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cambiamento climatico

Indagine BEI: oltre il 60% delle aziende europee ha investito nella mitigazione e nell’adattamento al cambiamento climatico

Le aziende in Europa continuano a superare le loro controparti statunitensi e a guidare gli investimenti per ridurre le emissioni che causano il cambiamento climatico o far fronte all’impatto di condizioni meteorologiche avverse

Secondo un sondaggio della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), le aziende dell’Unione europea hanno resistito relativamente bene agli shock sanitari, dei prezzi e commerciali degli ultimi 4 anni e hanno aumentato le loro ambizioni per la trasformazione verde e digitale.

L’Investment Survey 2024 della BEI, pubblicato oggi in occasione delle riunioni annuali della Banca Mondiale e del FMI a Washington, traccia un quadro della leadership delle aziende europee nella transizione verde e del rafforzamento delle loro catene di fornitura di fronte a maggiori rischi geopolitici e interruzioni della catena di fornitura.

L’IMPEGNO DELLE AZIENDE EUROPEE SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Secondo il sondaggio, molte aziende in Europa sono soddisfatte dei loro livelli di investimento negli ultimi 3 anni e si sono impegnate ad affrontare il cambiamento climatico e ad adottare le tecnologie digitali. Il sondaggio copre un totale di circa 12.000 aziende in tutti i Paesi Ue, oltre ad un campione di confronto negli Stati Uniti.

Mentre la quota di aziende Ue che prevede di aumentare anziché diminuire gli investimenti nel 2024 si è dimezzata ad un saldo netto del 7% rispetto allo scorso anno, le aziende in Europa continuano a superare le loro controparti statunitensi e a guidare gli investimenti per ridurre le emissioni che causano il cambiamento climatico o far fronte all’impatto di condizioni meteorologiche avverse.

IL 61% DELLE AZIENDE UE INVESTE NELLA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

L’ultima indagine sugli investimenti mostra che il 61% delle aziende Ue ha investito nella lotta al cambiamento climatico, rispetto al 56% del 2023 e al 53% del 2022. La transizione verde impone la trasformazione, ma porta anche opportunità. Oltre un quarto delle aziende europee (27%) vede la transizione verso un’economia a zero emissioni nette come un’opportunità per i prossimi 5 anni.

“L’impegno delle aziende dell’Unione europea nelle transizioni verde e digitale illustra il potenziale dell’economia europea”, ha affermato la presidente della BEI Nadia Calviño. “L’indagine conferma che il partenariato pubblico-privato è al centro degli investimenti strategici per sostenere la competitività, la sicurezza e l’autonomia dell’Ue nei mercati globali”.

LE STRATEGIE PER RIDURRE LE EMISSIONI DI GAS SERRA

Circa il 90% delle aziende UE e USA ha adottato delle misure per ridurre le emissioni di gas serra. Le principali strategie adottate includono investimenti nella riduzione e nel riciclaggio dei rifiuti e nell’efficienza energetica. Le aziende Ue hanno maggiori probabilità di quelle USA di aver adottato opzioni di trasporto sostenibili, optato per la generazione di energia rinnovabile e fissato obiettivi di riduzione delle emissioni. Un’azienda europea su tre (il 34%) vede la transizione verde come un rischio aziendale rispetto al 42% negli USA.

Nell’Ue il 37% degli investimenti totali delle aziende è diretto verso asset immateriali come ricerca, competenze e know-how, evidenziando un focus strategico su innovazione e soluzioni digitali. Il 74% delle aziende Ue ha dichiarato di utilizzare tecnologie digitali, segnando un aumento del 4% rispetto allo scorso anno. Nel frattempo, gli USA continuano a guidare con l’81%.

LE AZIENDE EUROPEE NON INVESTONO NELL’ESPANSIONE DELLA CAPACITÀ

Tuttavia, guardando ai prossimi 3 anni, molte aziende europee stanno dando priorità agli investimenti di sostituzione rispetto all’espansione della capacità, con solo il 26% delle aziende Ue che pianifica di espandere le operazioni nei prossimi tre anni rispetto al 47% delle aziende USA. “L’attenzione delle aziende Ue sull’innovazione è benvenuta e dev’essere sostenuta”, ha dichiarato la presidente della BEI, Nadia Calviño, che ha aggiunto: “ecco perché il Gruppo BEI sta lavorando ad un nuovo piano d’azione per rafforzare l’integrazione dei mercati dei capitali europei e incanalare i risparmi privati ​​in investimenti produttivi in ​​Europa”.

L’ambiente aziendale resta una preoccupazione per le aziende nell’Unione europea e negli Stati Uniti, con la mancanza di manodopera qualificata e l’incertezza sul futuro come una delle principali preoccupazioni in entrambe le regioni. Gli investimenti aziendali sono ancora ostacolati dagli elevati costi energetici, che rappresentano ostacoli significativi per il 46% delle aziende Ue.

LA NECESSITÀ DI UN MERCATO UNICO EUROPEO

La maggioranza (60%) degli esportatori dell’Unione europea dichiara di dover ancora rispettare standard e norme di tutela dei consumatori diversi da uno Stato membro all’altro, evidenziando che la frammentazione del mercato persiste. “Le aziende europee stanno facendo passi da gigante nell’affrontare sia il cambiamento climatico che la trasformazione digitale, ma per aumentare gli investimenti Ue è necessario un mercato unico meno frammentato”, ha affermato l’economista capo della BEI Debora Revoltella.

L’indagine sottolinea anche l’importanza di catene di fornitura solide. Le preoccupazioni sulle interruzioni commerciali si sono attenuate rispetto allo scorso anno, ma le aziende non hanno visto miglioramenti in termini di nuove normative, tariffe o restrizioni commerciali. Le aziende Ue sono ben integrate nel commercio globale e ne hanno tratto notevoli benefici in passato. In un nuovo mondo con crescenti tensioni geopolitiche, le aziende europee stanno reagendo migliorando la resilienza delle loro catene di fornitura nell’ottica della sicurezza economica e dell’efficienza.

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