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Cina rinnovabili

La Cina sta superando l’Ue (anche) nella ricerca sull’energia pulita

Nel 2021 la Cina è stata in testa al numero di pubblicazioni sottoposte a peer review in settori come energia solare ed eolica, batterie al litio, pompe di calore e tecnologia per la cattura della CO2

Secondo uno studio condotto dalla Direzione generale Mercato interno, Industria, Imprenditorialità e PMI della Commissione europea, la Cina ha superato l’Ue nella ricerca relativa alle tecnologie energetiche pulite, creando una sfida per le sue ambizioni nel campo della tecnologia verde. Nel 2021 la Cina è stata in testa al numero di pubblicazioni sottoposte a peer review in settori come l’energia solare ed eolica, oltre alle batterie al litio, alle pompe di calore e alla tecnologia per la cattura del carbonio.

Cina energia pulita dati

CINA LEADER IN SCIENZA E INNOVAZIONE SU TECNOLOGIE CRITICHE

Si tratta di un’inversione di rotta rispetto al 2010, quando l’Unione europea si trovava in testa alle pubblicazioni in tutti questi settori, fatta eccezione per l’energia eolica. “La Cina – si legge nella ricerca, pubblicata la scorsa settimana  – sta diventando sempre più leader mondiale nella scienza e nell’innovazione per diverse tecnologie critiche”. L’esposizione dell’Unione europea nei confronti di Pechino “sta diventando sempre più tecnologica”.

LA STRATEGIA UE PER RIDURRE LA DIPENDENZA DALLA CINA

Il documento non rappresenta il punto di vista della Commissione europea, ma può alimentare il suo processo decisionale. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha promosso una strategia di “riduzione dei rischi” rispetto alla Cina, riducendo la dipendenza in diverse tecnologie critiche, inclusi i pannelli solari.

Domani la Commissione europea svelerà una proposta con delle norme volte ad aumentare il suo potere di controllare e potenzialmente bloccare gli investimenti esteri in settori sensibili. Sebbene la dipendenza europea dalla produzione cinese per prodotti come i pannelli solari sia nota, il documento evidenzia come il divario nella ricerca e nell’innovazione potrebbe rendere difficile per l’Ue ridurre queste dipendenze.

IL DOMINIO CINESE ED I RISCHI PER L’UNIONE EUROPEA

“Le lacune nella ricerca e nell’innovazione – afferma il documento – potrebbero portare alla dipendenza dalle importazioni delle tecnologie future e dei prodotti correlati. Il dominio globale della Cina in settori critici come il solare e l’elettronica si traduce in opzioni limitate per la diversificazione commerciale”.

Secondo lo studio, nel 2022 circa il 22% delle importazioni dell’Unione europea proveniva dalla Cina, con un aumento negli ultimi anni, mentre la cifra equivalente per gli Stati Uniti è diminuita. L’esposizione agli input cinesi attraverso le catene di approvvigionamento internazionali è particolarmente forte per le industrie Ue come quelle dei metalli di base, dei prodotti chimici, dell’elettronica e delle apparecchiature elettriche.

IN COSA LA CINA DIPENDE COMMERCIALMENTE DALL’UE

Il rapporto evidenzia anche come la Cina abbia alcune dipendenze commerciali dall’Unione europea, anche per “prodotti strategici e tecnologie critiche”. Secondo le stime del documento, il settore elettronico cinese fa affidamento sugli input Ue per quasi il 5% del valore totale della sua produzione. Questo valore è simile al grado di dipendenza che l’intero settore industriale europeo ha dagli input cinesi. “Ciò potrebbe rivelarsi una risorsa importante per l’Ue, in un contesto di declino della crescita economica cinese e di possibile aumento delle tensioni tra Cina e Stati Uniti”, si legge nel testo.

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