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Maire vs EuroChem: lo scontro diventa globale tra sanzioni e tribunali

Il colosso italiano contesta la richiesta danni russa da 2 miliardi: “Azioni illecite”. Il tribunale di Londra dà ragione a Tecnimont, mentre gli analisti rassicurano sui conti.

Si infiamma la battaglia legale internazionale tra il gruppo italiano Maire e il colosso russo EuroChem. Al centro della disputa, il progetto “North-West 2” per la produzione di fertilizzanti a Kingisepp, interrotto nel 2022 a seguito delle sanzioni europee contro Mosca. Mentre EuroChem ha ottenuto da un tribunale russo una condanna risarcitoria monstre da oltre 200 miliardi di rubli (circa 2 miliardi di euro) contro Maire, l’azienda guidata da Alessandro Bernini ha risposto duramente, definendo le azioni della controparte “illecite e ineseguibili” e forte di pronunce favorevoli ottenute nel Regno Unito.

LA POSIZIONE DI MAIRE: “VIOLATA LA GIURISDIZIONE COMPETENTE”

In una nota ufficiale, Maire ha ribadito che l’unica autorità competente a giudicare la vicenda è quella britannica, come previsto dai contratti originali. Il gruppo italiano ha ricordato che EuroChem è controllata da Andrei Melnichenko, oligarca sanzionato dall’UE. Secondo Maire, la mossa di EuroChem di rivolgersi alla giustizia russa viola gli accordi arbitrali e ignora le sentenze già emesse dalla Corte di Londra. In particolare, il giudice inglese Butcher, lo scorso 21 novembre, ha ordinato a EuroChem di rispettare le decisioni arbitrali, pena sanzioni penali, evidenziando come la società russa stia agendo “in oltraggio alla corte”.

LA BATTAGLIA DELLE CIFRE: 700 MILIONI VS 2 MILIARDI

Sul tavolo ci sono cifre da capogiro. Se Mosca chiede 2 miliardi di euro, Maire ha attivato un arbitrato internazionale reclamando danni per oltre 700 milioni di euro, accusando EuroChem di aver risolto illecitamente i contratti nell’agosto 2022. L’azienda italiana sostiene di aver sospeso i lavori in modo legittimo, in ottemperanza alle sanzioni internazionali. La Corte inglese ha peraltro già bloccato il tentativo di EuroChem di incassare le garanzie bancarie, congelandole in quanto asset riconducibili a un soggetto sanzionato.

RASSICURAZIONI DEI MERCATI E RISCHI GEOPOLITICI

Nonostante il clamore, la reazione dei mercati finanziari sembra dare credito alla solidità della posizione italiana. Dopo un iniziale scossone, il titolo Maire ha recuperato terreno in Borsa. Secondo quanto riferisce Milano Finanza, gli analisti di Equita sottolineano che il rischio è “geopolitico-operativo” piuttosto che economico: Maire non ha asset finanziari rilevanti in Russia e la sentenza di Mosca è difficilmente eseguibile all’estero, in quanto viola la Convenzione di New York del 1958 sui lodi arbitrali. Tuttavia, resta l’incognita di possibili ritorsioni in Paesi terzi vicini alla Russia, come il Kazakistan, dove Maire ha importanti commesse. Stesso discorso per Intermonte e Banca Akros che confermano giudizi positivi sul titolo, ritenendo remote le possibilità di una sconfitta nell’arbitrato finale atteso per il 2026.

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