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Arabia Saudita Energie Rinnovabili

La rivalità tra Arabia ed Emirati trivellerà il futuro dell’Opec+?

Dietro il mancato accordo dell’Opec+ sulla produzione si nasconde la rivalità sempre più accesa tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti

Questo accordo non s’ha da fare. Dopo le fumate nere delle scorse settimane, l’Opec+ annulla anche la riunione fissata per il pomeriggio del 5 luglio per discutere su un eventuale aumento della produzione. Una riunione forse ritenuta inutile e prematura visto lo scontro, anche a distanza, tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

LA RIUNIONE SALTATA

Partiamo dai fatti. L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) e i produttori al di fuori del Cartello che formano la cosiddetta alleanza Opec+, guidata da Arabia Saudita e Russia, hanno annullato la riunione convocata lunedì 5 luglio per trovare un accordo sui nuovi limiti alla produzione di petrolio.

ARABIA SAUDITA VS EMIRATI ARABI

Il mancato incontro avviene dopo che i rappresentanti degli Emirati Arabi Uniti si sono opposti alla proposta di rimandare di otto mesi una revisione dei limiti alla produzione petrolifera, spingendo per un aumento immediato della stessa.

A nulla è valso l’appello arrivato dall’Arabia Saudita: il ministro dell’Energia saudita, Abdulaziz bin Salman, aveva chiesto agli Emirati di dare prova di “compromesso e razionalità” nel raggiungere al più presto un accordo dopo due giorni di discussioni.

LA RIVALITA’ TRA LE DUE POTENZE

Ma è proprio il rapporto e la rivalità tra Arabia ed Emirati a mettere a repentaglio l’accordo e il futuro e la stabilità dell’Opec+.

“L’attuale situazione di stallo dell’OPEC segnala una spinta più ampia da parte degli Emirati Arabi Uniti per affermare il proprio interesse economico e nazionale nei confronti dell’Arabia Saudita”, ha affermato Amir Khan, economista senior presso la Saudi National Bank.

“C’è questa concorrenza economica strisciante nel rapporto tra le due maggiori economie arabe e la competizione è destinata ad intensificarsi”, fa eco l’analista politico degli Emirati Abdulkhaleq Abdulla.

PREZZI IN CRESCITA

Intanto, il mancato accordo fa lievitare ancora di più il prezzo del petrolio.  Il Brent corre verso i 78 dollari al barile (77,35 dollari) con un piccolo aumento ulteriore (0,25%) sui valori di ieri sera, mentre il Wti guadagna l’1,86% a 76,56 dollari al barile. Sono i prezzi più alti dal 2018.

LE PREOCCUPAZIONI DEGLI ACQUIRENTI ASIATICI

La lievitazione dei prezzi preoccupa gli acquirenti di petrolio greggio in Asia, che temono ulteriori rincari che possano danneggiare i loro margini.

“La mancata decisione dell’OPEC e il conseguente prezzo elevato avranno un impatto negativo a breve termine sulle raffinerie cinesi, poiché vedranno i margini ridotti a causa dei prezzi del carburante interni spesso in ritardo”, ha affermato un analista cinese del settore.

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