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Libia Petrolio

Libia, cala il flusso di gas verso l’Italia e aumentano i danni

Secondo il preconsuntivo sui flussi di gas pubblicato da Snam, dalla Libia entreranno 9,749 milioni di standard metri cubi al punto di ingresso di Gela

E’ salito a quasi 318 milioni di dollari in sette giorni il danno economico provocato dal blocco dei terminal del Golfo della Sirte e della chiusura di valvole in due oleodotti imposta da forze del generale Khalifa Haftar. Lo ha reso noto un bollettino pubblicato su Twitter dalla Noc, la Compagnia petrolifera nazionale libica, spiegando che il 24 gennaio la produzione di petrolio in Libia è scesa a poco più di 284 mila barili al giorno rispetto agli 1,22 milioni prodotti prima del 18 gennaio.

IERI 256 MILIONI IL DANNO

Il blocco punta all’indebolimento del premier Fayez al-Sarraj di cui Haftar vuole la partenza da Tripoli, aiutato dalle tribù, in parte dietro allo stop del pompaggio del greggio, e in barba alla conferenza di Berlino. Solo l’altro ieri la Noc aveva fissato il danno a 256,6 milioni di dollari, oltre 62 milioni di dollari in meno rispetto alle cifre attuali.

IN CALOI FLUSSI VERSO L’ITALIA

Nel frattempo calano anche le importazioni di gas verso l’Italia. Secondo il preconsuntivo sui flussi di gas pubblicato da Snam, dalla Libia entreranno 9,749 milioni di standard metri cubi al punto di ingresso di Gela, in calo di oltre il 20% se paragonato con i 12,3 milioni di standard metri cubi di sabato. Solo per fare un esempio i flussi che provengono dall’Algeria e approdano a Da Mazara del Vallo sono pari a 42,507 milioni di standard metri cubi.

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