Il PNRR modificato dell’Italia riguarda 10 misure, tra cui gli incentivi all’efficienza energetica nell’ambito del cosiddetto “Superbonus”, l’aumento delle strutture di assistenza all’infanzia, lo sviluppo dell’industria spaziale e cinematografica e il trasporto sostenibile
Il Consiglio europeo ha adottato oggi la decisione di esecuzione che approva la modifica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia (PNRR). Il piano modificato riguarda 10 misure, tra cui gli incentivi all’efficienza energetica nell’ambito del “Superbonus”, lo sviluppo dell’industria spaziale e cinematografica e il trasporto sostenibile.
Lo scorso 11 luglio l’Italia aveva chiesto di modificare il proprio piano, in quanto non era parzialmente più realizzabile a causa di circostanze oggettive. La decisione era stata presa a seguito della valutazione della Commissione europea, secondo cui le modifiche proposte dal nostro Paese erano giustificate e non avrebbero inciso sulla pertinenza, l’efficacia, l’efficienza e la coerenza del PNRR.
I costi totali stimati del programma modificato restano invariati e ammontano a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,8 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Ad oggi tutti i PNRR sono stati approvati, l’Unione europea ha ricevuto 31 richieste di pagamento da 19 Paesi membri ed ha erogato 153 miliardi di euro.
PNRR – LE MODIFICHE NEL SETTORE ENERGETICO
Lo scorso 27 luglio il nostro governo ha divulgato la bozza di testo contenente le proposte di modifica del PNRR e il nuovo programma REPowerEU. Le modifiche riguardano 144 investimenti e riforme e sono suddivise in:
1) modifiche per l’eliminazione dal PNRR di alcune misure, che saranno finanziate attraverso altri fondi (es. Piano Nazionale Complementare e i fondi di coesione);
2) modifiche di riallocazione e riorganizzazione delle misure.
Nella prima tipologia di modifica rientrano gli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (Misura M2C4 – Investimento 2.2 – progetti in essere in capo alle amministrazioni comunali); la seconda tipologia di modifica riguarda invece le comunità energetiche (Misura M2C2– Investimento 1.2).
L’investimento mira a fornire sostegno alle comunità energetiche, in particolare in Comuni con meno di 5.000 abitanti, per consentire l’installazione di almeno 2 000 MW di capacità aggiuntiva da fonti rinnovabili, in grado di produrre circa 2 500 GWh/anno, accoppiati a sistemi di stoccaggio dell’energia. Il Governo, senza fornire dettagli quantitativi, aveva proposto di ridefinire le modalità di erogazione del sostegno, ridurre i target finali di produzione della capacità installata ed eliminare l’obiettivo della produzione indicativa.
I 3 CAPITOLI DEL REPOWER EU
Il capitolo Repower EU – che ha come obiettivo il miglioramento della sicurezza dell’approvvigionamento di gas, la diversificazione degli approvvigionamenti e la promozione dell’efficienza energetica degli edifici – si compone di 3 capitoli (Reti, Transizione verde ed efficientamento energetico e Filiere) e di alcune riforme settoriali, come la riduzione dei costi di connessione alle reti della produzione di biometano, lo sviluppo delle green skills e la definizione di un Testo unico rinnovabili.
Il primo investimento di REPowerEU (Reti) contiene progetti volti al rafforzamento strategico delle reti elettriche di trasmissione e distribuzione dell’energia, tra cui il collegamento a corrente continua Italia-Corsica-Sardegna per lo scambio di energia elettrica tra le tre aree geografiche. Un secondo gruppo di progetti riguarda le reti di trasmissione del gas, nell’ottica di una futura conversione degli impianti al trasporto di idrogeno.
Il secondo investimento (Transizione verde ed efficientamento energetico) si concentra su 4 aspetti: la produzione di energie rinnovabili, le misure a favore delle attività produttive, gli investimenti dedicati all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico e privato e il cosiddetto “ecobonus sociale”, che vuole promuovere l’efficientamento energetico delle abitazioni delle famiglie a basso reddito, per affrontare il problema della povertà energetica. Si tratta complessivamente di 10 investimenti che assorbono circa 15 miliardi di euro totali.
L’ultimo investimento (Filiere) si concentra sulle misure di sostegno alle catene del valore, per la competitività del sistema Italia, e si focalizza sulla promozione delle filiere delle rinnovabili, soprattutto nella prospettiva dell’economia circolare e del recupero dei materiali rari. Le due proposte puntano a promuovere l’approvvigionamento delle materie prime critiche e ad adottare tecnologie net zero per supportare le filiere del made in Italy.