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Le strategie dei Paesi Ue per portare più gas in Europa

Negli ultimi due anni sono stati realizzati 8 nuovi terminal di esportazione di GNL e 99 terminal di approdo, facendo aumentare la capacità di esportazione mondiale del 7% e la capacità di importazione globale del 19%

Grecia e Israele hanno firmato un accordo per promuovere la stabilità energetica regionale e progetti energetici innovativi nel Mediterraneo orientale e nell’Unione europea. Lo ha affermato il Ministero greco dell’Ambiente e dell’Energia. L’accordo è stato firmato dal ministro greco dell’Energia, Theodoros Skylakakis, e dal suo omologo israeliano Eli Cohen, durante la visita di quest’ultimo in Grecia.

“La creazione di un ‘corridoio elettrico verde’ da Israele all’Unione europea attraverso la Grecia sarà un progetto di importanza strategica per la regione del Mediterraneo orientale”, ha affermato il ministro greco in una dichiarazione.

LO STOP AL TRANSITO DEL GAS RUSSO

Il 31 dicembre 2024 cesserà l’accordo tra la russa Gazprom e l’ucraina Naftogaz per il transito del gas diretto all’Europa, accordo che con tutta probabilità non verrà rinnovato. Di positivo c’è che l’UE oggi è in una situazione ben diversa rispetto all’autunno del 2022: oggi gli stoccaggi sono quasi pieni, il numero di rigassificatori è cresciuto e sono stati trovati nuovi fornitori. Detto questo, il 18% del gas importato dall’UE arriva tutt’ora dalla Russia. A rischio è circa il 6%: sembra poco, ma potrebbe far crescere prezzi già più alti che in passato.

IL BOOM DEL GNL DOPO L’INVASIONE RUSSA DELL’UCRAINA

L’invasione russa dell’Ucraina del 2022 e le successive sanzioni all’energia di Mosca hanno portato ad una carenza globale di gas. Di conseguenza, dal 2022 diversi Paesi in tutto il mondo hanno annunciato dei piani per espandere la loro capacità di produzione di gas nel prossimo decennio, con numerosi nuovi progetti su larga scala che sono stati avviati negli ultimi tre anni.

Negli ultimi due anni sono stati realizzati 8 nuovi terminal di esportazione di GNL e 99 terminal di approdo, facendo aumentare la capacità di esportazione mondiale del 7% e la capacità di importazione globale del 19%. Inoltre, le major petrolifere stanno pianificando di costruire altri 156 terminal in tutto il mondo entro il 2030. Entro luglio erano previsti 42 progetti GNL in Europa da avviare nel 2025, e si prevede che, entro il 2030, l’attuale pipeline di progetti europei aumenterà la capacità di GNL del continente di 121 milioni di tonnellate metriche all’anno.

GLI STOCCAGGI EUROPEI E IL CALO DELLA DOMANDA DI GAS

Il continente ha probabilmente superato il picco di consumo, e gli obiettivi di stoccaggio sono stati raggiunti con largo anticipo. Il 19 agosto scorso è stato raggiunto l’obiettivo del 90% della capacità di stoccaggio del gas, con oltre due mesi di anticipo rispetto alla scadenza del 1° novembre. L’IEEFA prevede che la domanda europea diminuirà ancora del 37% entro il 2030, rendendo in sostanza inutile tre quarti della capacità di importazione di GNL del continente.

Il tasso di utilizzo medio dei terminal europei oggi registra una significativa contrazione: se nel primo semestre 2023 era del 62,8%, nel primo semestre di quest’anno è passato al 47,2%. Secondo Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista dello IEEFA, “la frenesia di costruzione di terminal GNL in Europa potrebbe essere giunta al termine, dal momento che alcuni Paesi stanno posticipando o annullando i loro progetti infrastrutturali. Dall’inizio del 2023 nuovi terminali o progetti di espansione sono stati accantonati in Albania, Cipro, Irlanda, Lettonia, Lituania e Polonia, e non si sa se i 3 terminal previsti in Grecia andranno avanti”.

SIGNORETTO (PROXIGAS): L’EUROPA DEVE GARANTIRSI UN’OFFERTA ADEGUATA

Degli scenari e dei mercati del gas in Europa e nel mondo nei giorni scorsi ha parlato anche il presidente di Proxigas, Cristian Signoretto. “L’accesso alle risorse energetiche – ha spiegato Signoretto durante l’assemblea pubblica dell’Associazione Nazionale Industriali Gas – rappresenterà sempre più una questione di sicurezza strategica e di competitività economica. L’Europa, che nei prossimi anni continuerà a dover importare una grande quantità di gas, deve garantirsi un’offerta adeguata a fronte di una competizione globale. È ormai chiaro a tutti che la nuova priorità per le politiche europee sia preservare la competitività del sistema produttivo, in difficoltà nella competizione con Stati Uniti e Cina. In quest’ottica, la transizione energetica deve trasformarsi in un’opportunità di crescita. Di conseguenza, è necessario sviluppare le filiere industriali e includere tutti i consumatori”.

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