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Materie prime critiche, pronta la bozza di decreto per le estrazioni minerarie

La bozza del provvedimento, visionata da Energia Oltre, è composta in totale di 15 articoli e serve ad assicurare “un approvvigionamento urgente, sicuro e sostenibile” delle materie prime critiche

Lo avevano annunciato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e potrebbe arrivate già nel Consiglio dei ministri di domani, il decreto per garantire l’approvvigionamento delle materie prime critiche strategiche. La bozza del provvedimento, visionata da Energia Oltre, è composta in totale di 15 articoli e serve ad assicurare “un approvvigionamento urgente, sicuro e sostenibile” “in ragione del ruolo fondamentale delle stesse nella realizzazione delle transizioni verde e digitale e nella salvaguardia della resilienza economica e dell’autonomia strategica anche nel settore della difesa e in quello aerospaziale”.

Le disposizioni del decreto “costituiscono livelli minimi essenziali delle prestazioni amministrative che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale al fine di assicurare gli obiettivi previsti dal Regolamento (UE) 2024/1252” e prevede la possibilità di presentare alla Commissione Ue “una domanda di riconoscimento del carattere strategico di un progetto di estrazione, trasformazione o riciclo delle materie prime strategiche, da attuarsi sul territorio nazionale”, su cui si pronuncia il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) “sulla sussistenza di eventuali motivi ostativi entro 60 giorni dalla trasmissione del progetto da parte della Commissione UE”.

La determinazione è poi “adottata sentita la Regione interessata dal progetto. Il rifiuto di riconoscimento può essere opposto, nell’ambito del procedimento instaurato dal promotore presso la Commissione UE, solo se dall’esame della domanda presentata dal promotore emerge un concreto rischio per la sicurezza nazionale, ovvero risulta che gli acquirenti dei prodotti del progetto potenziali non si trovano in tutto o in parte in Italia o che gli effetti sulla disponibilità di materie prime strategiche per gli utilizzatori a valle sono nulli per l’Italia”.

Nel momento in cui i progetti sono riconosciuti come strategici dalla Commissione UE “assumono la qualità di progetti di pubblico interesse nazionale e le opere e gli interventi necessarie alla loro realizzazione sono di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti”.

PUNTO UNICO DI CONTATTO PRESSO IL MASE

Presso il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è istituito inoltre “un punto unico di contatto per i progetti strategici aventi a oggetto la coltivazione di giacimenti di materie prime critiche strategiche. La domanda di autorizzazione è presentata al punto di contatto unico, il quale provvede a darne comunicazione agli Uffici competenti del Ministero e al Comitato tecnico per le materie prime critiche e strategiche. “L’autorizzazione è rilasciata entro un termine che non supera i 27 mesi” ma in deroga per i progetti dichiarati strategici “per i quali sono pendenti procedimenti di autorizzazione avviati prima del predetto riconoscimento, e per l’ampliamento dei progetti strategici esistenti che hanno già ottenuto un’autorizzazione, la durata della procedura rilascio delle autorizzazioni dopo il riconoscimento del progetto come strategico non supera i 24 mesi”. Possibile anche una proroga ma solo in circostanze eccezionali “in ragione della natura, complessità, ubicazione o portata del progetto strategico e in ogni caso previa acquisizione del parere favorevole rilasciato dal Comitato tecnico”.

Inoltre, “i termini per provvedere sul rinnovo della concessione di coltivazione di materie prime strategiche (…) sull’ampliamento o riduzione volontaria dell’area concessa, la domanda di sospensione di lavori, la domanda di trasferimento della Concessione (…) sono dimezzati”.

“Entro il perimetro della concessione, le opere necessarie per il deposito, il trasporto e la elaborazione dei materiali, per la produzione e trasmissione dell’energia, ed in genere per la coltivazione del giacimento e per la sicurezza della miniera, sono considerate di pubblica utilità e sono considerate indifferibili e urgenti. La concessione comporta, ove richiesto dal concessionario, vincolo preordinato all’esproprio invariante agli strumenti di programmazione generale urbanistica”.

