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Exxon UBS

Major in difficoltà: per Exxon, Shell e Chevron fatturati sotto le attese

Gli investitori che si aspettavano un aumento del prezzo del petrolio verso la fine del 2019 per salvare i fatturati del quarto trimestre stanno avendo una grande delusione

Con febbraio appena iniziato, si affaccia alle porte degli investitori l’avvio della stagione dei dividendi. Negli Stati Uniti quasi un quarto delle aziende dell’S&P 500 ha compilato le schede di valutazione per il quarto trimestre e per l’intero 2019 mostrando un quadro abbastanza grigio per il settore energetico.
Secondo quanto riferisce Oilprice, infatti, “gli investitori del settore energetico che si aspettavano un aumento del prezzo del petrolio verso la fine del 2019 per salvare i guadagni del quarto trimestre stanno avendo una grande delusione”.

ENERGETICI SOTTO PRESSIONE ALLO S&P 500

La crescita del fatturato per le aziende del S&P 500 dovrebbe aver messo a segno, secondo le stime, un -1,9% guidati appunto dal comparto energetico. Mentre più in generale il tasso di crescita del fatturato si è attestato, nel complesso, a +2,9% (trainata da sanità servizi pubblici, comunicazione), l’indice più basso da terzo trimestre 2016, quando l’asticella si fermò al 2,7%.

I COMPARTI IN DIFFICOLTA’

Il settore dell’energia sta registrando finora il più grande calo degli utili anno su anno di tutti gli 11 settori del mercato statunitense con un -42,5%. Secondo Oilprice “il calo è preoccupante con quattro sotto-settori dell’energia su sei che dovrebbero registrare un calo del 20% o più”. In sintesi le trivellazioni di petrolio e gas -74%; Esplorazione e produzione di petrolio e gas -20%; Raffinazione e commercializzazione di petrolio e gas -61%; Petrolio e gas integrati -53%. ISole due comparti hanno registrato o si prevede che registreranno una crescita degli utili superiore al 10%: Attrezzature e servizi per l’industria petrolifera e del gas (28%); stoccaggio e trasporto di petrolio e gas (13%)

Per l’intero anno (esercizio 2019) il settore Energia dovrebbe dunque registrare la più bassa crescita degli utili di tutti gli 11 settori a -30,5%, mentre la crescita dei ricavi del -5,4% sarà migliore solo del -17,7% del settore Materiali.

LA DELUSIONE DELLE MAGGIORI COMPAGNIE PETROLIFERE

Diverse major petrolifere tra cui la ExxonMobil, la Royal Dutch Shell e la Chevron Corp. hanno già diffuso i dati del quarto trimestre confermando il trend: la più grande società energetica degli Stati Uniti, la ExxonMobil, ha registrato un fatturato del Gruppo nel quarto trimestre di 67,17 miliardi di dollari, con una crescita del -6,6% a/a, ma è comunque riuscita a raggiungere le stime degli analisti di 2,59 miliardi di dollari. L’utile netto è stato agganciato a 5,69 miliardi di dollari, in calo del 70% a/a e il più debole degli ultimi tre anni. Tuttavia, evidenza Oilprice, “il confronto anno su anno è stato poco lusinghiero con i guadagni downstream che sono crollati dal 67% a 898 milioni di dollari dopo che i prezzi del greggio americano sono scesi dai 77 dollari al barile nel settembre 2018 a 63 dollari entro la fine del 2019”.

LA EXXON

Nonostante il livellamento dei guadagni, il management della società non ha segnalato alcun cambiamento rispetto alle proiezioni del 2020 di 33-35 miliardi di dollari, circa il 10% in più rispetto al picco del 2019, con importanti progetti in fase di avanzamento. L’analista del Credit Suisse William Featherston prevede per la società circa 13 miliardi di dollari di free cash flow nell’esercizio 2020 sulla base di un prezzo di 56 dollari per il Brent e 51 dollari per il WTI.

“Ci aspettiamo che Exxon fornisca un driver ai volumi per il 2020 in occasione del suo Analyst Day il prossimo 5 marzo: la nostra attuale previsione di volume di 4,14 milioni (barili di petrolio equivalente al giorno) è modestamente al di sopra della linea di consenso di 4,0 milioni di Boed, ma appena al di sotto delle previsioni Exxon di 4,2 MMBoed”.

