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Gas Ue

Perché Bruxelles (non) decide il suo addio alla Russia

Per Cingolani l’Europa potrà arrivare “soltanto a un compromesso”. Ma Metsola invoca una “Unione dell’energia fra gli stati”

Un passo avanti e dieci indietro. L’Unione europea continua a consumarsi dietro le trattative di un possibile raggiungimento di embargo totale dell’energia russa. Lo stallo, l’indecisione, le difficoltà: tutte queste impressioni possono essere ricavate da due interviste. Da un lato Roberto Cingolani, dall’altro Roberta Metsola.

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Partendo dall’Italia, su queste colonne abbiamo spesso rimarcato il ruolo di primo piano che Roma sta svolgendo nel guidare ogni passo d’addio a Mosca. Dopo i viaggi in Nord Africa delle settimane e mesi scorsi, tra giugno e luglio Mario Draghi proseguirà il fronte energetico dei negoziati con Israele e Turchia. Ma nel Belpaese c’è anche un lato politico che non facilita la formazione di una linea unitaria riguardo quali strategie adottare a livello domestico e poi comunitario.

La notizia di ieri del progetto italo-catalano, però, si inserisce nel quadro dei fatti concreti con cui – comunque – si sta cercando di andare avanti.

CINGOLANI: AL MASSIMO UN COMPROMESSO

Ma questo procedere è per Cingolani abbastanza lento. “L’Europa era partita con l’idea di bloccare l’importazione di petrolio e gas russi, ma quello a cui potrà arrivare è soltanto un compromesso”, ha detto il capo del dicastero energetico a La Stampa. Oggi e domani si terrà a Berlino il G7 dell’energia e le sue aspettative non brillano di ottimismo. “Alla fine la commissione troverà una via d’uscita, che comunque dovrà essere un compromesso”. Intanto, da singoli cittadini non possiamo che “risparmiare”, consumare meno. “Se abbassi la temperatura di un grado durante l’inverno, risparmi due miliardi di metri cubi di gas. Una cosa simile accade regolando meglio l’aria condizionata. I due anni che ci servono per le infrastrutture che spostano la catena del gas servono anche per un’azione sistemica di risparmio”.

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Andare avanti significa, però, ragionare soprattutto in ottica europea. Secondo la commissaria alla Concorrenza, l’Unione è stata più che altro “avida” nel suo approccio verso la Russia. Ma oramai ripensare a quanto fatto può aiutare solo in ottica futura. E allora: il futuro verrà scritto tra nuovi partner fornitori e una maggiore indipendenza energetica, che cominci a concretizzare il percorso della transizione alle rinnovabili.

METSOLA: UN’UNIONE DELL’ENERGIA

Il punto di vista europeo si rispecchia nelle parole di Roberta Metsola presidente del Parlamento Ue sempre al quotidiano torinese. “Insisto, se capiamo che l’obiettivo finale è annullare ogni dipendenza energetica, se creiamo una Unione dell’energia fra gli stati, se cominciamo a comprare energia dai nostri amici e non dai nemici, troveremo tutti i voti necessari”.

Tra realtà nazionali ed europea, insomma, ancora non c’è un filo unico che porti per sempre a dire addio a Mosca. Oggi e domani, al G7 Energia, ci si tornerà a concentrare sugli orizzonti della transizione.

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