Gli Stati Uniti e l’Australia dal 2010 hanno aumentato la loro produzione di terre rare e minerali critici. Inoltre, di recente il Myanmar e la Thailandia hanno iniziato ad estrarre molto più di prima
La domanda di minerali critici come rame, cobalto, litio e nichel è in forte crescita. Queste materie prime sono utilizzate in una serie di nuove tecnologie, dalle auto elettriche alle turbine eoliche, e stanno divenendo sempre più importanti, man mano che il mondo si muove verso la transizione ecologica. Gli esperti prevedono che questa tendenza aumenterà e; la Banca Mondiale ha stimato che, da qui al 2050, la produzione globale di cobalto, grafite e litio aumenterà di quasi sei volte.
I dati recentemente pubblicati dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) mostrano che la Cina rappresenta circa due terzi della capacità di lavorazione/raffinazione mondiale di minerali critici.
LA CINA LEADER DEL SETTORE
Se l’estrazione di questi materiali avviene in tutto il mondo, la Cina rappresenta attualmente oltre la metà della raffinazione mondiale di alluminio, litio e cobalto, circa il 90% di quella di terre rare e manganese e il 100% di quella di grafite naturale. Inoltre – ricorda Oilprice – oltre un terzo della lavorazione mondiale di rame e nichel viene effettuata in Cina.
Nonostante sia in testa per la produzione di minerali critici, Pechino sta perdendo il suo predominio: ad esempio, gli Stati Uniti e l’Australia dal 2010 hanno aumentato la loro produzione di terre rare e, più di recente, Myanmar e Thailandia hanno iniziato ad estrarre molto più di prima.
L’INDUSTRIA EUROPEA DEI MINERALI CRITICI E LE CRITICHE DEGLI AMBIENTALISTI
Per quanto riguarda invece l’Europa, l’industria dell’estrazione mineraria continua ad essere sottosviluppata, ma diverse società energetiche stanno portando avanti sforzi di esplorazione per valutare il potenziale di sviluppo di nuove attività minerarie. L’Unione euorpea ha istituito la legge sulle materie prime critiche con l’obiettivo di estrarre almeno il 10% della domanda annuale di minerali critici della regione dall’interno dell’Europa entro il 2030.
Tuttavia, vi sono diversi vincoli all’espansione dell’estrazione mineraria, come le preoccupazioni ambientali. Mentre le aziende cercano minerali per sostenere una transizione verde, gli ambientalisti temono che ciò potrebbe causare più danni che benefici, se non verrà fatto in modo sostenibile, portando a normative più severe sull’estrazione mineraria nella regione.
Diversi Paesi europei investono nelle attività di esplorazione, e nuove scoperte potrebbero aiutare l’Ue a ridurre la sua dipendenza dalla Cina e dalla Russia per i minerali critici, aiutandola a diversificare la sua catena di approvvigionamento e a migliorare la sicurezza energetica. Tuttavia, probabilmente servirà molto tempo per stabilire dei progetti di produzione, poiché l’esplorazione e le analisi durano anni.
LA POSIZIONE DELL’ITALIA SUI MINERALI CRITICI
Il tema dei minerali critici è molto sentito anche nel nostro Paese. Nel gennaio scorso il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rappresentò l’Italia al Forum sui Minerali Critici di Riyadh. “Sono qui – dichiarò Pichetto – per confermare la forte attenzione con cui il nostro Paese guarda al settore dei minerali critici. Anche nel programma della nostra Presidenza G7 ci sarà un focus specifico su questo tema. L’Italia è pronta a lavorare per promuovere nelle regioni produttrici di minerali critici la creazione di catene di approvvigionamento circolari, sicure e sostenibili”.
Più di recente, ad aprile, il tema è stato affrontato nel corso del G7 Clima, Energia e Ambiente di Venaria Reale, soprattutto per quanto riguarda il potenziamento dell’efficienza energetica e il rafforzamento della sicurezza, in particolare per la catena di approvvigionamento dei minerali critici necessari per lo sviluppo delle rinnovabili.
IL DECRETO SULLE ESTRAZIONI MINERARIE
Intanto, a fine giugno, il Consiglio dei ministri italiano ha dato il via libera al decreto legge sulle materie prime critiche, adeguando la normativa nazionale agli obiettivi del regolamento europeo Critical Raw Material Act. Il provvedimento approvato alla Camera, che scadrà il prossimo 24 agosto, “definisce misure urgenti finalizzate all’attuazione di un sistema di governo per l’approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime considerate strategiche nella realizzazione delle transizioni verdi e digitale e nella salvaguardia della resilienza economica e dell’autonomia strategica”.
Le disposizioni del decreto “costituiscono livelli minimi essenziali delle prestazioni amministrative che devono essere garantiti sul territorio nazionale al fine di assicurare gli obiettivi previsti dal Regolamento UE 2024/1252”. Il decreto prevede la possibilità di presentare alla Commissione europea “una domanda di riconoscimento del carattere strategico di un progetto di estrazione, trasformazione o riciclo delle materie prime strategiche da attuare sul territorio nazionale”.