Nel 2026 per le partecipate scatterà l’ora delle nomine. Le conferme potrebbero prevalere, con l’esecutivo che cerca stabilità. Coinvolti 112 consiglieri in 17 società. In più si aggiunge il risiko delle Authority da Enav a Sogin, da Consob all’Antitrust
Rinnovi in arrivo per le partecipate pubbliche nel 2026. Sotto i riflettori, le cinque più contese: Eni, Enel, Leonardo, Poste e Terna.
IPOTESI CONFERME PER 112 CONSIGLIERI
Entro la primavera 2026 il governo Meloni dovrà scegliere 112 consiglieri di amministrazione in 17 società partecipate. Per Eni, Enel, Terna, Poste, Leonardo sono in molti a scommettere sulle conferme. Secondo quanto riporta Il corriere della Sera Economia, Giorgia Meloni ha mostrato prudenza nel trattare il capitolo nomine per non terremotare il suo governo con manovre ardite.
IL RISIKO DEI VERTICI
La rivoluzione di Mediobanca e di Generali, con l’arrivo di una nuova governance e, ad aprile, il rinnovo dei vertici in Montepaschi potrebbero generare un effetto-domino involontario sottraendo almeno uno dei manager pubblici di punta al quintetto dei più grandi. I profili di Matteo Del Fante, numero uno di Poste, e Flavio Cattaneo, ad di Enel sono già stati nominati. Negli ultimi tempi si sono rincorse le voci di un passaggio di Stefano Donnarumma a Enel. Voci peraltro smentite dallo stesso Donnarumma che ha più volte manifestato l’intenzione di voler realizzare il proprio piano strategico di Fs.
ENEL, ENI E LEONARDO
In Enel c’è in palio anche il posto da presidente ricoperto da Paolo Scaroni. Mentre in Eni, Claudio Descalzi sembra avvarsi verso il quinto mandato. Per la poltrona da presidente, occupata da Giuseppa Zafarana, si fanno nomi consolidati, come quello del capo della Gdf, Andrea De Gennaro, che scade in primavera, ed Elisabetta Belloni, già direttrice del Dis. Anche in Leonardo non tira aria di cambiamenti, con l’amministratore delegato Stefano Cingolani concentrato sulla sfida del riarmo. Qui sono in gioco 12 poltrone da consiglieri, con il posto da presidente oggi ricoperto da Stefano Pontecorvo.
POSTE E TERNA
Anche per Poste si parla di probabili conferme. Sarebbe il quarto mandato per Del Fante, che ha il compito di completare l’operazione Tim, alla cui guida qualcuno ipotizza l’arrivo del suo braccio destro: il direttore generale Giuseppe Lasco. Per Terna, che ha 13 consiglieri in scadenza, l’ad Giuseppina Di Foggia non sembra correre rischi di avvicendamento.
IL REBUS DELLE MINORI
La tornata delle aziende «minori» non è meno interessante. L’Enav, guidato dall’ad Pasqualino Monti, andrà alla verifica in aprile. Per Sogin il presidente Carlo Massagli, l’ad Gian Luca Artizzu e tre consiglieri sono in scadenza. Tra le partecipate di secondo livello del Mef, tre società del Gse (Gestore dei servizi energetici): Gme (gestore dei mercati energetici), Rse (Ricerca sul Sistema Energetico) e Acquirente unico. In totale 15 consiglieri. Scadono anche i vertici della spa Stretto di Messina, cui la Corte dei Conti con la bocciatura del piano ha scombinato le prospettive a breve. Da sciogliere anche il rebus di Ansaldo Energia (Cdp Equity) che ha un board scaduto la primavera scorsa. Le ultime voci danno per possibile una conferma dell’ad Fabrizio Fabbri, ritenuto in area leghista, mentre FdI vorrebbe ottenere la presidenza per Franco Cotana, attuale amministratore delegato di Rse, al posto di Lorenza Franca Franzino.
LE AUTHORITY
Sulle Authority, oltre al presidente della Consob Paolo Savona, che scade a marzo prossimo, nel 2026 sono da rinnovare, a maggio, il presidente di Agcm (Concorrenza), Roberto Rustichelli, e, a settembre, quello dell’Anac (Corruzione), Giuseppe Busia. Mentre le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera hanno espresso il parere favorevole sul nuovo vertice dell’Arera. Via libera alle nomine di Nicola Dell’Acqua (presidente) e dei componenti dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente: Alessandro Bratti, Livio De Santoli, Lorena De Marco e Francesca Salvemini.



