Anche se sono sulla buona strada per raggiungere l’autosufficienza a metà circa degli anni 2020, gli Emirati Arabi Uniti sono contrattualmente obbligati a continuare ad acquistare gas dal vicino Qatar
Il Golfo Persico è senza dubbio l’area di produzione di petrolio e gas più importante al mondo. Dopo decenni di intensa esplorazione e produzione, la regione stupisce ancora gli esploratori. E anche paesi con territori ben sfruttati come gli Emirati Arabi Uniti continuano a sorprendere. Gli Emirati sono già uno dei maggiori produttori ed esportatori di petrolio al mondo. Nel 2019 sono stati estratti in media 2,9 milioni di barili al giorno, in grado di generare circa il 30 per cento del Pil del paese.
FORTE DIPENDENZA DAL QATAR
Nonostante la capacità produttiva, gli Emirati Arabi Uniti rimangono fortemente dipendenti dal gas naturale che al contrario del petrolio, viene importato per soddisfare la domanda interna. Un terzo del gas del paese è fornito dal vicino Qatar. La maggior parte viene esportata attraverso la pipeline Dolphin creando una forte dipendenza tra i due paesi.
Non stupisce, dunque, che la scoperta di un enorme giacimento di gas al confine tra Dubai e Abu Dhabi potrebbe diventare un importante punto di svolta per gli Emirati Arabi che potrebbero, in questo modo, diventare autosufficienti, migliorare la sicurezza energetica del paese e trasformare l’ambiente geopolitico regionale.
LA SCOPERTA DI JABEL ALI
All’inizio di questo mese, gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato la scoperta del più grande giacimento di gas dal 2005. Secondo le autorità, il giacimento di Jebel Ali contiene 80 trilioni di piedi cubi standard di gas e ha il potenziale per rendere gli Emirati autosufficienti. Tuttavia, lo sviluppo del giacimento di gas potrebbe richiedere anni durante i quali gli Emirati Arabi Uniti dovranno continuare a dipender dal gas importato (sia tramite tubi sia tramite Gnl).
Anche se sono sulla buona strada per raggiungere l’autosufficienza a metà circa degli anni 2020, gli Emirati Arabi Uniti sono contrattualmente obbligati a continuare ad acquistare gas dal vicino Qatar. Gli Emirati hanno firmato un accordo di esportazione con il Qatar che però potrebbe diventare un vantaggio nel caso decidessero di entrare nel mercato globale del Gnl.
I PROBLEMI DI SVILUPPO
Secondo Samer Mosis , analista senior di S&P Global Platts Analytics, “mentre la scoperta ha il potenziale per avvicinare gli Emirati Arabi Uniti all’autosufficienza del gas, permangono significative incognite su costi e volumi di sviluppo”. Ciò potrebbe significare che l’autosufficienza è più difficile e costosa da raggiungere di quanto attualmente previsto.
Sebbene il Qatar sia rimasto un esportatore affidabile nonostante le tensioni tra i due paesi, gli Emirati hanno perseguito una politica di diversificazione. L’obiettivo è sviluppare fonti alternative di produzione di energia come rinnovabili e nucleare.
Secondo il CEO di ADNOC Sultan al-Jaber, gli Emirati Arabi Uniti sono sulla buona strada per raddoppiare il numero di progetti di rinnovabili entro il 2030. E comunque negli ultimi 10 anni, il portafoglio di energie ‘green’ è già cresciuto di oltre il 400 per cento.
LA CENTRALE NUCLEARE
Inoltre, gli Emirati hanno ordinato la costruzione della prima centrale nucleare del mondo arabo che verrà realizzata dalla Korea Electric Power Corporation (KEPCO). L’impianto di Barakah è un’impresa enorme che dovrebbe generare 5,6 GW di elettricità una volta completata.
“Supponendo che la politica energetica degli Emirati abbia dato i suoi frutti e che gli obiettivi previsti siano raggiunti entro la fine di questo decennio, l’enorme giacimento di gas potrebbe essere ridondante per scopi domestici. E se ciò dovesse accadere, il gas potrebbe essere impiegato per altri scopi come l’export”, si legge su Oilprice.com.