Secondo uno studio dell’Unione Nazionale Consumatori, da giugno 2021 a settembre 2023, la luce del mercato libero in Italia è rincarata del 109,6% contro il 21,3% di quello tutelato. Aosta, Alessandria e Cuneo sul podio delle città con bollette più care. Il punto sul gas
Lo andiamo ripetendo da mesi: uno dei principali effetti delle tensioni internazionali è quello energetico. Che si declina, anzitutto, in evidenze economiche e quindi sociali. In poche parole, le tasche dei cittadini si svuotano.
Ecco i numeri dell’Unc, l’Unione Nazionale Consumatori, sull’evoluzione delle cifre di luce e gas dal 2021 a oggi.
LO STUDIO UNC SU LUCE E GAS
“L’Unione Nazionale Consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rialzi e ribassi annui per quanto riguarda luce e gas, elaborandogli ultimi dati Istat relativi al mese di settembre 2023. A livello nazionale, invece, l’indagine confronta la variazione dei prezzi di luce e gas, confrontando il mercato libero con il tutelato. Da giugno 2021, ossia prima dei rialzi scattati a partire da luglio, a settembre 2023, la luce del mercato libero in Italia – spiega il report – è rincarata del 109,6% contro il 21,3% del tutelato, più di 5 volte tanto, mentre considerando il primo dato utile del gas rilevato dall’Istat, dicembre 2021, il libero da allora è aumentato del 47,4% contro un calo dell’11,4% del tutelato, un divario di 58,8 punti percentuali”.
Riguardo ai picchi di fine 2022, invece, l’Unc rileva che “ora la luce del tutelato è scesa del 52,4%, quella del libero del 45,6%, il gas del tutelato è diminuito del 38,8%, il libero del 37,2%”.
Quanto a settembre 2023, infine, “permane il gap, con la luce del tutelato che si abbassa del 27,6% su settembre 2022 contro il -8,7% del libero, e il prezzo del gas che si riduce del 29,8% nel tutelato contro il -5,6% del libero”.
QUANTO HA INCISO IL MERCATO TUTELATO
Guardando alle tutele apposte sul mercato, secondo il report “per la luce è evidente che dopo incrementi iniziali maggiori nel tutelato rispetto al libero, per via dei contratti a prezzi fissi che hanno ritardato l’adeguamento dei prezzi, a partire da maggio 2022 la situazione si è capovolta e da allora le variazioni dei prezzi del mercato libero sono sempre state maggiori.
Andamento analogo per il gas, con il superamento del libero che avviene a partire da agosto 2022 e raggiunge un divario record nell’ottobre del 2022, quando Arera decide, anche su proposta dell’Unc, di stabilire il prezzo del tutelato su base mensile ed ex post. Per quanto riguarda le città, per la voce Energia elettrica, gas e altri combustibili, che include gas, luce (mercato libero e tutelato), gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, se in Italia il rialzo da settembre 2023 a giugno 2021 è stato pari al 68,1%, in alcune città si è superato il 90 per cento”.
ECCO LE CITTA’ CON PIU’ RINCARI SU LUCE E GAS
Stilando una classifica nazionale, poi, dai dati Unc emerge che sul podio delle città con bollette più salate ci sono Aosta, Alessandria e Cuneo. Nel capoluogo di regione, infatti, le spese per luce, gas e gasolio volano del 94,6% su giugno 2021. Mentre nei due comuni piemontesi si registrano incrementi pari a +85,3% e +83,2% rispetto a due anni fa.
“Appena fuori dal podio altre 4 città del Piemonte”, aggiunge l’Unc: “Vercelli (+82,8%), Biella (+82,1%), Torino (6° con +81,3%) e Novara (+80,3%). In ottava posizione Teramo (+78,4%), poi Campobasso (+77,5%). Chiude la top ten Imperia con +77,3%. Dall’altra parte della classifica, la città meno tartassata è Potenza con +46,4%. Al secondo posto Napoli con +55,4%. Sul gradino più basso del podio delle città virtuose Reggio Calabria con +55,9%. Interessanti anche gli ultimi dati tendenziali di settembre 2023”.
Infine, se sul 2022 sono da registrare evidenti miglioramenti. Comunque, spiega il report, “sei città segnano ancora degli aumenti rispetto allo scorso anno, cosa assolutamente ingiustificata atteso che la scorsa estate i prezzi nei mercati all’ingrosso erano impazziti”. Nel dettaglio, “mentre Bolzano e Trento sono le più risparmiose d’Italia, con, rispettivamente un crollo del 30,8 e del 30%, seguite da Potenza con -21,1%, ad Aosta, che guarda caso è la peggiore d’Italia anche nel confronto con giugno 2021, si registra un rincaro del 3,9%, apparentemente contenuto, ma spropositato atteso che i prezzi dello scorso anno erano già astronomici. Al secondo delle cattive c’è Alessandria con +1,5%, seguite da Genova e Cuneo, ex aequo con +0,5 per cento”.
SALE IL LIVELLO GENERALE DI SPESA FAMILIARE
In generale, come rileva sempre l’Unc in una nota, “il rialzo delle spese, pari a 210 euro al mese rispetto al 2021, è solo un effetto ottico dovuto all’inflazione che nel 2022 è letteralmente decollata, passando, per l’indice Nic, dall’1,9% del 2021 all’8,1%, oltre 4 volte tanto. Insomma, è solo un miraggio”.
Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, “in termini reali la spesa è pressoché invariata”. Il dato Istat dice, infatti, che nel 2022 la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.625 euro mensili, con un aumento dell’8,7% nel confronto con il 2021.
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Per Dona “va considerato che nel 2021 c’erano ancora lockdown, coprifuochi e chiusure di attività commerciali, anche se meno stringenti rispetto al 2020, quindi era scontato che nel 2022 ci fosse un rimbalzo tecnico dei consumi delle famiglie, specie per gli acquisti non obbligatori che erano stati rinviati durante gli anni più brutti della pandemia.
E’ drammatico, però – aggiunge il presidente dell’Unc – che secondo l’Istat il 29,5% delle famiglie intervistate abbia dichiarato di aver provato nel 2022 a limitare la quantità e/o la qualità del cibo acquistato. Insomma, si conferma quello che diciamo da oltre un anno: gli italiani sono costretti a stringere la cinghia e a mangiare di meno. Una cura dimagrante forzata che ha effetti negativi sulla crescita del Paese”.
COSA DEVE FARE IL GOVERNO
Secondo l’Unione, occorrerebbe “apprezzare” i meriti del mercato tutelato nel contenimento dei prezzi. “Sarebbe vergognoso non prorogarlo [il mercato tutelato, appunto] sia per le famiglie che per il gas dei condomini, come minimo fino al gennaio 2025”.
Come secondo passo, l’Unc chiede al governo un nuovo decreto per ottobre. “Infine vanno ripristinati gli sconti sugli oneri di sistema della luce, magari riservandoli a chi ha contratti a prezzi variabili o a chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.