Exxon prevede di vendere asset per un valore di 25 miliardi di dollari in Europa, Asia e Africa, nell’ambito della politica già avviata di liberare capitali per investire nei giacimenti petroliferi della Guyana e del bacino del Permiano. L’obiettivo della società è di produrre un milione di barili al giorno nel bacino del Permiano entro il 2024. Mentre le azioni Exxon stanno giocando con i minimi da nove anni, ma stanno recuperando le perdite dopo essere salite dell’1,1%.

LE PERFORMANCE DI ROYAL DUTCH SHELL

La Royal Dutch Shell ha diffuso i dati del quarto trimestre un giorno prima della Exxon, con numeri altrettanto poco incoraggianti. Il gigante petrolifero anglo-olandese ha riportato ricavi per 84,01 miliardi di dollari, in calo del 17,8% a/a, ma 5,41 miliardi di dollari al di sopra del consenso. L’utile netto di 2,9 miliardi di dollari per l’ultimo trimestre ha segnato un calo rispetto ai 5,7 miliardi di dollari dell’anno precedente. L’utile netto attribuibile agli azionisti sulla base del costo corrente delle forniture ha registrato un calo del 23% a/a, con l’azienda che cita le difficili condizioni macroeconomiche e i prezzi più bassi del petrolio e del gas.
Le azioni Royal Dutch Shell risultano anch’esse in calo dopo che la società ha annunciato che ritarderà i pagamenti degli investitori in un contesto di rallentamento dell’economia globale. Il management ha avvertito che un ambiente macroeconomico sfavorevole potrebbe avere un impatto negativo sul ritmo del suo programma di riacquisto di azioni da 25 miliardi di dollari: “Se vogliamo fare tutto quello che abbiamo detto di voler fare, cioè continuare a investire nella crescita, continuare a riacquistare azioni – per un valore di 25 miliardi di dollari – e ridurre il debito netto, allora, ovviamente, il contesto macroeconomico probabilmente ci costringerà a fare delle scelte”, ha detto giovedì alla CNBC Ben van Beurden, CEO di Royal Dutch Shell.

COME VA LA CHEVRON

La Chevron è uscita con un fatturato del quarto trimestre 2019 di 36,35 miliardi di dollari (-14,3% a/a) che ha mancato il consenso di Wall Street per 2,63 miliardi di dollari. La Chevron ha registrato un’ingente perdita di 6,6 miliardi di dollari nel trimestre grazie a 10,4 miliardi di dollari di svalutazioni relative alla vendita di progetti in acque profonde nel Golfo del Messico e di siti di produzione di shale gas negli Appalachi. La società ha tuttavia riconosciuto una plusvalenza di 1,2 miliardi di dollari sulla vendita delle attività nel Mare del Nord centrale del Regno Unito. Non solo. I profitti della Chevron per l’intero anno sono crollati dell’80% a 2,924 miliardi di dollari contro i 14,824 miliardi di dollari del 2018. Anche se, nonostante le pesanti perdite, la società rimane impegnata a restituire denaro agli azionisti.

“Abbiamo pagato 9 miliardi di dollari in dividendi, riacquistato 4 miliardi di azioni, finanziato il nostro programma sul capitale e acchiappato con successo diverse opportunità di investimento inorganico, il tutto riducendo il debito di oltre 7 miliardi di dollari. All’inizio di questa settimana, abbiamo annunciato un aumento trimestrale dei dividendi di 0,10 dollari per azione, rafforzando il nostro impegno per la crescita dei rendimenti degli azionisti”, ha dichiarato a CNBC l’amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione di Chevron, Michael Wirth.

PER BP, TOTAL ED ENI I CONTI SI SAPRANNO NEI PROSSIMI GIORNI

BP darà conto degli utili del quarto trimestre il 4 febbraio, mentre Total lo farà il 6 febbraio. Per Eni cda il 27 febbraio e il 28 l’annuncio con la strategy presenation.

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