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Trivelle

La grande sfida per l’industria petrolifera e del gas

Durante la recessione, ogni azienda ha scelto attentamente i nuovi progetti di esplorazione per assicurarsi che i rendimenti fossero i più alti possibili con costi e rischi più bassi possibile. Ora che i prezzi si sono stabilizzati e c’è più denaro da spendere le aziende si stanno assumendo maggiori rischi

La serie di nuove scoperte petrolifere al largo delle coste della Guyana ha recentemente risollevato gli animi dell’industria dell’Oil&Gas, dando l’impressione che il settore degli idrocarburi sia tornato sulla cresta dell’onda. Ma potrebbe non essere così.

PER WESTWOOD GLOBAL ENERGY GROUP IL TASSO DI SUCCESSO DELLE ESPLORAZIONI È DIMINUITO NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI

Secondo un rapporto del Westwood Global Energy Group pubblicato a inizio del mese, ad esempio, il tasso di successo dell’attività di esplorazione è diminuito negli ultimi cinque anni e di molto. “Nella recessione i tassi di successo erano aumentati man mano che le aziende avevano classificato i loro portafogli in modo da garantire che fossero perforate solo le migliori prospettive. Purtroppo, questo non è durato e nel 2018 i volumi scoperti, le dimensioni medie delle scoperte e i tassi di successo sono tutti in calo”.

SCOPERTE A -50% NELLE PERFORAZIONI AD ALTO IMPATTO

Questo sviluppo è stato più pronunciato nel segmento delle perforazioni cosiddetto, “ad alto impatto”. Il nuovo petrolio e gas scoperto attraverso questo genere di trivellazioni “è sceso del 50% tra il 2014 e il 2018”. Un crollo che secondo la Westwood Global Energy Group “è il risultato di una combinazione di fattori” tra cui un calo del 28 per cento nel numero di nuovi pozzi perforati, tassi di successo inferiori e volumi inferiori dei pozzi.

NON SOLO BUONE NOTIZIA MA ANCHE MOLTI INSUCCESSI

Malgrado l’analisi possa sembrare poco veritiera vista l’abbondanza di annunci di nuove scoperte da diverse parti del mondo e le previsioni rialziste sulla produzione di shale oil statunitense nel medio termine, a bilanciare la situazione ci pensano tutta un’altra serie di notizie meno confortanti. Per esempio in Norvegia i responsabili del settore hanno avvertito che al produzione di greggio del paese potrebbe scendere al minimo da 30 anni a questa parte proprio a causa della mancanza di nuove scoperte, nonostante gli sforzi esplorativi. Anche il Pakistan ha recentemente annunciato la fine delle trivellazioni esplorative nel Mar Arabico, dopo che le società che hanno condotto il progetto – Exxon ed Eni – non sono riuscite a trovare quantità commerciali di idrocarburi.

RYSTAD ENERGY PIÙ OTTIMISTA SULLE NUOVE SCOPERTE

Eppure non tutti sono pessimisti. Rystad Energy ha calcolato che le nuove scoperte di petrolio e gas nel primo trimestre dell’anno hanno raggiunto i 3,2 miliardi di barili di petrolio equivalente. Aggiungendo che molti altri nuovi pozzi sono previsti per le perforazioni fino alla fine dell’anno. Tuttavia, più di un terzo delle scoperte del primo trimestre – il 38 per cento per la precisione – sono state fatte da Exxon e Hess nel blocco di Stabroek al largo della costa della Guyana. Westwood Global Energy Group ha avvertito però che questo genere di scoperte hanno spesso prodotto volumi inferiori di petrolio e gas rispetto alle stime preliminari suggerite. “Con le compagnie petrolifere che progettano di aumentare perforazioni ed esplorazioni nel 2019, la domanda è se il global drilling portfolio sia per le trivellazioni near-field sia per quelle high-impact, sia abbastanza forte da sostenere un aumento dell’attività senza sacrificare le prestazioni”, ha ammesso l’azienda nel suo rapporto.

LE MAJOR STANNO TIRANDO LA VOLATA NELLE ESPLORAZIONI

D’altra parte, “le major stanno tirando la volata nelle esplorazioni, registrando più di 2,4 miliardi di boe di risorse scoperte. Le sei più grandi scoperte delle major superano ciascuno 150 milione boe e le tre principali potrebbero persino raggiungere le 300 milione boe a testa”, secondo l’analista di Rystad Taiyab Zain Shariff citato da Forbes. Se questo tasso di nuove scoperte continua, ha aggiunto Shariff, il totale sarà superiore del 30% rispetto alle scoperte fatte nel 2018.

UN QUADRO MISTO FATTO DI RISORSE ‘FINITE’ E DI GIACIMENTI SEMPRE PIÙ DIFFICILI DA SFRUTTARE

Da ciò emerge un quadro misto per le nuove esplorazioni: mentre da un lato ci sono ancora grandi scoperte in corso, dall’altro lato a causa della natura stessa delle risorse di idrocarburi – cioè il fatto che per definizione sono ‘finite’ – ci sono sempre meno giacimenti non sfruttati rimasti nel mondo. Molti di questi giacimenti si trovano in aree remote, dove l’esplorazione è ostacolata dal clima rigido o da una struttura rocciosa “difficile”: l’Artico e le formazioni di shale cinese ne sono esempi concreti. Inoltre, sembra sempre più chiaro che anche le più recenti tecnologie di esplorazione non possono garantire le scoperte, anche se le rendono più probabili. Secondo i dati del Westwood Global Energy Group, i tassi di successo delle esplorazioni dello scorso anno sono scesi al 33 per cento dal 48 per cento del 2017.

L’ENNESIMO CICLO DELL’INDUSTRIA OIL&GAS

Insomma, durante la recessione, ogni azienda ha scelto attentamente i nuovi progetti di esplorazione per assicurarsi che i rendimenti fossero i più alti possibili con costi e rischi più bassi possibile. Questo ha aumentato notevolmente il tasso di successo delle nuove scoperte. Ora che i prezzi si sono stabilizzati e c’è più denaro da spendere per le perforazioni, le aziende si stanno assumendo maggiori rischi con l’esplorazione e questo si riflette nel tasso di successo. Quello che vediamo è l’ennesimo ciclo dell’industria petrolifera e del gas, con l’unica differenza che ci sono meno risorse da scoprire.

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