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Libia

La Libia può diventare ancora una volta una potenza mondiale del petrolio e del gas?

La decisione della scorsa settimana del governo di unità nazionale libico di approvare la vendita della quota di Hess Corporation nelle concessioni petrolifere di Waha potrebbe riaccendere il boom petrolifero della Libia

La scorsa settimana, il ministro del gas e del petrolio della Libia, Mohamed Aoun, ha dichiarato di voler aumentare la produzione di petrolio a 2,1 milioni di barili al giorno e la produzione di gas a circa 4 milioni di piedi cubi al giorno nei prossimi cinque anni. “Tale aumento è del tutto realizzabile, in particolare considerando i recenti accordi e i relativi sviluppi, in particolare Waha”, si legge in un articolo di Oilprice.

QUOTE DI HESS IN CONCESSIONI WAHA A TOTALENERGIES E CONOCOPHILLIPS

La scorsa settimana il governo libico di unità nazionale (GNU) ha approvato la vendita dell’8,16% del capitale delle gigantesche concessioni petrolifere di Waha detenute dalla statunitense Hess Corporation alle restanti parti interessate. Si tratta della francese TotalEnergies (con una quota del 16,3%) e di ConocoPhillips (anch’essa del 16,3%), a ciascuna delle quali, secondo fonti di OilPrice , verrà offerta la metà della quota di Hess.

PREVISTO UN CALO NEI GIACIMENTI DI WAHA

“A breve termine, potrebbe esserci un calo della produzione da Waha fino a 90.000 b/g, causata dal completamento delle operazioni di manutenzione della conduttura, e successivamente, altri 100.000 b/g potrebbero essere persi a causa delle continue difficoltà alle strutture di stoccaggio del porto di Es Sider. A lungo termine, tuttavia, si prevede che le concessioni di Waha tornino ai precedenti livelli di produzione di petrolio di 286.000 barili al giorno, secondo i dati della National Oil Company (NOC) libica, e il coinvolgimento più profondo di TotalEnergies e di altre società straniere in Libia fa presagire un ulteriore aumento della produzione da lì”, evidenzia ancora Oilprice.

LA SITUAZIONE IN LIBIA

Al momento in Libia sono ancora in corso lotte politiche nel settore degli idrocarburi da quando è stato firmato un accordo il 18 settembre 2020 tra Khalifa Haftar, il comandante dell’LNA, e il governo di Tripoli, riconosciuto dall’Onu. TotalEnergies in particolare è rimasta presente nel paese, tanto che l’amministratore delegato della compagnia francese, Patrick Pouyanne, ha dichiarato più volte che continuerà con i suoi sforzi ad aumentare la produzione di petrolio dai giganteschi giacimenti di Waha, Sharara, Mabruk e Al Jurf di almeno 175.000 barili al giorno. TotalEnergies ha anche accettato di rendere prioritario lo sviluppo dei giacimenti petroliferi North Gialo e NC-98 nella concessione di Waha, che secondo Noc hanno la capacità di produrre insieme almeno 350.000 b/g.

QUANTO PRODUCE LA LIBIA

Allo stato attuale, la Libia sta producendo circa 1,2 milioni di barili al giorno, rispetto ai circa 70.000 barili al giorno all’epoca del blocco di settembre 2020. C’è però un ampio margine per aumenti fino a 2,1 milioni di barili al giorno e per raggiungere gli obiettivi intermedi informali di 1,45 milioni di barili al giorno entro la fine del 2022 e di 1,6 milioni di barili al giorno entro la fine del 2023. La Libia ha circa 48 miliardi di barili di riserve accertate di greggio.

In termini più ampi, il ministero del petrolio e del gas ha recentemente inviato al GNU una serie di proposte volte a migliorare l’organizzazione del settore al fine di attrarre maggiori investimenti da società straniere. “Sebbene il ministero non abbia rilasciato pubblicamente i dettagli di queste proposte, le fonti con cui ha parlato OilPrice.com la scorsa settimana hanno evidenziato che sono ampiamente in linea con le idee originali alla base dell’accordo di settembre 2020. Questi avevano lo scopo in gran parte di chiarire come i proventi del petrolio sarebbero stati pagati e dispersi. Parte di questo processo sarebbe la creazione di comitati tecnici con rappresentanti provenienti da tutte le parti del conflitto civile. Questi comitati separati si occuperebbero dei premi sul campo, in tandem con il ministero del petrolio e del gas, e della dispersione delle entrate del petrolio e del gas”, ha concluso Oilprice.

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