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L’intelligenza artificiale? Potrebbe ridurre le emissioni del 4% entro il 2030

È il verdetto di PwC Uk che evidenzia come l’utilizzo della IA per gestire le questioni ambientali potrebbe ridurre di 2,4 gigatonnellate l’anidride carbonica nell’atmosfera, aumentare il Pil globale e creare 38 milioni di posti di lavoro

Sfruttare l’IA in soli quattro settori per sostenere una migliore gestione ambientale potrebbe produrre benefici in termini di produttività, Pil più elevato, minore emissioni di Co2 e fino a 38 milioni di posti di lavoro a livello globale. La stima arriva da un rapporto di PwC UK commissionata da Microsoft sul modo in cui l’intelligenza artificiale può aiutare crescita economica e riduzione delle emissioni da qui al 2030

EMISSIONI GIÙ DEL 4% INTERVENENDO IN AGRICOLTURA, ENERGIA, ACQUA E TRASPORTI

Secondo la ricerca PwC, l’utilizzo dell’IA potrebbe ridurre le emissioni del 4% al 2030 intervenendo nei settori di agricoltura, energia, acqua e trasporti, ottimizzando cioè l’uso energetico e creando nuovi modelli di business. Da questi interventi, è il verdetto di PwC, si ricaverebbero minori emissioni per 2,4 gigatonnellate di anidride carbonica al 2030, pari alle emissioni globali di Australia, Canada e Giappone messe insieme.

ENERGIA E TRASPORTI AL TOP DELLA RIDUZIONE DEI CONSUMI: FINO ALL’8% PER UNITÀ DI PIL AL 2030

PwC rileva che l’IA potrebbe avere il maggiore impatto sulle emissioni proprio nei settori di energia e trasporti, consentendo una riduzione del consumo energetico e automatizzando le attività manuali e di routine, che insieme potrebbero contribuire a tagliare le emissioni di energia per unità di Pil fino all’8% nel 2030. Inoltre, si potrebbero migliorare le tecnologie di allarme precoce sull’inquinamento atmosferico, consentendo di risparmiare qualcosa come 2,4 miliardi di dollari in costi sanitari. Ulteriori benefici ambientali potrebbero essere raggiunti in termini di qualità dell’acqua, inquinamento atmosferico, deforestazione, degrado del territorio e biodiversità, attraverso maggiori dati, approfondimenti e sistemi di allarme rapido. Ad esempio, utilizzando dati satellitari e sensori a terra per monitorare le condizioni delle foreste in tempo reale si potrebbe fornire un sistema di allarme rapido per le indagini sulla deforestazione illegale, con il potenziale salvataggio di 32 milioni di ettari di foresta entro il 2030.

PIÙ PIL GLOBALE E POSTI DI LAVORO

Non solo. PwC ha affermato che le tecnologie di apprendimento intelligente potrebbero incrementare il pil globale fino a 5 trilioni di dollari e creare fino a 38,2 milioni di posti di lavoro entro il 2030, un aumento del 4,4%, offrendo più specializzazioni basate sulla tecnologia come parte di questa transizione.

L’AI SOSTIENE IL DISACCOPPIAMENTO TRA CRESCITA ECONOMICA ED EMISSIONI DI GAS SERRA

“In parole povere, l’intelligenza artificiale può consentire ai nostri sistemi futuri di essere più produttivi per l’economia e per la natura – commenta Celine Herweijer di PwC UK -. La ricerca mostra il potenziale della tecnologia emergente per sostenere il disaccoppiamento tra crescita economica ed emissioni di gas serra nel breve e nel lungo periodo”.

I MAGGIORI “GUADAGNI” IN NORD AMERICA ED EUROPA

A livello regionale, l’utilizzo dell’IA consentirebbe il maggiore potenziale di riduzione dei gas serra in Nord America (-6,1%) e in Europa (-4,9%) e i maggiori guadagni economici (PIL) in Europa (+ 5,4%) al 2030. Mentre l’America Latina e l’Africa subsahariana trarrebbero un guadagno minimo secondo quanto emerge dall’analisi. I loro vantaggi potrebbero essere maggiori se si potesse realizzare una maggiore trasformazione digitale attraverso investimenti infrastrutturali, consentendo loro di fare un balzo in avanti rispetto ai paesi sviluppati. Essi trarrebbero però il massimo vantaggio dall’evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, attenuando le emissioni di gas a effetto serra.

CI SONO ANCHE DEI RISCHI CONCRETI

La relazione avverte, tuttavia, che il potenziale dell’IA applicato ai sistemi ambientali, potrebbe anche aggravare le minacce esistenti o creare nuovi rischi. Rischi più ampi di influenza aviaria legati a distorsioni nella sicurezza e nei controlli ad esempio. Ma anche barriere sostanziali e di ampia portata relative ai settori esaminati dal rapporto che devono essere superati per sfruttare appieno il potenziale dell’AI. Per questo, ha concluso Herweijer “le imprese tecnologiche e l’industria dovranno sostenere pratiche tecnologiche responsabili, considerando l’impatto sociale, ambientale e la creazione di valore nel lungo termine. Ciò che è chiaro è che le aziende e i paesi che si comportano al meglio saranno quelli che abbracciano i cambiamenti simultanei e le opportunità di rafforzamento dell’era dell’AI e della transizione verso economie sostenibili”.

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