giustizia, Bilancio, Finanze, Cultura, Ambiente e Industria) prima di essere approvato in via definitiva. Il provvedimento non comporta oneri finanziari a carico dello Stato.