Advertisement Skip to content
Governo Extraprofitti

La polemica sugli extraprofitti delle società energetiche si sposta alla Camera

Oggi, in un’interpellanza urgente alla Camera, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha chiesto quanto hanno pagato le società energetiche per la tassa sugli extraprofitti

La Legge di Bilancio 2023 aveva previsto una tassa sull’extra gettito (i cosiddetti extraprofitti) delle società energetiche, un’aliquota del 50% degli utili ottenuti in più rispetto alla media degli stessi nei bilanci degli ultimi 5 anni. Dal 2021 ai primi nove mesi 2023, le società energetiche hanno registrato utili per 70 miliardi di euro.

LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI

La tassa sugli extraprofitti riguarda le aziende “che esercitano in Italia, per la successiva vendita dei beni, l’attività di produzione di energia elettrica, che esercitano l’attività di produzione di gas metano o di estrazione di gas naturale, rivenditori di energia elettrica, di gas metano e di gas naturale che esercitano l’attività di produzione, distribuzione e commercio di prodotti petroliferi, che importano a titolo definitivo, per la successiva rivendita, energia elettrica, gas naturale o gas metano o prodotti petroliferi o che introducono nel territorio dello Stato detti beni provenienti da altri Stati dell’Unione europea”.

Per gli utili registrati a bilancio prima del 2022 la scadenza dell’ultima quota della tassa era fissata al 30 novembre 2023 ma, con la norma inserita nel Decreto Anticipi, la scadenza è saltata. Secondo la relazione del servizio studi del Senato, il valore dello “sconto” sarebbe pari a 450 milioni di euro, da recuperare nel 2024, ma con modi e tempi da definire.

LE POLEMICHE E LE REAZIONI

“Questo è l’ambientalismo pragmatico della Meloni – aveva commentato il deputato di AVS, Angelo Bonelli -: regalare soldi pubblici alle società energetiche petrolifere che hanno fatto extraprofitti per decine di miliardi di euro, riducendo la tassa sugli extraprofitti e facendo uno sconto da 450 milioni. Si regalano soldi pubblici ad Eni etc, mentre il caro energia impoverisce famiglie e imprese”. Sulla stessa linea si era mostrata la segretaria del Pd, Elly Schlein: “non bastava accanirsi sulle famiglie dicendo no alla proroga del mercato tutelato di luce e gas, ora arriva anche il regalo di Natale per le società energetiche, alle quali invece la proroga è stata concessa. Forte coi deboli e debole coi forti”. Per il leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte: “con Giorgia Meloni saldi e sconti per banche e grandi società energetiche e salasso per i cittadini, alle prese con l’aumento dei mutui e delle bollette. Meloni racconta al Paese che i soldi che non ci sono, ma farebbe meglio a vergognarsi”.

IL DECRETO ANTICIPI E LO SCONTO ALLE SOCIETÀ ENERGETICHE

In un articolo del decreto Anticipi – la legge 191/23 di conversione del DL 145/23 “Misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”, entrata in vigore lo scorso 17 dicembre – si consente alle compagnie energetiche che entro il 30 novembre avrebbero dovuto versare l’ultima quota della tassa sugli extraprofitti di non pagare più. Il governo ha previsto infatti un contributo di solidarietà di pari importo per il 2024, con modi e tempi ancora da stabilire. Quel che è certo è che, sui bilanci 2023, le compagnie energetiche avranno uno “sconto£ di 450 milioni di euro.

LA RICHIESTA DI FEDERCONSUMATORI SUGLI EXTRAPROFITTI

Poco prima di Natale, Federconsumatori spiegava che “riempire i depositi di stoccaggio durante la guerra Russia-Ucraina nel 2022-2023 per avere una scorta di sicurezza in deposito è costato ingenti somme al GSE, che ha dovuto comprare gas quando la quotazione era tra le più alte mai registrate ed ora lo può rivendere solo a prezzi inferiori. Si stima una minusvalenza di circa 4,2 miliardi di euro. Per compensare tale ammanco Arera, da aprile 2024, vuole far pagare questa minusvalenza agli utenti, inserendo una componente aggiuntiva della tariffa di trasporto del gas. Questo è inaccettabile, non è giusto che siano gli utenti, duramente provati dalla crisi energetica e dall’inflazione, a dover pagare i prezzi dello stoccaggio. Piuttosto, chiediamo che siano i venditori, molti dei quali si sono arricchiti dall’aumento dei prezzi del gas, a dover pagare, senza possibilità di riaddebitare ai clienti il prezzo della componente aggiuntiva. Ecco perché è necessario imporre una tassazione sugli extraprofitti, da destinare per compensare questo disavanzo”.

L’INTERPELLANZA DI BONELLI E LA RISPOSTA DEL SOTTOSEGRETARIO SIRACUSANO

Oggi, in un’interpellanza urgente alla Camera, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha chiesto quanto hanno pagato le società energetiche per la tassa sugli extraprofitti. A rispondere è stata la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri, Matilde Siracusano. “Il gettito del contributo straordinario di cui all’art. 37 del DL n. 21/2022, introitato in termini di cassa nel 2022, è pari a 2 miliardi e 760 milioni di euro, mentre nel 2023 è stato pari a 82 milioni di euro. Il gettito del contributo di solidarietà di cui all’art. 1 della Legge n. 197/2022 nel 2023 è stato pari a 3 miliardi e 407 milioni di euro”.

“In relazione alle richieste attinenti all’attività di controllo – ha aggiunto Siracusano – si evidenzia che risulta attualmente pendente un giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 37 del DL n. 21/2022, essendo stata ritenuta rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della norma in materia di contributo sugli extraprofitti, poiché il relativo presupposto non si riflette sulla struttura dell’imposizione stessa”.

LA DECISIONE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

“Pertanto – ha proseguito Siracusano – ferma restando l’attività di analisi del rischio già avviata in relazione al corretto adempimento degli obblighi di versamento del contributo de quo, considerata l’instabilità del quadro giuridico di riferimento e tenuto conto dell’autorevolezza dei chiarimenti che potrebbero emergere dal giudizio di legittimità costituzionale, al momento l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto non opportuno intraprendere attività di controllo sostanziale, anche in ossequio al principio di buon andamento della Pubblica amministrazione, sancito dall’art. 97 della Costituzione e dei criteri di efficacia, efficienza ed economicità cui la stessa deve improntare la propria azione. Si precisa comunque – ha concluso la sottosegretaria – che i termini di decadenza previsti per tale attività non sono di prossima scadenza. In ogni caso si fa presente che, in attesa dell’0esuito del giudizio di legittimità costituzionale, l’Agenzia delle Entrate ha rigettato, non potendo disapplicare autonomamente disposizioni vigenti, le istanze di rimborso presentate dai diversi contribuenti e fondate sull’asserita incostituzionalità della norma che ha istituito il contributo straordinario”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su