IL PUNTO UNICO DI CONTATTO PRESSO IL MIMIT

Anche presso il Ministero delle imprese e del made in Italy è istituito “un punto unico di contatto per i progetti strategici aventi a oggetto il riciclo e la trasformazione delle materie prime critiche strategiche. La domanda di autorizzazione è presentata al punto di contatto unico, il quale provvede a darne comunicazione agli Uffici competenti del Ministero e al Comitato tecnico”. In questo l’autorizzazione “è rilasciata entro un termine che non supera i 15 mesi”. Tuttavia, in deroga per i progetti dichiarati strategici per i quali sono pendenti procedimenti di autorizzazione “avviati prima del predetto riconoscimento, e per l’ampliamento dei progetti strategici esistenti che hanno già ottenuto un’autorizzazione, la durata della procedura rilascio delle autorizzazioni dopo il riconoscimento del progetto come strategico non supera i 12 mesi per i progetti strategici che prevedono esclusivamente la trasformazione o il riciclaggio”.

COMITATO TECNICO PER LE MATERIE PRIME CRITICHE E STRATEGICHE

Presso il Ministero delle imprese e del made in Italy è istituito il Comitato tecnico permanente materie prime critiche e strategiche. Il Comitato tecnico svolge compiti di: a) monitoraggio economico, tecnico e strategico delle catene di approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche e delle esigenze di approvvigionamento delle aziende, anche al fine di prevenire, segnalare e gestire eventuali crisi di approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche; b) coordinamento e monitoraggio del livello delle eventuali scorte disponibili per ciascuna materia prima strategica a livello aggregato, e del relativo livello di sicurezza”, si legge nella bozza.

“Il Comitato tecnico predispone e sottopone, ogni tre anni, all’approvazione del CITE, un Piano Nazionale delle materie prime critiche, in cui sono indicate, in modo organico, le azioni da intraprendere e le fonti di finanziamento disponibili, nonché gli obiettivi attesi”. Inoltre “può chiedere informazioni alle autorità nazionali, regionali e locali competenti sulla pianificazione territoriale, in merito all’inclusione in tali piani, ove opportuno, di disposizioni per lo sviluppo di progetti relativi alle materie prime critiche e può promuovere le opportune iniziative di impulso e coordinamento nei confronti delle suddette autorità”, “monitora l’andamento del Programma Nazionale di Esplorazione” “dispone l’effettuazione di prove di vulnerabilità e resilienza delle catene di approvvigionamento di materie prime strategiche”, “propone al CITE l’elaborazione di una lista nazionale di materie prime critiche e strategiche” e “integra, la lista nazionale, in caso di rischio di grave perturbazione dell’approvvigionamento”.

Il Comitato tecnico ha il compito di “orientare, facilitare e agevolare i promotori dei progetti durante le attività riguardanti tutte le diverse fasi della catena del valore” ed “è composto da tre rappresentanti di livello dirigenziale generale rispettivamente del Ministero delle imprese e del made in Italy e del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, oltre ai rappresentanti dei predetti Ministeri che partecipano al Board europeo per le materie prime critiche, nonché da due esperti con comprovata esperienza nel settore delle politiche relative alle materie prime critiche e strategiche, designati rispettivamente dal Ministro delle imprese e del made in Italy e dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica”. Fanno, inoltre, parte del Comitato tecnico “un rappresentante di ISPRA” nominato dal Mase, un rappresentante dei soggetti gestori del Fondo nazionale del made in Italy, nonché da un rappresentante della Conferenza Stato Regione e uno della Conferenza unificata”.

