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Alleanza Nucleare

Nucleare, ecco cos’hanno concordato ieri i 15 ministri dei Paesi Ue

In vista di un ulteriore incontro, probabilmente il 19 giugno a Lussemburgo a margine del Consiglio europeo dell’energia, i Paesi dell’alleanza prepareranno una tabella di marcia per illustrare le loro ambizioni

Il ministro francese per la Transizione energetica, Agnès Pannier-Runacher, ieri ha organizzato a Parigi un incontro tra 15 ministri e rappresentanti di alto livello provenienti da Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Olanda, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Estonia, Svezia. L’Italia era invitata come osservatore e il Regno Unito come Paese ospite. Tutti questi Paesi fanno parte della “alleanza nucleare”. Ha partecipato anche la Svezia, sebbene fosse rimasta neutrale nelle riunioni precedenti a causa del suo ruolo di presidente del Consiglio dell’Unione europea.

Il Regno Unito attualmente sta sviluppando due reattori nucleari EPR2 a Hinkley Point C, e altri due sono nelle fasi iniziali.

L’OBIETTIVO: 150 GW DI CAPACITÀ IN UE ENTRO IL 2050

Insieme, i rappresentanti hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui sperano che l’energia nucleare possa rappresentare 150 GW di capacità installata nell’UE entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo, le parti interessate dell’alleanza sollecitano la Commissione europea a promuovere questa politica “nella strategia energetica dell’UE”, si legge nella dichiarazione congiunta firmata ieri.

Il commissario europeo per l’Energia, Kadri Simson, ha dichiarato che si trovava a Parigi “per ascoltare le preoccupazioni dei Paesi rappresentati”. In vista di un ulteriore incontro, probabilmente il 19 giugno a Lussemburgo a margine del Consiglio europeo dell’energia, i Paesi dell’alleanza prepareranno una tabella di marcia per illustrare le loro ambizioni. Pannier-Runacher ha detto che la Commissione europea ha chiesto anche “un documento comune che evidenzi la natura dei progetti”.

DA 30 A 45 NUOVI REATTORI E NUOVI POSTI DI LAVORO

Attualmente, l’energia nucleare rappresenta 100 GW di capacità installata nell’Unione europea. Per raggiungere i 150 GW entro il 2050, il ministero francese punta sul proseguimento del funzionamento degli impianti esistenti e “sulla costruzione di 30-45 nuovi grandi reattori, oltre che sullo sviluppo in Ue dei piccoli reattori modulari (SMR)”. Pannier-Runacher ha detto che questo numero deriva “dalla revisione dei progetti presi in considerazione nelle discussioni che tutti noi abbiamo sull’innalzamento delle nostre traiettorie di carbonio”, insieme alla sostituzione dei vecchi reattori nucleari.

Con 150 GW, ha aggiunto il ministro, l’energia nucleare potrebbe mantenere la sua attuale quota del 25% della produzione di elettricità Ue entro il 2050. Inoltre, altri 50 GW rappresentano 450.000 nuovi posti di lavoro in Europa, “una cifra enorme”, secondo Pannier-Runacher.

Tenendo conto delle chiusure, ciò rappresenta oltre 300.000 posti di lavoro diretti e indiretti creati da qui al 2050, inclusi 200.000 posti di lavoro qualificati. Per raggiungere questo obiettivo, i membri dell’alleanza chiedono alla Commissione europea di sostenere lo sviluppo di “iniziative congiunte”. Nella dichiarazione congiunta si legge che l’alleanza “lavorerà per costruire programmi di scambio congiunto tra tecnici e ingegneri”.

Un altro focus è la messa in comune delle forze nello sviluppo di SMR, più consensuale a livello europeo. I Paesi membri dell’alleanza sono pronti a lavorare su processi “per uniformare la progettazione di nuovi reattori nucleari”. Per questo, hanno detto gli Stati firmatari della dichiarazione, “l’Ue deve promuovere condizioni migliori e un migliore accesso ai finanziamenti”.

SICUREZZA E INDIPENDENZA ENERGETICA

Infine, i 16 Paesi hanno discusso su come “aiutare i Paesi europei che dipendono ancora dalla Russia a ridurre la loro dipendenza”, ha detto il ministro dell’Energia francese. L’Ungheria, la Slovacchia e la Bulgaria – che hanno partecipato all’incontro – sono tra questi Paesi dipendenti, in quanto hanno reattori di costruzione russa sul loro suolo, alimentati da combustibile russo. Tuttavia, “probabilmente ci vorrà circa un decennio per poter sostituire la fornitura di combustibile nucleare” di questi reattori russi con altro combustibile, ha affermato Pannier-Runacher.

Per il ministro dell’Energia bulgaro, Rosen Hristov, la discussione congiunta su questo argomento “è un grande passo avanti nel progresso della nostra sicurezza energetica pulita”.

