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Ue

La Ue pensa a un’agenda per le rinnovabili ancora più ambiziosa

Bruxelles, in particolare, vuole aumentare il suo attuale obiettivo rinnovabili dal 32% per il 2030 ad almeno il 38%.

La Commissione europea intende chiedere agli Stati europei di compiere un ulteriore sforzo per aumentare la loro quota di energia rinnovabile nel mix energetico. Bruxelles, in particolare, vuole aumentare il suo attuale obiettivo di energia rinnovabile dal 32% per il 2030 ad almeno il 38%. È quanto emerge da una bozza di testo ufficiale svelata da Euractiv.

LEAK: EU’s draft renewables law confirms 38-40% target for 2030

I NUOVI TARGET

Non solo. Entro il 2030, la Commissione mira ad avere il 55% in meno di emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 e un miglioramento del 32,5% nell’efficienza energetica. L’Europa è comunque sulla buona strada per raggiungere target simili, poiché le sue emissioni di CO2 legate all’energia sono diminuite dell’8% durante il primo trimestre del 2020 (rispetto ai livelli del 2019), in base a quanto si legge nel report dell’Agenzia internazionale per l’energia.

UE ALLE PRESE CON TASSONOMIA E RED II

La nuovo proposta di revisione dei target europei arriva in un momento particolare per la Commissione europea che sta esaminando la tassonomia degli investimenti sostenibili e dovrebbe presentare una versione aggiornata della direttiva sulle energie rinnovabili (RED II) entro luglio 2021.

RADDOPPIARE GLI OBIETTIVI ATTUALI

Poiché le fonti rinnovabili attualmente soddisfano il 20% del fabbisogno energetico europeo, raggiungere il nuovo obiettivo fissato dalla Commissione significherebbe raddoppiare questa percentuale in soli dieci anni. Attualmente l’Europa ha una capacità solare installata di 137 GW, di cui 19 GW sono stati aggiunti nel 2020

L’obiettivo è ambizioso specialmente considerando le performance di alcuni paesi. La Francia, ad esempio, non è riuscita a raggiungere l’obiettivo del 23% di elettricità rinnovabile che si era prefissata nel 2009. Ha mostrato invece un modesto 19%, guidato principalmente dalla produzione di energia idroelettrica, e non è riuscita a far decollare la sua industria eolica offshore.

Nel gennaio 2021, un rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia e della utility francese RTE, dal titolo “Condizioni e requisiti per la fattibilità tecnica di un sistema elettrico con un’elevata quota di rinnovabili in Francia verso il 2050”, ha scosso l’industria nucleare francese. Prevedeva la possibilità di un mix di energia rinnovabile al 100% entro il 2050, mettendo fuori gioco il nucleare.

ALCUNI PAESI UE MOLTO DISCREPANTI SULLE RINNOVABILI

Non è tutto: alcuni paesi Ue presentano notevoli discrepanze in termini di potenziale di energie rinnovabili. La Danimarca è in testa alla corsa con un’enorme industria eolica, che ha fornito oltre il 47% dell’elettricità nel 2019, secondo quanto riporta Reuters. D’altra parte, paesi come Polonia e Ungheria dipendono ancora molto dal carbone e stanno pianificando di sostituirlo passando al gas naturale e all’energia nucleare. Quest’ultima mostra fattori di capacità più elevati rispetto alle rinnovabili e risolve il loro problema di intermittenza. A seguito di tale intento, diversi ministri dei paesi dell’Europa orientale hanno scritto una lettera nel febbraio 2021 chiedendo alla Commissione europea di non discriminare il nucleare rispetto alle energie rinnovabili.

LA UE VORREBBE PUNTARE SULL’USO DI ENERGIA PULITA NEI SETTORI RISCALDAMENTO E RAFFREDDAMENTO, BIOMASSE E PPA

Tra le opzioni concrete portate dalla Commissione Ue per il raggiungimento del nuovo obiettivo, c’è un aumento dell’uso di energia pulita nei settori del riscaldamento e del raffreddamento: le opzioni strategiche suggeriscono che la quota di energie rinnovabili in quei settori dovrebbe aumentare dell’1,1% punto ogni anno. Viene inoltre data enfasi al trasporto decarbonizzato, sulla base delle previsioni di aumento delle vendite di veicoli elettrici e della proliferazione di biocarburanti. Nelle idee di Bruxelles dovrebbe essere implementato un sistema di certificazioni per garantire la bassa intensità di carbonio di questi combustibili e regole più severe al settore dell’aviazione.

Un altro motivo di contesa è quello delle biomasse nella tassonomia Ue, che attualmente attira molte critiche. In effetti, la biomassa legnosa è una risorsa energetica strategica per i paesi nordici come Svezia e Finlandia, che hanno fatto pressioni per criteri più flessibili sulla sua sostenibilità. Affrontando questo problema, il documento trapelato afferma che prenderà in considerazione l’implementazione di limiti nazionali sull’uso del legno del fusto.

Infine, per facilitare il processo di investimento nelle energie rinnovabili, la Commissione europea sta anche riconsiderando le regole per i PPA rinnovabili aziendali, secondo quanto riportato da Montel News.

RAPPORTO COSTI-EFFICACIA E ADATTAMENTO DELLE RETI

Questo aumento degli obiettivi è stato tuttavia ritenuto insufficiente dagli attori del settore delle rinnovabili. SolarPower Europe e Wind Europe hanno dichiarato a Euractiv che si potrebbe fare di più per migliorare la competitività europea delle rinnovabili. Tuttavia l’Ue non ha ancora affrontato chiaramente il problema dell’adattamento delle reti elettriche per fornire una risposta adeguata alla variabilità delle fonti energetiche rinnovabili e quello della catena di approvvigionamento regionale per la produzione di batterie.

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