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Azerbaigian-Europa

L’Azerbaigian aumenterà le forniture energetiche all’Europa

Le dichiarazioni del ministro dell’Economia di Baku al Forum di Davos. Pronto più gas al Vecchio Continente

In occasione dell’annuale forum economico in Svizzera, a Davos, l’Azerbaigian si è detto disposto all’aumento di forniture energetiche verso l’Europa. A riferirlo è stato il ministro economico di Baku, Mikayil Jabbarov.

DA DAVOS L’EUROPA RIMPINGUA LE ENTRATE DI GAS

“All’Azerbaigian viene chiesto di aumentare le forniture energetiche. Siamo felici di aumentare le forniture al mercato “, ha affermato. Jabbarov non sembra aver esitato a mostrare piacere e disponibilità del proprio paese. Ma non si è tirato indietro nel ricordare le difficoltà del mercato del gas negli ultimi anni. “Gli investimenti nel settore sono stati insufficienti negli ultimi anni a causa delle mutate politiche delle istituzioni finanziarie nei confronti dei combustibili fossili, compreso il gas naturale”, ha detto.

Il ministro ha ricordato i rapporti energetici che legano Azerbaigian ed Europa. In questo senso, Georgia e Turchia sono paesi chiave da cui poi arriva il gas in Grecia, Bulgaria, Italia, Albania. “Attualmente stiamo lavorando con i nostri partner per aumentare le forniture di gas all’Europa”, ha detto senza nascondersi. E sempre dal palco di Davos ha aggiunto che l’Azerbaigian persegue una politica di sviluppo congiunto delle sue risorse energetiche naturali, riporta Azernews. “Oltre alla nostra grande compagnia petrolifera nazionale, abbiamo anche importanti partner internazionali, come, ad esempio, la BERS”.

I MONITI DELL’UNIONE EUROPEA

Ma la strategia europea non può dirsi certo prossima a nuove insistenze sui combustibili fossili. Certo, come ribadito spesso su questo giornale, la crisi ucraina ha aperto una faglia importante tra le mosse di breve periodo con cui reagire ai ricatti russi e i piani di lungo periodo verso il 2030. Anche ieri, infatti, Bruxelles ha ricordato al nostro governo che “in risposta al mandato dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea stabilito nella Dichiarazione di Versailles, il piano REPowerEU mira a eliminare gradualmente la dipendenza dell’Unione europea dalle importazioni di combustibili dipendenza dell’Unione Europea dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia il prima possibile. A questo scopo, le misure mirano a ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e a spostare le importazioni di combustibili fossili dalla Russia”.

L’Italia, ha sottolineato la Ue “è fortemente dipendente dalle importazioni di energia dalla Russia, in particolare di gas, con il 43% del gas importato dalla Russia (leggermente inferiore alla media UE del 44%) e il 42% del gas nel suo mix energetico. La dipendenza dalla Russia per il petrolio greggio è più bassa, pari all’11%, inferiore alla media UE del 26% (il petrolio rappresenta il 32% del mix energetico dell’Italia). Ma a prescindere dal tipo di dipendenza occorre garantirsi un futuro energetico sicuro, affidabile, duraturo. In questo spazio si inseriscono da un lato i dubbi per la caratura dei nuovi fornitori a cui ci si sta rivolgendo per dire definitivamente addio a Mosca. Dubbi che derivano dalla simile instabilità politica già sperimentata in queste settimane con il Cremlino. E allora gli orizzonti sono ancora una volta chiari: la transizione alle rinnovabili è imprescindibile.

 

 

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