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Coronavirus

La Regione Basilicata blocca Tempa Rossa

Neanche il tempo di partire e il centro estrattivo di Tempa Rossa è stato subito bloccato.

Era appena stato avviato il processo di sperimentazione oil in, ovvero l’estrazione dei primi barili di petrolio per testare la struttura, che sarebbe durato tre mesi prima dell’avvio della vera e propria fase di estrazione petrolifera.
Ma dopo neanche tre giorni, e l’assunzione di trenta tecnici, è stato subito bloccato dalla Regione Basilicata.
Appena si è accesa la prima fiaccola l’assessore all’ambiente Francesco Pietrantuono ha inviato una lettera per stoppare la sperimentazione: la documentazione presentata agli uffici tecnici era insufficiente. La Total, leader del consorzio che gestisce Tempa Rossa con soci minoritari anche la giapponese Mitzuo e l’anglo-olandese Shell, non ha predisposto un adeguato piano di monitoraggio ambientale, comprensivo della distribuzione delle centraline di rilevamento, né un piano di emergenza esterno, così come mancano un quadro della sismicità dell’area e l’aggiornamento della tecnologia e del trattamento delle emissioni.

«L’autorizzazione – ha dichiarato l’assessore Pietrantuono – prescrive alla società di munirsi, prima di mettere in funzione l’impianto, anche solo in forma di prova temporanea, delle autorizzazioni e del benestare rilasciati dalle altre amministrazioni ed enti competenti per le attività in questione, comprese quelle relative allo scarico delle acque reflue e alle emissioni in atmosfera, e di ottemperare a tutte le prescrizioni contenute nei decreti ministeriali di approvazione dei programmi dei lavori della concessione, e nei provvedimenti emanati dalle autorità locali. Tuttavia, dalla verifica documentale, ai nostri uffici regionali risulta che, ad oggi, per quanto riguarda il piano di monitoraggio ambientale, la società non ha ancora il via libera di Ispra, Arpab e Ufficio ambiente, così come sul piano di sicurezza manca ancora il benestare della Prefettura». Con la mancanza di questi atti, la Regione «ha ritenuto di diffidare la società Total E&P Italia dal proseguire le prove di estrazione. L’inosservanza delle regole e le esigenze di prevenzione e precauzione – ha detto Pietrantuono – ci impongono provvedimenti volti a tutelare e salvaguardare la salute umana e l’ambiente».

Questo è solo l’ultimo dei ripetuti rinvii all’avvio di Tempa Rossa, l’ultimo da fine 2017.
La fase sperimentale di oil in riguardava solo un pozzo, il Gorgoglione 1, che si trova a poche centinaia di metri dallo stabilimento petrolifero. I lavori propedeutici avrebbero comportato una produzione minima di petrolio tra i 3 mila e i 5 mila barili al giorno. L’area estrattiva Tempa Rossa si estende sul territorio di Corleto Perticara, a 4 km dal centro di trattamento. Cinque pozzi si trovano anch’essi sul territorio di Corleto Perticara, il sesto nel comune di Gorgoglione, mentre altri due sono in fase di completamento. Il centro di stoccaggio Gpl si trova invece nel comune di Guardia Perticara. A regime l’impianto avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50mila barili di petrolio, 230mila metri cubi di gas naturale, 240 tonnellate di Gpl e 80 tonnellate di zolfo.

Il greggio poi viaggerà verso la raffineria Eni di Taranto, che dopo anni di limbo aveva finalmente ottenuto tutte le autorizzazioni, sfruttando lo stesso oleodotto utilizzato dal Centro olio di Viaggiano. Ricordiamo che solo da pochi mesi era tornato a pieno regime il giacimento lucano della Val D’Agri, fermo dopo i numerosi blocchi degli anni scorsi dovuti prima all’inchiesta della Procura di Potenza sul presunto traffico illecito di rifiuti e poi allo sversamento di greggio da uno dei serbatoi di stoccaggio di Viggiano.

Dal riavvio solo nel primo semestre del 2018 la produzione è arrivata a 1,9 milioni. A questi dati di estrazione corrisponde il record di royalty incassati dagli enti locali. 
Per l’anno in corso ammontano a 68,3 milioni di euro, contro i 41,8 milioni di euro del 2017. Ma è nel 2019 che raddoppieranno arrivando a 144 milioni, fino alla cifra record di 242 milioni nel 2020 con il rafforzamento delle quotazioni del greggio tra 85 e 88 dollari al barile. I sei Comuni della Valle del petrolio con un totale di 17.700 abitanti, hanno incassato 260 milioni. Solo nel 2018 dei 12 milioni di euro versati per la Val d’Agri, 7,6 sono andati a Viaggiano, il comune più ricco d’Italia con 3.300 abitanti e 180 milioni di royalties.

Ma con il governatore Pittella in custodia cautelare ai domiciliari, le elezioni si avvicinano. E in campagna elettorale conviene interrompere i progetti per strizzare l’occhio ai rumorosi movimenti ambientalisti. Le royalties si spartiscono quando si governa.

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