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Nord Stream 2

Entro l’anno la decisione finale sul Nord Stream 2

Le questioni geopolitiche e la minaccia delle sanzioni statunitensi contro la Russia rischiano di ingarbugliare le forniture di gas all’Europa. Ma per i tedeschi è necessario procedere con il gasdotto

Entro la fine dell’anno si conoscerà il futuro del progetto Nord Stream 2, il gasdotto russo che attraversando il Mar Baltico, mira a fornire 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno alla Germania e al resto d’Europa. La decisione finale dipenderà da un certo numero di fattori come la posizione degli Stati Uniti, contrari all’infrastruttura, le sanzioni nei confronti di Mosca e il ruolo che l’Europa intenderà giocare in questa partita.

IL DELICATO EQUILIBRIO TRA RUSSIA-USA-EUROPA

germaniaLa Germania ha intenzione di proseguire con la realizzazione del gasdotto. Thomas Bareiss, ministro dell’Energia tedesco, durante una conferenza a Londra organizzata da Bnef ha ribadito in queste ore, che la condotta è importante per garantire l’approvvigionamento energetico e la Russia è un fornitore sicuro e affidabile di gas per la Germania. Parole che testimoniano la volontà di Berlino di proseguire malgrado i tedeschi siano da tempo ai ferri corti con l’amministrazione Trump. A ciò bisogna aggiungere la quasi totale assenza di volontà tedesca ma anche europea, di isolare Mosca, vista come un vicino difficile ma non una minaccia. E gli interessi che molte imprese europee del settore energetico e non solo, hanno in Russia per le quali altre sanzioni potrebbero provocare ritorsioni da parte della stessa Mosca.

GAZPROM E LE CINQUE AZIENDE PARTNER SI SONO IMPEGNATE A FINANZIARE INTEGRALMENTE L’OPERA

La russa Gazprom e cinque società energetiche europee si sono comunque impegnate la scorsa settimana a finanziare integralmente il Nord Stream 2 se non verranno raccolti finanziamenti esterni. Lo ha dichiarato Paul Corcoran, Chief Financial Officer della Nord Stream AG che in un’intervista a S&P Global Platts ha ribadito che al mese di settembre, l’opera gode già di 5,2 miliardi di euro di finanziamenti pari a circa il 55% del costo totale stimato in 9,5 miliardi di euro. Di queste somme oltre 2,6 miliardi di euro in azioni e prestiti arrivano da Gazprom; altri 2,6 miliardi sono stati messi a disposizione dai cinque investitori finanziari europei (Engie, OMV, Shell, Shell, Uniper e Wintershall). La Nord Stream 2 AG aveva intenzione di andare sul mercato esterno per ottenere fino al 70% del costo totale dell’infrastruttura già quest’anno, nel tentativo di ottimizzare il finanziamento ma la legge americana che ha dato al presidente americano il potere discrezionale di imporre sanzioni alle imprese che investono in gasdotti russi per l’esportazione di energia, ha spinto i russi a ritardare i piani. “Ora prevediamo di farlo probabilmente nella prima metà del 2019”, ha detto Corcoran. L’impegno di Engie, OMV, Shell, Uniper e Wintershall a pagare fino alla metà del costo totale non è influenzato dalla legge statunitense, in quanto l’accordo di finanziamento è stato firmato nell’aprile 2017, prima della legge Usa ha ammesso Corcoran ricordando che Gazprom si è impegnata a finanziare il restante 50%. L’opera potrebbe anche avere bisogno di prestiti aggiuntivi nel caso in cui l’azienda sarà costretta a modificare il percorso deviando, per esempio, dalle acque danesi per le quali non ha ancora ottenuto i permessi di costruzione. Se non arriveranno entro la metà del prossimo anno, il progetto potrebbe essere completato comunque entro la fine del 2019, come originariamente previsto, modificando però il percorso attraverso una rotta alternativa. Nordstream 2

SUL NORD STREAM 2 POSSIBILI TRE SCENARI

Data l’attuale situazione sul Nord Stream 2, sono possibili solo tre scenari; in primis la Germania potrebbe proseguire per la sua strada, ignorare la minaccia delle sanzioni statunitensi, il problema del transito ucraino e il malcontento al progetto di gran parte dell’Europa orientale. In secondo luogo Berlino potrebbe accettare di cedere agli Usa abbandonando il progetto e costringendo l’Europa a diversificare in altra maniera, ad esempio importando Gnl dagli Stati Uniti. Infine, potrebbero decidere di rinviare Nord Stream 2 in attesa di un miglioramento delle relazioni tra Russia, Ucraina e Stati Uniti. Per Nick Butler, visiting professor e chair del King’s Policy Institute al King’s College London nonché opinionista del Financial Times alla fine la soluzione sarà una: “Mi aspetto che il progetto proceda con alcune concessioni che almeno mantengano le forniture all’Ucraina per l’immediato futuro”. E se Washington dovesse decidere di imporre delle sanzioni, ciò “potrebbero portare ad una rottura del complesso insieme di relazioni tra Russia, Europa e Stati Uniti”.

INTESA NORD STREAM 2 AG-STRELKA KB PER TUTELARE LA RISERVA NATURALE DI KURGALSKY

Nel frattempo Nord Stream 2 AG, ha annunciato una partnership con Strelka KB. Strelka KB è un’azienda russa leader nelle strategie di sviluppo spaziale. Su richiesta di Nord Stream 2, Strelka svilupperà un piano di gestione della riserva naturale di Kurgalsky attraversata da un tratto di circa 3,7 km nella parte meridionale e protetta dalle convenzioni di Ramsar e Helsinki. “L’azienda ha concordato con il Comitato delle risorse naturali della regione di Leningrado di sponsorizzare e coordinare lo sviluppo di un piano di gestione per Kurgalsky. Il piano di gestione sarà realizzato in collaborazione con Strelka KB e in dialogo con i principali esperti e istituzioni regionali”, sottolinea una nota.

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