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Non solo Trump. Anche Australia punta ancora sul carbone

L’Australia ha definitivamente eliminato il Clean Energy Target e chiesto alle aziende di fornire una certa quantità minima di energia da carbone, gas e idroelettrico

 

Trump non è solo nella lotta alle rinnovabili a favore del carbone. Anche l’Australia, infatti, ha deciso di mettere in pratica azioni salva carbone. Seguendo le orme di Trump, che ha cancellato il Clean Power Plan, il governo Turnbull ha definitivamente eliminato il Clean Energy Target (CET), L’Obiettivo di energia pulita, il piano che avrebbe dovuto stimolare nuovi investimenti nella produzione di rinnovabili, inserito nella relazione Finkel quale strumento essenziale per poter conformare l’Australia all’impegno richiesto dall’Accordo di Parigi sul clima.

AustraliaIn base agli impegni del Clean Energy Target, l’Australia avrebbe dovuto generare, entro il 2030 il 42% dell’energia nazionale da impianti rinnovabili a cui aggiungere anche un’ulteriore quota “senza emissioni”.

L’Australia, dunque, vuole riportare in auge il carbone, eliminando qualsiasi finanziamento a sole e vento a partire dal 2020. E non solo: secondo le nuove disposizioni del Governo, le compagnie elettriche dovranno fornire una certa quantità minima di energia da carbone, gas e idroelettrico, limitando la produzione solare ed eolica in base alle singole esigenze statali..

“I piani energetici passati hanno sovvenzionato alcune industrie, punito altre e colpito i consumatori sfidati”, ha spiegato il primo ministro australiano Malcolm Turnbull. Ora abbiamo deciso di adottare “un approccio diverso”. E così, entro il 2030 carbone e gas genereranno ancora fino al 72% dell’elettricità australiana.

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