MISURE PER ACCELERARE E SEMPLIFICARE LA RICERCA DI MATERIE PRIME CRITICHE

Per quanto riguarda il permesso di ricerca relativo a materie prime strategiche “è esclusa la sussistenza di potenziali effetti significativi sull’ambiente e pertanto non è richiesta la procedura di verifica di assoggettabilità” alla VIA, “né la valutazione di incidenza nei casi in cui la ricerca non eccede il periodo di due anni ed è effettuata con le seguenti modalità: a) rielaborazione e analisi dei dati esistenti; b) preparazione di carte geologiche di dettaglio anche a mezzo di rilevamenti satellitari; c) effettuazione di analisi geochimiche di superficie attraverso la raccolta di campioni rappresentativi dalle rocce affioranti; d) prelievo di campioni in tunnel o cave preesistenti; e) esecuzione di piccoli scavi o trincee tramite l’utilizzo di mezzi meccanici di dimensioni ridotte quali minipale o miniescavatori purchè al di fuori delle aree sensibili (parchi, ZPS); f) analisi mineralogiche e petrografiche su campioni selezionati per la definizione delle associazioni mineralogiche e delle loro relazioni; g) prospezioni geofisiche mediante tecniche non invasive di analisi; h) campionamento dei sedimenti dei corsi d’acqua; i) rilievi geofisici da veicolo monoala (droni); i) la ricerca non eccede il periodo di due anni”.

Il permesso di ricerca è comunicato al punto di contatto del Mase e “l’attività di ricerca non può essere iniziata se non decorsi 30 giorni dalla comunicazione”. ISPRA e la Sovrintendenza territorialmente competente, “svolgono le funzioni di vigilanza e di controllo sui progetti di ricerca” e nel caso di accertate irregolarità e inosservanza “dispongono l’interruzione del permesso di ricerca e provvedono a segnalare al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e al Ministero delle
imprese e del made in Italy adozione del relativo provvedimento”.

ISTITUZIONE DI ALIQUOTE DI PRODUZIONE IN MATERIA DI GIACIMENTI MINERARI

Per le concessioni minerarie rilasciate dopo l’entrata in vigore del decreto aventi a oggetto l’estrazione delle materie prime critiche “il titolare della concessione corrisponde annualmente il valore di un’aliquota del prodotto pari ad una percentuale compresa tra il 5 % e il 7% in favore dello Stato e della Regione ove il giacimento insiste. Le somme versate in favore dello Stato confluiscono nel Fondo” per sostenere investimenti nella filiera delle materie prime critiche strategiche mentre le somme versate in favore della Regione “confluiscono in un Fondo istituito presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, finalizzato a riconoscere misure compensative in favore delle comunità e dei territori locali”.

RECUPERO DI RISORSE MINERARIE DAI RIFIUTI ESTRATTIVI

“Considerata la significativa quantità di rifiuti di estrazione in strutture di deposito chiuse e il correlato potenziale in termini di materie prime critiche” “alle strutture di deposito di rifiuti di estrazione chiuse, incluse quelle abbandonate, (…) si applica il Regio Decreto 29 luglio 1927, n. 1443. Qualora una struttura di deposito di rifiuti estrattivi derivi da una lavorazione di miniera per la quale la concessione mineraria è ancora efficace (…) la ripresa produttiva può attuarsi all’interno del programma dei lavori previsto dal DPR n. 382/1994, opportunamente integrato in applicazione dell’articolo 24 del Regio decreto n. 1443/1927”.

Previsto anche un nuovo Piano di recupero di materie prime dai rifiuti di estrazione storici. “L’estrazione di sostanze minerali nelle strutture di deposito di rifiuti estrattivi, chiuse o abbandonate, per le quali non è più efficace il titolo minerario, può essere concessa solo a seguito dell’elaborazione, da parte dell’aspirante concessionario, di uno specifico ‘Piano di recupero di materie prime dai rifiuti di estrazione storici’. Il Piano di recupero deve dimostrare la sostenibilità economica ed ambientale dell’intero ciclo di vita delle operazioni, compresa la gestione degli sterili di lavorazione”.