Il Regno Unito ha partecipato alla seconda riunione mattutina sull’operatività del rilancio nucleare in Europa. Il Segretario di Stato britannico per l’Energia nucleare, Andrew Bowie, ha condiviso la sua esperienza del cantiere di Hinkley Point C e ha affermato che l’incontro di ieri “è stata una fantastica opportunità per il Regno Unito di essere coinvolto e imparare dalle nostre controparti europee”.

LE NOVITÀ SUL REATTORE DI ANSALDO NUCLEARE NEL REGNO UNITO

Per quanto riguarda il nucleare in Italia, oggi Ansaldo Nucleare e Westinghouse Electric hanno annunciato il raggiungimento di una pietra miliare nel loro lavoro sul Reattore Veloce di IV Generazione Raffreddato a Piombo, con il completamento della prima campagna di test presso la Passive Heat Removal Facility, impianto costruito di recente nello stabilimento di Ansaldo Nuclear a Wolverhampton, nel Regno Unito. Le società hanno eseguito il lavoro nell’ambito di un contratto della Fase 2 del programma Advanced Modular Reactor (AMR) parzialmente finanziato dal Department for Business, Energy and Industrial Strategy (BEIS) del governo britannico, che è stato assegnato a Westinghouse con Ansaldo Nucleare come fornitore principale.

Nell’ambito di questo contratto, Ansaldo Nucleare ha guidato la progettazione, l’acquisto, l’installazione e la messa in funzione di due strutture sperimentali all’avanguardia per supportare la tecnologia del reattore veloce raffreddato a piombo (LFR) di Westinghouse, la Versatile Loop Facility (VLF) e la Passive Heat Removal Facility (PHRF). Queste strutture di prova sono una risorsa fondamentale per la raccolta di dati sperimentali a sostegno dello sviluppo accelerato della tecnologia LFR.

I PROGETTI DI NEWCLEO

“Tra le dodici imprese italiane che lunedì scorso hanno partecipato alla sesta edizione di Choose France – il summit organizzato ogni anno dal presidente francese Macron per attrarre investitori stranieri – c’era anche Newcleo, la pepita made in Italy del settore nucleare, che ha annunciato un investimento da 3 miliardi di euro nel periodo 2023-2030 per lo sviluppo del primo reattore modulare di quarta generazione da 30MWe e di un impianto per la produzione di combustibili nucleari innovativi. Con sede a Londra, la startup italiana è stata fondata nel 2021 dal fisico Stefano Buono, dall’ingegnere nucleare Luciano Cinotti, e da Élisabeth Rizzotti, fisica con un passato nella finanza”.

“Nel giugno 2022 – ha spiegato Buono – Newcleo ha aperto a Lione la sua filiale francese, dove impiega già 70 ingegneri e altro personale qualificato. E i posti di lavoro sono destinati a lievitare: saranno un centinaio in Francia entro la fine del 2023, con l’obiettivo di arrivare a 500 dipendenti complessivi nel 2030. In questi due anni abbiamo scelto l’Europa come base per la nostra azienda aprendo in Italia, Francia e Regno Unito. In ognuno di questi paesi abbiamo trovato competenze e opportunità fondamentali per il nostro sviluppo”.

“I reattori di Newcleo – ha proseguito il CEO dell’azienda – sono resi estremamente attrattivi da caratteristiche di sicurezza passiva e circolarità del ciclo di combustibile. Utilizzando il Mox, uno speciale combustibile nucleare prodotto a partire dal carburante nucleare usato e dalle scorie delle centrali tradizionali, saremo in grado di alimentare i nostri reattori per centinaia di anni senza necessità di estrarre nuovo uranio e, al contempo, ridurremo significativamente il quantitativo di materiale radioattivo prodotto dai reattori. Di fatto ‘bruceremo’ scorie per produrre energia in maniera totalmente decarbonizzata e sicura”.

A chi gli chiedeva in quanto tempo l’Italia potrebbe diventare competitiva sul nucleare, Buono ha risposto che “il nostro Paese vanta una profonda tradizione di competenze legate all’energia nucleare che, nonostante l’interruzione post referendum del 1986, in un certo senso, lo rende già competitivo nell’industria nucleare. Dare tempistiche precise è difficile, ma posso dire che uno dei grandi vantaggi della nostra tecnologia, e dei reattori Smr (Small modular reactor), è proprio il fatto che siano di rapida realizzazione e implementazione, e pertanto si può raggiungere una scala significativa in tempi contenuti rispetto ai grandi progetti nucleari del passato. Certamente a partire dell’inizio della prossima decade”.

In Italia, ha sottolineato, “abbiamo già importanti progetti in campo. Oltre al centro di Torino – che già occupa oltre 130 scienziati per le nostre attività di ricerca e sviluppo – nel 2026 costruiremo al centro Enea sul Brasimone il nostro primo prototipo non nucleare, alimentato ad energia elettrica,. Questa è una tappa fondamentale dei nostri progetti, poiché ci consentirà di testare numerosi sistemi e materiali che implementeremo nei primi reattori nucleari che costruiremo fuori dall’Italia”.

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