Confermata la trattativa di cessione ai cinesi di Faw dei camion elettrici italiani
“Tutto confermato. Il ‘fulmine a ciel sereno’ che ieri ha turbato il risveglio dei lavoratori dello stabilimento Cnh-Iveco di via Volturno a Brescia in serata ha assunto i contorni concreti dello stadio iniziale di un’operazione industriale che solo l’emergenza pandemica aveva interrotto. ‘Da questa prima interlocuzione con la direzione aziendale — hanno spiegato i sindacati — viene confermato che è in corso una trattativa preliminare con Faw relativamente a Iveco, anche se sono oggetto di definizione sia il perimetro sia le modalità della operazione che possono essere di natura societaria o industriale’”. È quanto riporta il Corriere della Sera edizione Brescia.
INTERESSATA LA FAW
“Se l’affare dovesse arrivare a conclusione, Iveco, compreso lo stabilimento di Brescia, entrerà a far parte del gruppo Jiefang, la divisione di Faw specializzata nei mezzi pesanti, nata per volontà di Mao nel 1953 utilizzando tecnologia sovietica. L’acquisto sarebbe il nuovo salto in avanti per impadronirsi delle conoscenze avanzate di cui ancora l’industria cinese non dispone. Da questa vendita Cnh incasserebbe 3,5 miliardi a fronte della cessione dei furgoni leggeri Iveco Daily , degli autobus e degli Eurocargo, il più piccolo fra i costruttori di tir dopo Volkswagen, Volvo”, prosegue il quotidiano.
GLI INVESTIMENTI TRA BOLOGNA E MODENA
“La ricerca in Italia di tecnologia avanzata da parte di Pechino non è in realtà una novità, tanto da aver suscitato la curiosità anche del Copasir. Restando al settore automotive, ad esempio, Faw — a oggi il più grande produttore di auto in Cina con quattro milioni di auto prodotte ogni anno — è già presente in Italia dalla metà dell’anno scorso avendo investito un miliardo insieme a Silk Ev nella motor valley che sorge tra Bologna e Modena. L’obiettivo? Realizzare auto ad altissime prestazioni con motori elettrici o ibridi di grande potenza. (…)”, ha concluso il quotidiano.