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Iran

Iran e Russia cercano l’accordo per sfruttare le risorse del Caspio

Un accordo sullo sfruttamento delle risorse del Mar Caspio. L’hanno siglato nei giorni scorsi Russia, Iran, Azerbaijan, Kazakistan e Turkmenistan.

I dettagli verranno definiti in un secondo momento, ma per il momento si registra un compattamento delle potenze dell’Asia centrale, che molti leggono come una risposta all’offensiva di Donald Trump contro l’Iran.

L’accordo prevede per ora essenzialmente la suddivisione delle acque Caspio, una zona ricca di risorse naturali, soprattutto petrolio e gas naturale, e strategica dal punto di vista energetico. Da decenni i rapporti diplomatici nell’area erano tesi, ma l’annuncio di un inasprimento delle sanzioni da parte degli Stati Uniti sembra aver sortito l’effetto di un avvicinamento fra le diplomazie asiatiche.

Scrive il Guardian che si tratta di “una vittoria diplomatica sudata”. Il punto più controverso era la spartizione dei fondali marini. Lo schema di una divisione in base a una linea equidistante dalle cinque linee di costa sfavoriva infatti gli stati con il minor sbocco, soprattutto l’Iran, che si era sempre opposto. E non era l’unico nodo da sciogliere: il progetto di un gasdotto che colleghi Turkmenistan e Azerbaijan (e prosegua verso l’Europa) non piace infatti a Putin, perché rischia di compromettere il dominio energetico russo di Gazprom. Almeno nelle intenzioni, gli ostacoli sembrano in via di superamento, ma le questioni decisive, puntualizza sempre il Guardian, sono state rimandate al futuro. Per ora l’unica decisione assunta è di assegnare a ciascuno Stato 15 miglia nautiche di acque territoriali e ulteriori 10 miglia per la pesca.

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