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La siccità mette in ginocchio i bacini idroelettrici

Terna spa e Anbi: la siccità di questi ultimi anni ha forti ripercussioni sui bacini idroelettrici e sui fiumi del Bel Paese
La siccità, che ha caratterizzato anche il mese di ottobre, colpisce le centrali idroelettriche le quali, con dighe a secco e riserve d’acqua mai così basse come nell’ultima quarantina d’anni, faticano a soddisfare la domanda di energia.
Secondo Terna spa, a settembre è cresciuto il ricorso alle importazioni di corrente del 21,8% in più rispetto al settembre 2018 nonostante la produzione delle centrali idroelettriche fosse anch’essa in aumento rispetto al 2016, è in forte riduzione rispetto ad agosto e ha perso l’11,7% nei primi nove mesi dell’anno.
Le dighe idroelettriche avevano un riempimento pari al 51,7% medio a settembre, ma la media del centro-sud è 35,6%. Dati confermati anche dall’Anbi, associazione delle bonifiche e dei consorzi irrigui, sottolineando che dal 2010 in Italia le risorse idriche si stanno via via dimezzando. Nel mese di settembre, i bacini irrigui contenevano solo un miliardo di metri cubi mentre l’anno scorso ne conteneva 1,51, nel 2015 1,73 e nel 2010 2,31.
In secca anche i fiumi, tra i quali anche il Po, con lo sgomento dei contadini che non rilevavano un livello così basso da 8 anni. La Coldiretti Lombardia affida la responsabilità alla carenza di piogge e alle alte temperature, che stanno influendo anche sul Po che al Ponte della Becca a Pavia è ormai sceso di 3 metri sotto lo zero idrografico.
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