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Oil Market Report Iea E Opec

La guerra in Israele spaventa i mercati del petrolio, nuovi rialzi nel 2024?

Secondo l’Oil Market Report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, a settembre si è registrato un aumento di produzione mondiale di petrolio grazie a Nigeria e Kazakistan. I dati Opec, invece, sottolineano che la domanda rimarrà invariata fino a fine anno

Gli ultimi mesi dell’anno saranno caratterizzati da un equilibrio di tensione per i mercati, in virtù del prosieguo del conflitto russo-ucraino e da ultimo delle nuove escalation sulla Striscia di Gaza tra Hamas e Israele. Se i numeri commerciali non risultano più di tanto stravolti, dovremo osservare i trend globali nel nuovo anno. Soprattutto dal lato della domanda: seguirà o no i rialzi dell’offerta?

Sono queste alcune principali tematiche che emergono intrecciando i due report mensili (Oil Market Report) sul petrolio diffusi oggi dall’Agenzia Internazionale dell’Energiadall’Opec, l’organizzazione dei Paesi esportatori di oil.

L’OIL MARKET REPORT DELL’AIE

Come dettagliato dall’Aie, a settembre abbiamo assistito a rialzi di domanda in Cina, India e Brasile, al contrario del trend al ribasso degli Usa. A livello annuale, la crescita complessiva è pari a +2,3 mb/d per 101,9 mb/d nel 2023,con la Cina che rappresenta il 77% di questo dato.

In termini di produzione globale, invece, l’Aie registra un aumento di 270 kb/g a settembre a 101,6 mb/d, con Nigeria e Kazakistan a fare da guida.

PERCHE’ LA RUSSIA GONGOLA ANCORA

Particolarmente interessante è poi la rilevazione che riguarda Mosca. “I ricavi delle esportazioni di petrolio russe sono aumentate – infatti – di 1,8 miliardi di dollari a 18,8 miliardi di dollari a settembre, il loro massimo da luglio 2022. Le esportazioni totali di petrolio sono aumentate di 460 kb/d a 7,6 mb/d, con il petrolio greggio che rappresenta 250 kb/d dell’aumento”.

 L’IMPATTO DELLA CRISI IN ISRAELE SUI MERCATI

“Il conflitto Israele-Hamas non ha avuto alcun impatto diretto sui flussi di petrolio”, ha specificato l’Aie riguardo all’ultimo mese. Quanto alle oscillazioni sui prezzi, “i futures sul petrolio greggio ICE Brent sono aumentati di 4 dollari al barile dopo che Hamas ha attaccato Israele il 7 ottobre mentre i commercianti hanno rivalutato i rischi geopolitici”. Con i nuovi tagli Opec all’offerta, poi, i prezzi erano saliti a 8 dollari al barile. Adesso, invece, prevalgono le preoccupazioni macroeconomiche e le tensioni legate alla situazione mediorientale.

COME STA LA DOMANDA DI PETROLIO E GLI SCENARI PER IL 2024: L’OIL MARKET REPORT DELL’OPEC

Per l’Aie, “la crescita rallenterà a 900 kb/d nel 2024, poiché i guadagni di efficienza e il deterioramento del clima economico pesano sull’uso del petrolio”, è anche vero che “spinta dalla crescita non-OPEC+, la produzione globale aumenterà di 1,5 mb/d e 1,7 mb/d rispettivamente nel 2023 e nel 2024, a nuovi massimi storici”. Per l’Agenzia, “la produzione complessiva dell’OPEC+ è destinata a diminuire nel 2023, anche se l’Iran potrebbe classificarsi come la seconda fonte di crescita al mondo dopo gli Stati Uniti”.

Secondo l’Opec, invece, “nell’Ocse, la domanda di petrolio nel 2023 dovrebbe aumentare di circa 0,1 mb/g, mentre la domanda di petrolio nei Paesi non Ocse dovrebbe aumentare leggermente fino a superare i 2,3 mb/g. Per il 2024, la domanda mondiale di petrolio dovrebbe crescere di ben 2,2 mb/g, invariata rispetto alla valutazione del mese precedente”. Le rilevazioni dell’Organizzazione prevedono che gli Usa prevarranno in area Ocse ma saranno Cina, India e Medio Oriente a dominare.

Lato offerta, invece, quella “non-Opec dovrebbe crescere di 1,4 mb/g, invariata rispetto alla valutazione del mese precedente. I principali motori della crescita dell’offerta di liquidi il prossimo anno saranno gli Stati Uniti, il Canada, la Guyana, il Brasile, la Norvegia e il Kazakistan. I maggiori cali sono previsti in Messico e Malesia”. Protagonisti anche nell’ultima parte dell’anno saranno gli scambi di ngl e liquidi non convenzionali.

 

 

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