PROGRAMMA DI ESPLORAZIONE NAZIONALE ALL’ISPRA

“L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Servizio Geologico d’Italia elabora il Programma Nazionale di Esplorazione, sulla base di specifici obiettivi, indicazioni e tempistiche stabilite dal Comitato tecnico di cui all’articolo una convenzione stipulata con il Ministero delle imprese e del Made in Italy e il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Il Programma è sottoposto a riesame almeno ogni cinque anni”. In caso di mancato rispetto delle tempistiche il Comitato tecnico affida la realizzazione del Programma Nazionale di Esplorazione ad altro soggetto.

“Il Programma include: a) mappatura dei minerali su scala idonea; b) campagne geochimiche, anche per stabilire la composizione chimica di terreni, sedimenti e rocce; c) indagini geoscientifiche come le indagini geofisiche; d) elaborazione dei dati raccolti attraverso l’esplorazione generale, anche mediante lo sviluppo di mappe predittive”. Il CITE “approva il Programma entro il 24 maggio 2025” mentre la Carta mineraria aggiornata, sulla base delle risultanze del Programma nazionale di esplorazione “è pubblicata sul sito web di ISPRA entro il 24 maggio 2025”.

REGISTRO DELLE AZIENDE E DELLE CATENE DEL VALORE STRATEGICO

Con decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy, da adottarsi non oltre il 24 maggio 2025, “sono individuate le imprese strategiche che operano sul territorio nazionale e che utilizzano materie prime strategiche per fabbricare batterie per lo stoccaggio di energia e la mobilità elettrica, apparecchiature relative alla produzione e all’utilizzo dell’idrogeno, apparecchiature relative alla produzione di energia rinnovabile, aeromobili, motori di trazione, pompe di calore, apparecchiature connesse alla trasmissione e allo stoccaggio di dati, dispositivi elettronici mobili, apparecchiature connesse alla fabbricazione additiva, apparecchiature connesse alla robotica, droni, lanciatori di razzi, satelliti o chip avanzati”.

Inoltre “al fine di monitorare le catene del valore strategiche e condurre prove di stress, è istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy il Registro nazionale delle catene del valore. Con decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy, da adottarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, è definita la tipologia di dati che le imprese strategiche di cui al primo comma, devono trasmettere al Registro, nonché la tempistica e ogni altra modalità necessaria a garantire l’operatività e l’accesso al predetto Registro, nonché le eventuali esenzioni”.

ACCELERAZIONE DEI GIUDIZI IN MATERIA DI PROGETTI STRATEGICI

Per assicurare una rapida risoluzione delle controversie relative alle procedure per il riconoscimento o il rilascio dei permessi, autorizzazioni, concessioni previsti per i progetti strategici aventi a oggetto materie prime critiche “si applica l’art. 12 bis del decreto legge 16 giugno 2022, n. 68, convertito con modificazioni dalla legge 5 agosto 2022 n. 108”.

MODIFICHE AL FONDO NAZIONALE DEL MADE IN ITALY

“Al fine di stimolare la crescita e il rilancio delle attività di trasformazione ed estrazione delle materie prime critiche per il rafforzamento le catene di approvvigionamento, il Fondo nazionale del Made in ITaly è “progressivamente incrementato con risorse provenienti da soggetti non inseriti nella lista delle pubbliche amministrazioni (…) per un importo non inferiore alla dotazione iniziale e, successivamente, alle disponibilità pubbliche complessive dello stesso, con riferimento agli impegni di sottoscrizione o investimento a livello dei fondi, veicoli e imprese target, effettuati con le risorse del Fondo. Il Fondo è autorizzato a investire, anche per il tramite di altri fondi, a condizioni di mercato e nel rispetto della disciplina dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato”.

Bozza Dl materie prime critiche strategiche

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